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Report settimanale sui mercati finanziari

Il peggio è alle spalle, ma ci vorrà tempo molto tempo ancora. Nell’ ultima ottava abbiamo assistito ad una settimana in denaro per i principali indici mondiali nonostante il grande elemento di incertezza di queste ore che proviene dal Messico e anzi si e’ diffuso ormai ai quattro angoli del mondo. L’epidemia di influenza suina puo’ infatti potenzialmente rappresentare una grave turbativa per un’economia mondiale già in grave crisi. Per fortuna per il momento l’influenza suina non sembra essere particolarmente aggressiva e la stragrande maggioranza dei pazienti viene curata con successo. Ma e’ indubbio che i mercati continueranno a seguire ogni sviluppo con la massima attenzione per studiarne gli effetti sull’economia e sull’interscambio commerciale. Il mese di aprile sembra aver riportato il sereno sui mercati finanziari globali dopo un inizio d’anno orribile dove l’elemento di maggiore novità rispetto al recente passato e’ che sembra essere svanita la sensazione di panico e di disastro imminente che si respirava sino a poche settimane fa. I weekend non portano piu’ notizie di nuovi fallimenti (anche se nel fine settimana sono fallite 3 banche americane di piccole dimensioni) o di riunioni di emergenza della Fed e del Tesoro e nemmeno la notizia che sei delle 19 principali banche del paese sono state invitate dalle autorità ad aumentare la loro base di capitale ha provocato i crolli che sarebbero stati certi solo a inizio anno. Proprio su questo fronte, Giovedi 7 maggio il Tesoro renderà pubblici i risultati degli stress test sulle banche, ma alla luce delle indiscrezioni già emerse e’ improbabile che l’evento possa provocare seri scossoni sui mercati.
A livello europeo la piazza migliore è stata Londra con il FTSE100 che ha fatto segnare una performance positiva del 2,10%, seguita dall’ indice tedesco, il DAX30 (+2,04%) ed infine dall’ indice francese il CAC40 (+1,84%). A livello settoriale dobbiamo segnalare in denaro il settore utility (+7,90%), seguito dal settore bancario (+7,18%) ed infine da quello farmaceutico (+6,56%) mentre in lettera dobbiamo segnalare il settore delle risorse di base (-1,72%) seguito dal settore tecnologico (-1,28%). Fra i principali titoli protagonisti assoluti Aegon NV (+24,92%), Ing (+15,22%) ed E.ON (+13,96) mentre in lettera  Arcelor Mittal (-10,34%), Sap (-4,70%) ed Air Liquide (-4,60%).

Piazza Affari chiude la settimana con l’ottavo rialzo consecutivo dello S&P/Mib (+2,82%) e come miglior indice paneuropeo. Infine, ad oggi, questo trend rialzista sta avendo uno sviluppo assolutamente da manuale, con duraturi e consistenti rialzi seguiti da periodici e brevi ritracciamenti che fanno assumere al grafico una tipica forma seghettata. Quanto possa durare, naturalmente nessuno lo sa, anche se, a mio avviso, non dovrebbe essere lontano (forse intorno ai 20.000 punti) un ritracciamento più significativo o perlomeno un periodo laterale di una certa durata.
Fra i titoli maggiori si mettono in evidenza Mediobanca (+10,23% unico titolo del comparto che ha fatto registrare un rialzo a doppiacifra. I volumi non si sono particolarmente alzati, ma non sembra diminuire la forza propulsiva che sostiene le quotazioni, potremmo ora assistere ad un breve consolidamento in attesa dell’attacco a quota 10 euro che dovrebbe essere il livello obiettivo più consono al titolo), Bpm (+9,42%, la risposta del mercato alla presidenza di Ponzellini sembra positiva, almeno a vedere la performance di questa settimana ma secondo il mio modesto parere, questa situazione da “Gattopardo” può premiare solo nel breve periodo) ed infine Buzzi Unicem (+9,06% rialzo interamente dovuto alla straordinaria seduta di mercoledì scorso (+12,58%). Per l’anno in corso, l’azienda della famiglia Buzzi, registra ancora una variazione negativa, ma ora assolutamente contenuta (-3,28%). Avevo ipotizzato, proprio ad inizio settimana che si potesse verificare uno strappo al rialzo dopo che il titolo, per una decina di sedute aveva consolidato quota 10 euro, e così è stato. E’ naturale pensare ora ai 12 euro come target a breve e ai 14 euro come obiettivo a medio termine, molto naturalmente dipenderà dall’effettiva ripresa del mercato immobiliare, ma soprattutto dal passaggio dalla fase di annuncio a quella di progettazione delle grandi opere pubbliche). In rosso, invece, questa settimana, Autogrill (-4,14% penalizzato dall’ influenza suina per la presenza negli aeroporti messicani ma anche dal fatto che dai minimi del 9 marzo ha guadagnato l’ 86% e quindi molti sono passati alla cassa), Pirelli (-4,03%) e Bulgari (-3,11% il titolo ha vissuto molto di fiammate che improvvisamente andavano a ravvivare le quotazioni, ora è un periodo di stasi. Noi siamo prudenti sul comparto che non rientra tra i nostri preferiti ).

