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Smart working: nulla si crea o
distrugge ma tutto si trasforma

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Le riflessioni sul telelavoro di un ingegnere ex CITI e di Medici Volontari Italiani

L’esempio Citibank

Alcuni decenni or sono, la banca statunitense Citibank lanciò, prima al mondo, un innovativo servizio di “Electronic Banking”: un cliente, da qualsiasi luogo del pianeta, poteva accedere, h24, ai suoi account finanziari ubicati in qualunque altra parte del globo. Si pensi, ad esempio, a una multinazionale su cui non tramonti mai il sole.

L’uso di una piattaforma moderna

Quanto sopra richiedeva una piattaforma tecnologica alquanto sofisticata, implicante un aspetto fondamentale: il “disaster recovery”. Ovvero come far fronte a un “major event” che avrebbe potuto impattare negativamente, non solo sul servizio in questione, ma anche sull’immagine dell’intera banca.

L’operatività da remoto

Una prima risposta fu un “back up on the shelf”, ovvero apparati di scorta in magazzino e alcune linee telefoniche utilizzabili alla bisogna. Il passo successivo fu costituire una soluzione “remota e online”: un secondo nodo di rete in altra location, interconnesso al primo. Un back up hot con loadshare. Era sorto così il livello, tecnologico e funzionale, che avrebbe poi portato, step by step, a riconsiderare, questa volta organizzativamente e operativamente, il modus operandi dell’intera banca.

Dalla realtà fisica all’online

In altri termini, il passaggio da un livello “fisico”, nel senso di struttura hardware, a un livello di ampliamento del modus operandi, ha portato a sviluppare il concetto di continuità di servizio anche in presenza di una contingenza. Ecco che si è arrivati alla definizione di “business continuity” per l’intero sistema aziendale, che ora necessita di un approfondito e coordinato studio iniziale, ovvero un “contingency plan”. Quest’ultimo finalizzato a impostare una continuità operativa sia per le “scrivanie TOP-VIP” e sia per i servizi fondamentali. Anche quando l’intera sede non sia più agibile.

Dal passato una lezione per il futuro

Se trasliamo, anzi inglobiamo, in qualsiasi organizzazione produttiva i tre concetti appena espressi: “disaster recovery” – “business continuity” – “contingency plan”, si ha a disposizione la base teorica-concettuale per sviluppare un sistema di “smart working”….by design. Come volevasi dimostrare.

10/04/2020 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Carlo Geri