NEWS

Scudo fiscale: Banca d’Italia ha corretto i dati del rientro

La Banca d’Italia ha rivisto i dati annunciati a fine dicembre dal Tesoro. Infatti secondo Tremonti l’operazione  “scudo fiscale” avrebbe prodotto 95 miliardi di euro, mentre secondo Palazzo Kock  a essere rientrati in Italia sarebbero stati  solo 35 miliardi (tipicamente bonifici bancari) , mentre 50,2 sarebbero stati denunciati al Fisco, ma utilizzando quanto previsto dal condono (regolarizzazione o rimpatrio giuridico) sarebbero sostati all’estero. In parole povere dalla  Svizzera sarebbero rientrati 25 miliardi di euro, mentre gli altri 35 sarebbero rimasti regolarizzati nelle banche svizzere.
Infatti gli intermediari hanno comunicato a Palazzo Kock  che le regolarizzazioni sono state pari a 85,1 miliardi di euro, ma solo il 41,18% di quella cifra (34,874 miliardi) è ritornata «fisicamente» in Italia; il resto è rimasto all’estero.

Agli 85 miliardi segnalati da Banca d’Italia  vanno aggiunti circa 10 miliardi che portano la somma a 95 miliardi di euro: il calcolo è stato fato, precisano alle Entrate in base al gettito dell’imposta straordinaria versata entro il 15 dicembre scorso, pari a 4,75 miliardi di euro.
Ma facciamo un salto in dietro, e vediamo di capire  un po’ di più da dove può essere venuta questa discrepanza di numeri tra il Tesoro e la Banca D’Italia.   Il modo per aderire allo scudo fiscale sono stati  essenzialmente tre : la regolarizzazione, ossia si lasciano  i capitali nel paese estero  presso un intermediario straniero e si denunciano al fisco italiano ; il rimpatrio giuridico, si tengono  i capitali impiegati  in asset  esteri ma li si da  in gestione ad un intermediario italiano, ed in ultimo il rimpatrio con liquidazione, ossia si vendono gli asset esteri  e si portano fisicamente i soldi in Italia.  Solo quest’ultima formula ha potuto portare denaro nel nostro paese, ossia i 35 miliardi che dice Palazzo Kock. Mentre le due formule descritte nelle righe precedenti ossia la “regolarizzazione” e il “rimpatrio giuridico”  hanno avuto un maggiore consenso  tra i soggetti che hanno voluto scudare.

La Banca d’Italia fa anche l’identikit del «rimpatrio tipo» dei capitali scudati, proveniente per la stragrande maggioranza dei casi dalla Svizzera .
Quasi 60 milioni di euro su 85 provengono infatti dalla Confederazione.
Dal Lussemburgo ne provengono 7.300, mentre 4.115 dal Principato di Monaco.
Seguono San Marino, con 3.819 miliardi scudati, l’Austria con 1.251, il Liechtenstein con 1.234 miliardi.
Sotto «quota mille miliardi» troviamo Regno Unito, Francia , l’Irlanda.
Oltre 40 miliardi su 85 provengono da depositi in conto corrente, oltre 20 miliardi da strumenti di debito, quasi 12 miliardi da azioni, 4,6 miliardi in contanti, 885 milioni da immobili.
 

21/02/2010 | Categorie: Il caso della settimana Firma: Redazione