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STORICO TAGLIO DEI TASSI MA LE BORSE CROLLANO LO STESSO

La Banca centrale europea taglia ancora i tassi di interesse portandoli all´1,5%, il minimo storico da quando nel 1999 ha preso in
mano la politica monetaria della divisa unica.
La sforbiciata di ieri è stata dello 0,5%, con il costo del denaro che da ottobre è stato tagliato cinque volte scendendo in totale del 2,75%. Un trend che per il presidente dell´Eurotower, Jean-Claude Trichet, nei prossimi mesi
potrebbe proseguire. Il tutto mentre ieri le Borse europee hanno
bruciato altri 144 miliardi e Milano ha perso il 5,3%. Ora il differenziale tra il costo del denaro negli Stati Uniti e quello
nell´Eurozona si attesta sull´1,5%, con la Fed che ha praticamente
azzerato il tasso sui Fed Funds.
Il che spiega le parole di Trichet quando ha annunciato che l´odierno 1,5% della zona euro «non è il minimo che possiamo permetterci». E di nuove azioni in futuro potrebbe essercene bisogno, come testimoniano i dati sempre più drammatici sul Pil dei paesi della moneta unica: gli economisti della Bce hanno rivisto la crescita per il 2009 con una previsione di arretramento compreso tra il 3,2% e il 2,2%. Fino a un mese fa le stime parlavano di un -1%, mentre la Commissione europea a gennaio si è spinta ad indicare un -2%. Un vero e proprio stillicidio di ribassi delle previsioni: ieri Eurostat ha certificato che nel quarto trimestre 2008 il Pil della moneta unica è sceso dell´1,5% rispetto ai tre mesi precedenti e dell´1,3% su base annua).

Per vedere una «graduale ripresa», ha spiegato Trichet, si dovrà
aspettare il 2010, con una forchetta tra -0,7% e +0,7%. Il che lascia
capire che anche il prossimo anno l´economia potrebbe non ripartire.
Ecco perché il numero uno di Francoforte ha annunciato che sono allo
studio «misure aggiuntive non convenzionali» di politica monetaria. I
mercati ipotizzano l´acquisto di obbligazioni da parte della Banca
centrale, anche se Trichet non ha voluto sbilanciarsi («non escludo nulla ma non ci impegniamo a priori»). Intanto Trichet ha reso noto che la Bce è esposta per 10,2 miliardi dopo i crac Lehman e di altre banche che non hanno rimborsato operazioni di rifinanziamento. Crediti ormai difficili da riscuotere (le eventuali perdite verrebbero distribuite tra tutti gli istituti centrali).
Galoppa al ribasso anche l´inflazione della zona euro. Le stime Bce per il 2009 sono tra lo 0,1% e lo 0,7%. Trichet si è spinto ad ipotizzare che a metà dell´anno potrebbe raggiungere «temporaneamente livelli negativi per poi risalire». A chi chiedeva se ci siano rischi di deflazione ha risposto: «Li stiamo valutando attentamente, anche se per le istituzioni internazionali questo pericolo è molto basso».

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06/03/2009 | Categorie: Investimenti Firma: Vincenzo Polimeno