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Risparmio, si temporeggia: la trasparenza resta sospesa

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Gli intermediari chiedono chiarimenti tecnici a Consob ed Esma, e temporeggiano

I costi a carico dei clienti non sono ancora stati esplicitati, nonostante gli annunci del settore avessero indicato i primi mesi del 2019 come l’inizio dell’era trasparente. Ad oggi, invece, i nodi da sciogliere sono ancora tanti e c’è chi, forse anche con un pizzico di astuzia, continua a prendere tempo. Gli intermediari hanno rigirato la “patata bollente” a Consob ed Esma, autorità di controllo dei mercati rispettivamente in Italia e in Europa. Sperando che il groviglio burocratico rallenti ulteriormente l’invio dell’informativa contenente i costi sostenuti dagli investitori.

Dunque il mondo del risparmio è in fermento. In particolare, si interroga su come mostrare, ex ante ed ex post, i costi a carico di ogni singolo cliente in valore assoluto e non solo percentuale. E pensa anche a come comunicare entro fine anno l’incidenza del costo sul rendimento. Abi, Assoreti, Assosim ed Assogestioni esigono ulteriori chiarimenti tecnici prima di “partire”. In settimana hanno chiesto a Consob di proporre all’Esma l’apertura di un tavolo di lavoro sul tema.

E così, i clienti dovranno aspettare ancora per ottenere quella trasparenza che la MiFID II impone. Gli intermediari infatti hanno già predisposto una lunga serie di interrogativi da discutere con l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, che allungheranno un bel po’ i tempi. Il settore vorrebbe infatti delle risposte che vadano nella direzione di non far esplodere gli indicatori di costo. Non proprio in linea con il principio di trasparenza dettato dalla normativa, che pure appare poco chiara in alcuni punti e lascia ampio spazio alle interpretazioni.

12/02/2019 | Categorie: Economia e Dintorni , Investimenti Firma: Luca Losito