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Scandalo derivati, Mps nella bufera
«Bankitalia sapeva», oppure «la vera natura dell’operazione è emersa solo di recente». Sono solo alcune delle frasi che, nei giorni scorsi, hanno dato il via alla giostra dello scaricabarile di Mps. Qualcosa non tornava nei conti di Rocca Salimbeni, si sapeva, come si sapeva che la banca più antica del mondo aveva l’acqua alla gola a causa di una gestione sconsiderata. Ci ha provato la politica a salvare le tasche dei senesi, un’iniezione di liquidità che in molti hanno criticato negli ultimi mesi.
Poi arriva Santorini, e gli investitori scoprono di essere seduti su un derivato di cui non c’era traccia in bilancio utilizzato per coprire le falle del fallimentare acquisto di Antonveneta. Mercoledì le dimissioni dell’ex presidente di Mps, Giuseppe Mussari, dalla guida di Abi (Associazione bancaria italiana). Dimissioni dovute, dal momento che è coinvolto in prima persona nella querelle intorno al Monte dei Paschi, anche se si dichiara estraneo a ogni fatto illecito o penalmente rilevante, ma il suo coinvolgimento non può trascinare nella bufera anche l’associazione dei bancari. Le funzioni di Mussari sono passate a Venesio, manager della Banca del Piemonte. Secondo ricostruzioni e indiscrezioni, nella gestione guidata da Mussari il Monte ha siglato tre contratti in derivati con banche d’affari (DeutscheBank, Jp Morgan e Nomura) per spostare in avanti nel futuro partite finanziarie in perdita che potevano avere un impatto negativo nel conto economico. Per tappare la falla, la nuova gestione guidata da Alessandro Profumo e Fabrizio Viola ha ampliato di 500 milioni la richiesta di prestito pubblico del Tesoro, che ammonterà a 3,9 miliardi da sottoscrivere entro fine febbraio.
Intanto l’attenzione si sposta sulla Banca d’Italia, che aveva il dovere di vigilare sull’operato dell’Istituto. Se da un lato Palazzo Koch sostiene che «la vera natura di alcune operazioni riguardanti il Monte dei Paschi di Siena riportate dalla stampa è emersa solo di recente, a seguito del rinvenimento di documenti tenuti celati all’Autorità di Vigilanza e portati alla luce dalla nuova dirigenza di Mps»; dall’altroil ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, interpellato dai giornalisti ha sentenziato come, quello di Mps non sia un “Fulmine a ciel sereno”. «Sappiamo da un anno che la banca è in una situazione problematica. Non ho evidenza di problemi simili in altre banche», ha commentato Grilli.