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Russia in default: conseguenza delle politiche sanzionatorie UE?

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Default della Russia? Le ultime notizie riportano che il Paese avrebbe dovuto pagare i suoi interessi obbligazionari il 27 giugno per circa 100 milioni di dollari, ma le sanzioni a suo carico non gli hanno permesso di concludere l’operazione

Default della Russia, rafforzamento del rublo e reali effetti delle sanzioni sull’economia di Mosca: da settimane analisti, economisti e leader delle potenze mondiali dibattono su questi temi cruciali. Le ultime notizie riportano che la Russia avrebbe dovuto pagare i suoi interessi obbligazionari il 27 maggio per 71,25 milioni di dollari e 26,5 milioni di euro. Il Paese ha comunicato di aver trasferito il denaro al National Settlement Depository, ma le sanzioni a suo carico non gli hanno permesso di concludere l’operazione. La Russia è, quindi, ufficialmente in default?

Default della Russia: qual è il quadro attuale delle finanze e dell’economia russa

Lo scorso 27 giugno la Russia è entrata in una situazione di default – ovvero uno stato di insolvenza verso i propri investitori – sul proprio debito estero. Il Paese avrebbe dovuto portare a termine il pagamento di circa 100 milioni di dollari di interessi su due bond statunitensi entro il 27 maggio, ma non l’ha fatto. Come consuetudine vuole in questi casi, era stato concesso un “periodo di grazia” di un mese per consentirgli di mettersi in regola, ma non essendo riuscita a saldare il proprio debito, la Russia è stata dichiarata in default.

Tuttavia, si tratta di una situazione di fallimento anomalo, o per meglio dire “tecnico”, in quanto l’inadempienza della Russia non dipende da una mancanza di risorse del Paese – che, al contrario, continua a incamerare ingenti somme di denaro dalla vendita di petrolio e gas anche all’Europa – ma è l’effetto della mole di sanzioni occidentali che lo hanno colpito in seguito al suo attacco all’Ucraina.

Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, lo scorso 24 febbraio, Mosca ha iniziato ad avere difficoltà a mantenere i pagamenti sui 40 miliardi di dollari di obbligazioni in circolazione. A causa del conflitto, infatti, diversi Stati hanno deciso di imporre una serie di sanzioni che di fatto hanno tagliato fuori la Russia dal sistema finanziario globale e reso i suoi beni intoccabili per molti investitori.

Default della Russia: cos’è e perché si parla di default “simbolico”?

Attualmente, quindi, Mosca non è in grado di inviare denaro ai propri creditori ed investitori. Per quale motivo? Alcune delle sanzioni attraverso le quali gli Stati Uniti e l’Europa hanno tentato di isolare la Russia dal sistema economico internazionale negli ultimi mesi riguardano infatti varie banche che processano i pagamenti mensili del debito e rendono quindi le transazioni possibili.

Le sanzioni imposte dagli USA e dagli altri Paesi occidentali hanno impedito alla Russia di poter accedere alle sue riserve valutarie detenute all’estero. La Banca centrale russa aveva oltre 640 miliardi di dollari in riserve valutarie estere e fino allo scorso maggio era riuscita a rispettare le scadenze sulle proprie obbligazioni verso gli investitori americani, grazie ad una serie di esenzioni concesse dall’amministrazione americana che adesso sono state eliminate.

La Russia si era già avvicinata al default ad aprile 2022 ma si era salvata, rimborsando il debito in rubli e modificando unilateralmente l’elenco delle valute ammesse dal regolamento del prestito. Una possibilità garantita dalle esenzioni nei confronti dei creditori statunitensi che inizialmente non erano stati assoggettati alle sanzioni alla Russia, venendone colpiti solo questo maggio a seguito della decisione del Tesoro americano: da quel momento, infatti, per i russi è diventato impossibile pagare il debito in dollari o nelle valute citate nei prospetti delle emissioni.

Ecco perché si parla di default “simbolico”, in quanto il fallimento millantato per la Russia sarebbe dovuto non alla mancanza di denaro da parte del debitore, ma alla chiusura dei canali di trasferimento da parte dei creditori.

Default della Russa: gli effetti su economia e investimenti e la reazione di Mosca

Cosa comporta concretamente questo fallimento “tecnico” per l’economia russa? Solitamente un default comporta l’uscita degli investimenti esteri e la difficoltà di rifinanziarsi sui mercati internazionali. In questo caso, però, la Russia è già stata economicamente, finanziariamente e politicamente emarginata per gran parte dell’Occidente e gli investitori esteri sono usciti dai suoi circuiti economici all’inizio della guerra, disconnettendo il Paese dai mercati ai primi pacchetti di sanzioni.

Per quanto di norma di attenda una dichiarazione formale di default, tecnicamente non ci sarà essendo già implicito nelle clausole delle obbligazioni (come sottolineava di recente Bloomberg). C’è chi, tuttavia, sostiene che – su richiesta degli investitori – dovrà esprimersi formalmente un tribunale. Pare da escludere, invece, che la dichiarazione possa arrivare dalle agenzie internazionali, che già nei mesi scorsi avevano dovuto ritirare i rating sulla Russia proprio a causa delle sanzioni.

Mosca ha già annunciato che ricorrerà ai tribunali internazionali per contestare la legittimità della dichiarazione di default dal momento che, da parte russa, ci sono sia la volontà che le risorse economiche (in rubli) per saldare il debito; accusa, inoltre, l’Occidente di aver creato tale situazione “artificialmente” e che si sta penalizzando l’immagine del Paese e la sua possibilità di rifinanziarsi sui mercati internazionali. Bisogna però considerare che le agenzie di rating Fitch, Standard & Poor’s e Moody’s avevano già avvertito Mosca che l’eventuale pagamento in rubli non avrebbe evitato l’ufficializzazione del default, poiché non ammesso dal regolamento del prestito.

Default della Russia e nuove restrizioni: come si prospetta il futuro dell’economia russa

Nel frattempo – a seguito dell’incontro dei leader mondiali in occasione del G7 – Stati Uniti, Regno Unito, Giappone e Canada hanno dichiarato di star pensando a nuove restrizioni verso la Russia come: un blocco delle importazioni di oro russo, l’utilizzo dei proventi dei dazi sulle importazioni dalla Russia per sostenere l’Ucraina o anche l’ipotesi di imporre un price cap sulle importazioni di petrolio.

Per quanto riguarda l’economia reale della Russia, la situazione della Nazione non si prospetta così rosea. Secondo gli esperti, infatti, l’embargo parziale deciso dai Paesi NATO e il graduale abbandono della Federazione Russa da parte di molte multinazionali occidentali, costringeranno Mosca a ripensare le sue filiere produttive e i suoi canali di approvvigionamento. La stima della Banca Mondiale è di una riduzione del PIL russo superiore al 10% e un calo degli investimenti di oltre il 20%. Intanto sui mercati, il rublo inverte la rotta iniziale e si rafforza sul dollaro.

09/07/2022 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Giulia Panebianco