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Soffia forte il vento sovranista: anche la Danimarca valuta l’exit

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Si scalda la situazione a Copenaghen: asse da destra a sinistra per l’uscita dall’Ue

L’ipotesi Dexit prende forma. Anche se il nome sembrerebbe suggerire altro, non stiamo per assistere al lancio di un nuovo detersivo. Parliamo della Danimarca che sta valutando sempre più seriamente l’uscita dall’Ue. Il dibattito interno al Paese è in atto e rischia di propendere nella direzione antieuropeista. Tempi duri per i progressisti, il vento sovranista spira forte un po’ ovunque, anche all’estremo nord. Dunque, dopo la Gran Bretagna, presto un altro Paese potrebbe salutare Bruxelles. E le analogie col Regno Unito non mancano di certo: Copenaghen come Londra non ha mai adottato l’euro, decidendo di tenersi la sua moneta, la corona. Elemento che favorisce e facilita l’eventuale exit. Nulla, però, è ancora deciso.

La situazione politica danese è molto frastagliata. Il Partito Popolare Danese, forza conservatrice di destra, ultimamente etichettata come populista, ha avanzato la proposta di referendum sulla Dexit (alle ultime politiche ha ottenuto il 21.1%). Non solo. L’ala più a sinistra del parlamento sarebbe concorde: la Lista dell’Unità, coalizione che riunisce diverse forze ecologiste ed anticapitaliste, ha fatto sapere di essere pronta a sostenere la consultazione popolare. I moderati, al contrario, sono attaccati all’Ue. E in questo momento presiedono un governo di minoranza guidato dal Partito Liberale. La fazione però con soli 34 seggi su 179 per reggere l’esecutivo ha bisogno di mantenere il sostegno della destra che chiede l’exit.

E qui il dilemma s’infittisce. Il Parito Popolare Danese, infatti, sostiene il governo di centrosinistra ma chiede un referendum per lasciare l’Europa. La decisione spetta a chi governa e i liberali sono del tutto contrari all’ipotesi. Ma considerando che un no secco aprirebbe probabilmente una crisi insanabile nell’esecutivo danese, non è da escludere che alla fine la votazione si faccia. La speranza dei moderati è che l’accordo sul tema con i Socialdemocratici, principale forza di opposizione e primo partito con 47 seggi, alla fine in qualche modo non conduca Copenaghen al voto. Perché finora, i danesi, nei referendum sull’Europa hanno sempre risposto alla stessa maniera: “No, grazie, prima la Danimarca”. Suona familiare.

06/09/2018 | Categorie: Economia e Dintorni , EconoPolitik Firma: Luca Losito