Wall Street chiude l’ ottava in denaro mettendo in evidenza la ripresa e la probabile chiusura di tutte le posizioni short . Infatti, l’indice S&P500 ha chiuso con un rialzo dello 1,30%, mentre il Nasdaq e il DJIA hanno fatto segnare rispettivamente un +1,47% e +1,69%. In quest’ ultima settimana abbiamo assistito al rimbalzo del settore casalingo (+17,58%), del broadcasting&TV (+15,59%) e dei produttori di carta (+14,43%) mentre in lettera dobbiamo segnalare il settore delle banche regionali (-9,95%), dei servizi finanziari (-7,48%) ed infine broker assicurativi (-6,15%).
Settimana all’ insegna del denaro per il Nikkei225 (+3,09%) dopo essere stato il peggior indice mondiale per due settimane consecutive. L’indice giapponese si è cosi avvicinato alla resistenza dei fatidici 9000 punti (questa settimana ha chiuso a 8977,37) superata la quale potrà dirigersi verso quota 10000 punti. A livello settoriale rimbalzano il settore hi tech ed industriale mentre arretrano il settore bancario ed assicurativo.
Settimana positiva per il comparto delle commodities dopo aver rintracciato per due settimane consecutive. Forti rialzi per la soia (+11,45%), il gas naturale (+9,84%) ed infine per il cotone (+9,32%) mentre in lettera dobbiamo segnalare i suini da macello (-12,01% guarda che caso!!!), i bovini vivi (-5,47%) ed infine il cacao (-5,27%). In questa settimana ritracciano in maniera consistente il platino (-4,1%) e l’argento (-3,7%) mentre l’oro (-1,6%) è risultato poco mosso.

