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S&P : ALLARME ANCHE PER IL 2010.

Il picco delle insolvenze in Europa dovrebbe già esser stato raggiunto nel terzo trimestre del 2009 ma anche nel 2010 saranno molte le insidie per le aziende con rating speculatvo. Sono queste le previsioni di Standard&Poor’s, che si è addentrata in particolar modo nell’analisi della situazione italiana. «Per il settore corporate italiano il 2009 è stato un anno da dimenticare, con la speranza che il 2010 possa confermare il raggio di luce intravisto nell’ultimo trimestre – ha scritto in un report l’agenzia di rating – Per le aziende italiane il ciclo operativo è stato analogo a quello europeo e mondiale e alcuni settori come quello automobilistico, dei media e dei beni di consumo hanno sofferto molto in termini di fatturato e di margini» Per quel che riguarda le banche, nel corso del 2009 sono stati abbassati i rating di 17 banche e istituzioni finanziarie e riviste al ribasso
le prospettive di altre 11. I fattori più ricorrenti che hanno determinato tale abbassamento sono stati il forte deterioramento della qualità degli attivi e la ridotta redditività. «Il numero elevato di prospettive negative a dicembre 2009 (27 su un totale di 48 banche) – spiega S&P – indica la possibilità di ulteriori abbassamenti di rating nel 2010». Le perdite su crediti, che nel corso del 2009 hanno raggiunto l’1,2% del totale prestiti, resteranno ancora elevate nel 2010 e il rischio corporate continuerà a essere la principale determinante della qualità degli attivi.
Per quel che riguarda infine la pubblica amministrazione nel 2010 S&P’s stima che «la performance di bilancio del settore pubblico italiano rimarrà in linea con il 2009 a fronte di limiti più stringenti del patto di stabilità interno ». L’evoluzione del merito di credito di quegli enti locali attualmente con prospettive negative dipenderà dalla loro capacità di risolvere i fattori di criticità evidenziati, ovvero riduzione dell’elevato indebitamento e utilizzo della flessibilità.

Vincenzo Polimeno

16/12/2009 | Categorie: Investimenti Firma: Vincenzo Polimeno