Titoli di Stato, i rendimenti nel mondo: Italia come la Cina

Viaggio alla scoperta del valore dei bond in 70 Paesi differenti: Venezuela quasi al 50%

Lo spread è sempre al centro delle cronache, segno del fatto che l’attenzione sui titoli di Stato resta alta in ogni momento. Da un’analisi di Truenumbers emerge che l’Italia, ad esempio, è al 3,4%. Più o meno come la Cina, che è al 3,5%. I due Stati, però, partono da fondamentali diversi e il Bel Paese non ha la stessa solidità economica del gigante asiatico. Il dato si riferisce ai rendimenti. Più crescono, più aumenta il rischio. Non a caso più in alto di tutti c’è il Venezuela, al 48,4%, con il pericolo concreto di non rivedere più i soldi investiti.

Facendo un breve excursus, i Paesi che rendono meno (ma anche i più stabili) sono: Giappone con 0,1%, Danimarca a 0,3%, Germania con 0,4%. Proprio in rapporto al titolo tedesco si calcola il famoso spread, che ora è a 300 punti, visto che l’Italia si trova al 3,4%. Ci consola il 3,5% della Cina. Anche se come detto si basa su un apparato economico differente e non va in difficoltà su un numero così. Per chi non è in perfetto stato di salute, ci sono Paesi che, nel mondo, offrono rendimenti interessanti e si presentano comunque come Stati solidi e certamente non a rischio default. Ad esempio gli Stati Uniti (3,186%) o il Qatar (4,286%). I loro titoli sono effettivamente interessanti e appetibili.

Ma ci sono anche altri Stati che garantiscono (un eufemismo) rendimenti inimmaginabili. Naturalmente con maggiori rischi, come sanno bene gli investitori che a inizio millennio si sono trovati in mano titoli dello Stato argentino che non valevano più nulla. Quindi, se si vogliono rendimenti stellari bisogna sapere il pericolo che si corre. Il titolo del Venezuela, per esempio, rende quasi il 50%, ma è considerato dalle agenzie di rating uno Stato fallito che, quindi, potrebbe facilmente non essere più in grado di restituire i soldi prestati dai risparmiatori.