Settimana laterale -rialzista per il mercato obbligazionario europeo. A sostenere il price-action è stata la febbre suina scoppiata in Messico che ha contribuito ad alimentare un atteggiamento di avversione al rischio. Diversi analisti hanno comparato il fenomeno con la Sars diffusasi in Asia alla fine del 2002, che causò un forte calo del turismo nell’area e brusche battute d’arresto in altri settori economici. Il contratto -future sul decennale, dopo aver avviato le contrattazioni a quota 122,73 punti, ha scambiato nell’intervallo di prezzo 122,20–123,37 per poi attestarsi nel finale a 122,53 punti, in rialzo di 7 centesimi rispetto al livello di riferimento della precedente ottava. Graficamente parlando un livello di supporto potrebbe essere rappresentato dal minimo dell’ultimo mese (121,60 punti) mentre la prima resistenza coinciderebbe con la media mobile a 50-giorni (123,64 punti). La curva dei rendimenti ha finito per indietreggiare leggermente. Il titolo a 2-anni si è attestato in area 1,33% (-5 bp), il 5-anni al 2,34% (-5 bp) e il 10-anni al 3,17% (-2 bp) in prossimità della parte alta di un canale discendente, ampio una quarantina di centesimi, entro il quale ha finito per muoversi dallo scorso mese di novembre. Sul downside all’interno di questo canale una prima area di test potrebbe coincidere con la media mobile a 50-giorni (3,12%). Il mercato obbligazionario ha trovato finora nella recessione mondiale e nel pericolo di “deflazione” un valido alleato nel suo percorso rialzista e nell’ attivismo delle banche centrali (allargamento della base monetaria) con il conseguente timore di un ritorno all’inflazione nel medio – lungo termine e di un robusto appesantimento dei conti pubblici i principali elementi di disturbo. Il prossimo 7 maggio la BCE si riunirà per discutere di politica monetaria, un meeting avente all’ ordine del giorno il quasi certo taglio del costo del denaro e l’adozione o meno delle misure non convenzionali nell’intento di uscire dalla crisi economica-finanziaria. In merito alla questione dei tassi d’interesse il mercato sta scommettendo su un taglio di 25 punti base, con il costo del denaro portato dall’ 1,25% all’ 1,00%, una mossa peraltro già sollecitata da diversi membri della BCE nelle precedenti ottave.
Durante l’ottava i titoli di stato americani hanno lanciato un segnale tecnico-grafico abbastanza negativo, all’insegna di una vulnerabilità che troverebbe la sua ragion d’essere sia negli eventuali segnali di stabilizzazione dell’economia dopo la veloce caduta, sia nelle ripetute emissioni di titoli di stato che il Tesoro americano sta azionando in questo 2009 per fronteggiare la crisi. Nell’immediato il Tesoro dovrebbe emettere altri 71 miliardi di dollari di treasuries. Il mover del mercato resta il decennale americano, che in settimana è stato venduto. Il rendimento è salito al di sopra della resistenza posta nel range di 3,00%- 3,05%, per tentare una sortita sulla media -mobile a 200-giorni passante a 3,14%, violandola.
Una violazione di questo livello al rialzo creerebbe un sentiment di vulnerabilità sui treasuries americani. Sotto il profilo dei fondamentali va considerato quanto detto dalla Federal Reserve, che ha confermato il livello del tasso ufficiale tra 0,00% e 0,25%, con lo slogan focalizzato sul rischio di crescita. Secondo il comunicato della banca centrale americana l’economia ha continuato a contrarsi a marzo e ad inizio aprile, sebbene il ritmo di contrazione appaia in rallentamento. La spesa delle famiglie ha mostrato segni di stabilizzazione, rimanendo però in balia della perdita di posti di lavoro, della più dimessa ricchezza immobiliare e del credito più inaccessibile. Le aziende stanno riducendo le scorte, gli investimenti fissi e i propri ranghi occupazionali. La FED afferma che sebbene l’outlook economico sia migliorato modestamente dal meeting di marzo, l’attività economica probabilmente rimarrà debole per qualche tempo. L’azione di politica-economica secondo Bernanke contribuirà ad una graduale ripresa di crescita economica sostenibile in un contesto di stabilità dei prezzi. L’inflazione dovrebbe rimanere dunque sotto controllo.

