NEWS

Ue, accordo raggiunto sul libero scambio con il Giappone.Industria Europea in allarme

Immagine di anteprima

 E’ stato dato parere positivo all’accordo per iniziare le trattative, che liberalizza la libera circolazione delle merci tra Europa e Giappone da parte dei ministri dell’Unione Europea, che hanno messo alle spalle l’opposizione preoccupata delle aziende automobilistiche europee  secondo le quali un’intesa potrebbe danneggiare il settore.

Ora l’accordo dà alla Commissione Europea la facoltà necessaria per trattare con il Giappone per conto dei 27 Stati membri.L’intesa è stata raggiunta dopo che Francia e Italia hanno ottenuto salvaguardie per i produttori, che in Europa stanno tagliando personale per il calo della domanda.

 
E proprio in Giappone, a ottobre, le vendite di veicoli a motore hanno registrato una flessione del 3,5% su base annua dopo la fine del programma di incentivi pubblici (da dicembre 2011 a settembre 2012) per l’acquisto di auto. Il programma del governo ha spinto le vendite di veicoli periodo il periodo, ma dopo la sua conclusione le vendite sono tornate in calo. 
 
 Sugli allarmi per gli eventuali effetti negativi di un accordo a 360 gradi con il Giappone, la Commissione ha indicato che in particolare nel caso delle barriere non tariffarie c’è già un accordo con Tokyo in base al quale, anche prima che i negoziati si avviino, la Ue può "staccare la spina" alle trattative dopo un anno se il Giappone non dimostra concretamente di averle rimosse. Il settore auto è esplicitamente citato tra i settori sensibili coperti da questa clausola, difesa da Italia, Spagna, Romania e Slovacchia.
 
A prima vista il mercato dell’Unione ha più barriere del Giappone, con un dazio del 10% sulle auto e del 22% sui mezzi pesanti importati. Ma secondo i produttori, diverse barriere rendono difficili le esportazioni in Giappone, per esempio i benefici fiscali di cui gode nel paese la categoria auto "light". Molti veicoli europei di piccole dimensioni non rientrano nella categoria.
Queste regole creano problemi soprattutto a Francia e Italia, specializzate nella produzione di auto piccole. Un accordo di libero scambio tra Unione europea e Giappone metterebbe insieme due partner commerciali, responsabili per un terzo della produzione globale e potrebbe creare 400.000 posti di lavoro solo in Europa, secondo la Ue.
 
Potrebbe inoltre aumentare la produzione Ue fino all’1,9%, o 320 miliardi di euro, entro il 2020, grazie all’aumento dell’export, inclusi alimentari, bevande e beni di lusso. L’associazione dei produttori di auto europea Acea stima da parte sua che un accordo con il Giappone costerebbe al settore in Europa fino a 70.000 posti di lavoro.
 
Il mandato dei ministri del Commercio "è stato confermato da tutti gli stati membri", ha indicato il commissario al Commercio Karel De Gucht. Le discussione potranno andare avanti "diversi anni". Secondo Bruxelles un trattato con il Giappone potrebbe aumentare il pil Ue dell’1% e aumentare le esportazioni europee di un terzo con un incremento addizionale di 400mila posti di lavoro in Europa. L’accordo di libero scambio Ue-Corea del Sud del luglio 2011 è stato contestato apertamente da mezzo mondo industriale europeo (specie dalle case automobilistiche di fascia medio bassa come le francesi e la Fiat). 
 

  

29/11/2012 | Categorie: Il caso della settimana Firma: Redazione