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Taglio dei prestiti bancari ai Fondi Hedge

A causa degli elevati tassi di esposizione, molte banche di investimento  hanno deciso di ridurre drasticamente l’ammontare dei prestiti concessi ai fondi Hedge,  inducendo molti di questi a dimezzare il loro leverage.

In accordo con quanto dichiarato da molti managers di fondi di fondi hedge, solo  sei mesi fa, la forbice di indebitamento, in media, si aggirava intorno ad un rapporto pari a 1:10, sottolineo perciò come a fronte di  1 unità di capitale proprio, i fondi investissero 10 unità di capitale di terzi.

Oggi grazie alle scelte dei ‘prime brokers’,  soprattutto dettate sia dalla crisi dei prestiti subprime americani  che da una situazione economico-finanziaria spesso preoccupante in cui versavano i bilanci di fondi hedge, molti dei manager hanno ridotto la loro esposizione ad un rapporto pari ad 1:5.

Robert Litterman, chairman of the “Quantitative strategies group at Goldman Sachs Asset Management” sottolinea come la diminuzione del leverage da parte di fondi hedge sia dovuto soprattutto ad una precisa volontà  dei prime broker di ridurre la loro esposizione di rischio nel mercato dei fondi hedge, incrementando allo stesso tempo i loro ‘haircuts’ (in finanza per Haircut si intende la commissione applicata al collateral, dalla istituzione che ha fornito il prestito, commissione che è direttamente proporzionale al rischio che l’istituzione ritiene di dover affrontare) . Gli stessi prime broker, per poter ottenere questo risultato, hanno  imposto a  fondi nati con la filosofia hedge precisi e severi standard per l’ottenimento dei prestiti necessari per lo sviluppo di strategie legate al leverage.

D’altra parte, come ben descritto da Don Borwnstein, chief executive of Structured Portfolio Management ( hedge fund che investe sviluppando ‘ Mortage securities’), molti prime broker  (con il termine  Prime Broker si intende l’insieme dei servizi, tra loro correlati, offerti da una banca di investimento ai gestori dei fondi hedge).

All’interno dei servizi, la banca si propone come fonte di investimento a breve e lungo termine a fronte di un ‘collateral’ che grantisca la banca hanno tenuto comportamenti ostili, soprattutto durante il mese di marzo 2008, aumentando le barriere di accesso al nuovo credito, in altre parole ridefinendo il livello dell’Haircuts e segnalando così  al mercato come l’investimento nel mondo hedge possa essere  rischioso, se non adeguatamente analizzato.

Questo clima di incertezza ha perciò  portato molti importanti  fondi hedge a rivedere i ‘Lock-ups ‘  (si intende il periodo in cui gli stessi prime broker non possono cambiare gli accordi di finanziamento nonostante l’andamaento del mercato sia loro sfavorevole) sugli accordi sviluppati con i prime brokers al fine di tutelarsi contro nuovi imprevisti che porterebbero gli stessi fondi hedge a dover rientrare incondizionatamente delle loro posizioni in momenti non previsti nelle loro strategie di investimento, rischiando  così  di fallire.

Il limite richiesto per i lock-ups erano  di 120 giorni, ma questi lock-ups sono stati  rinegoziati  solo da parte dei fondi più  importanti, lasciando scoperta quella parte di mercato formata invece dai fondi di più piccole dimensioni

In conclusione, secondo Steve Gross, chief executive del ‘Peso Capital Markets’, fondo di fondi hedge, se questo clima di incertezza e ostilità perdurerà, solo i fondi di grosse dimensioni potranno sopravvivere perchè possiedono  la capacità economica e contrattuale per diversificare i canali di accesso al credito, contrariamente ai piccoli fondi hedge che rischieranno di scomparire dal mercato.

06/05/2008 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Redazione