Il mercato dei cambi si appresta una settimana dai momenti davvero palpitanti. Il market-mover attorno al quale si incrociano interessi e significati diffusi resta l’euro-yen, cambio molto tecnico negli ultimi tempi. Suddetto cross in settimana, anche a seguito del diffondersi della febbre-suina, ha ceduto sul downside, accarezzando l’ultimo livello di supporto a 124,38 per poi rimbalzare. Un’eventuale violazione del punto grafico di 124,40 circa sull’euro-yen avrebbe forse generato un profit-taking ampio sulle borse, una ripresa dei corsi di fixed-income ed un sell-off sulle divise emergenti periferiche, con acquisti anche sulle divise percepite come anti-cicliche, vedi dollaro e franco svizzero. Così però non è stato, con l’euro-yen che dovrebbe comunque sulla carta riuscire a navigare al di sopra dell’ampia zona di supporto posta appunto tra 124,40 e 128,10 almeno fino all’uscita degli stress-tests. Gli stress-tests se positivi, potrebbero spingere l’euro-yen al di sopra delle prime resistenze passanti a 130,00-130,80, er puntare fino alla media-mobile a 200-giorni in area 133,73. In caso di esiti negativi dei tests il punto di guardia su cui potrebbero scattare gli stop loss si colloca a 124,40. Il movimento dell’euro-yen potrebbe spingere l’euro-dollaro verso l’alto, stando ai recenti movimenti intra-currency. Oltre che attendere la tanto ridondante BCE l’euro dà la sensazione di essere percepita come la vera divisa ciclica mentre il dollaro appare più anticiclico allo stato attuale. Il punto di Fibonacci a 1,3056 per ora continua a fare da livello-boa sull’euro-dollaro con i supporti più vicini a 1,2886 e con le resistenze, che, in caso di violazione della zona di 1,3214 avrebbe come primo punto tecnico rilevante quello di 1,3537, dove appunto passa la media-mobile a 200-giorni. In tutto questo al coro delle divise si unisce il pound. La divisa inglese di recente ha subito un timido rafforzamento sia contro dollaro che contro euro. Una soluzione positiva degli stress-tests potrebbe favorire il pound e viceversa. Tuttavia sul fronte dell’eurosterlina sarà importante attendere la BCE in materia di politica monetaria convenzionale e nonconvenzionale.
Per ora tutte le divise le cui banche centrali hanno optato per un’espansione della propria base monetaria risultano inaffidabili nel medio-lungo termine. Se la BCE si asterrà da questa pratica l’euro in sé potrebbe essere molto ben visto agli occhi delle lobbies valutarie mondiali. Viceversa, se anche la BCE dovesse annunciare il famigerato “quantitative-easing”, la battaglia sul mercato dei cambi si concluderebbe senza né vincitori e né vinti. Il mercato resta nel complesso più erratico per quanto concerne i cross più maturi in attesa di maggiore direzionalità all’uscita delle pubblicazioni relative agli stress-tests.

 

 

                  MARKET MOVER DELLA SETTIMANA
 
Per quanto riguarda la settimana macroeconomica europea sarà una sette giorni dove elemento fondamentale sarà Giovedì 7 Maggio per la riunione Bce dove il presidente Trichet annuncerà quasi sicuramente il taglio di 25 b.p. portando il costo del denaro al minimo storico dell’ 1%. Poi ci saranno nel corso della settimana pochi elementi degni di nota dove segnaliamo Lunedì 4 la pubblicazione dell’indice PMI manifatturiero relativo al mese di Aprile e poi Mercoledì 6 Aprile l’ indice PMI dei servizi e composito relativo sempre al mese di Aprile.
Spostandoci Oltreoceano la settimana si preannuncia ricca di appuntamenti. Si iniziera’ lunedi’ con le spese per le costruzioni di marzo e i compromessi per l’acquisto di un’abitazione firmati nello stesso mese; Martedi’ sara’ il turno dell’indice Ism servizi mentre mercoledi’ la Mortgage Bankers Association rendera’ noto il dato settimanale sulle richieste di nuovi mutui. Sempre mercoledi’ sono in calendario due dati relativi al mercato del lavoro: l’indice Challenger sui licenziamenti annunciati in aprile e la stima Adp sui posti di lavoro persi nello stesso mese; Giovedi’ invece il dipartimento del Commercio rendera’ nota la prima stima sull’andamento della produttivita’ nel primo trimestre del 2009 e il dato settimanale sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione. Sempre giovedi’ e’ previsto un discorso sull’economia del presidente della Federal Reserve Ben Bernanke ed infine Venerdi’ il dipartimento del Lavoro pubblichera’ le stime ufficiali sull’andamento del mercato del lavoro in aprile.
Per quanto riguarda il quadro macroeconomico nipponico non dobbiamo segnalare appuntamenti degni di nota.
Sul fronte corporate, dopo il diluvio di trimestrali di blue chip delle scorse settimane, il programma appare piu’ leggero: tra le grandi chiamate all’esame dei mercati da segnalare solo Walt Disney martedi’ e Cisco Systems e Blackstone nella giornata di mercoledi’.

Per suggerimenti e chiarimenti scrivete a [email protected]

 

04/05/2009 | Categorie: Investimenti Firma: Vincenzo Polimeno