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Report settimanale sui mercati finanziari

Primi segnali di nervosismo. Nell’ ultima ottava abbiamo assistito ad una settimana in chiaroscuro complice da una parte le stime pubblicate dal FMI che se si verificassero metterebbero in atto la peggiore recessione dal secondo dopoguerra mentre oltreoceano ci ha pensato Geithner a stemperare il pessimismo e il ritorno all’ elevata volatilità rimarcando come la maggioranza delle banche americane abbia a disposizione più capitali del necessario zittendo così le indiscrezioni circa l’esito negativo degli stress test che verranno svelati il 4 Maggio.
A livello europeo la piazza migliore è stata Londra con il FTSE100 che ha fatto segnare una performance positiva del 1,54%, seguita dall’ indice francese, il CAC40 (+0,35%) ed infine dall’ indice tedesco il DAX30 (-0,05%) poco sotto la parità appesantito dalle performance negative di Deutsche Post e dell’ omonima Telekom. A livello settoriale dobbiamo segnalare in denaro il settore commercio (+3,84%), seguito dal settore energetico (+3,45%) ed infine da quello delle costruzioni (+1,80% mettendo in evidenza che il mercato immobiliare abbia già toccato il fondo e stia ripartendo) mentre in lettera dobbiamo segnalare il settore delle tlc (-5,42% appesantito dal tonfo di Deutsche Telekom per le revisioni al ribasso), seguito dal settore assicurativo (-3,71% calo fisiologico dopo il rimbalzo delle ultime settimane) ed infine il settore del healt care (-2,47).
Piazza Affari chiude la settimana con il settimo rialzo consecutivo con lo S&P/Mib (+0,76%) anche se è stato il peggiore dei rimbalzi complice quello detto in apertura di report..  Fra i titoli maggiori si mettono in evidenza Pirelli (+24,75% dopo la trimestrale la Bicocca ha incassato la promozione di alcune le banche d’affari. Exane Bnp Paribas ha rivisto la raccomandazione a ‘neutral’ da ‘underperform’ con target price 0,26 euro. Societe’ Generale, da parte sua, ha confermato il giudizio ‘buy’, comprare, con target price 0,3 euro. Il mercato mostra di apprezzare in particolare la conferma delle prospettive per fine anno da parte dei vertici del gruppo), Lottomatica (+13,88%) ed infine Fondiaria-Sai (+11,62% ottima settimana anche per la compagnia della famiglia Ligresti). In rosso, invece, questa settimana, Bpm (-4,30% per l’indecisione dovuta all’ elezione del presidente), Telecom (-3,43%) e Stm (-2,98% dopo il rimbalzo delle ultime due settimane è arrivato il momento del piccolo storno per il titolo dei chip anche se il sottoscritto mantiene una view positiva).
Wall Street chiude l’ ottava in lettera mettendo in evidenza la fase laterale dopo il rimbalzo avvenuto nelle scorse settimane e in attesa della fatidica data del 4 Maggio quando verranno resi noti gli stress test sulle banche Usa anche se io resto dell’ idea che il quadro borsistico comincia a mostrare i primi segnali di stanchezza. Infatti, l’indice S&P500 ha chiuso con un ribasso dello 0,39%, mentre il Nasdaq e il DJIA hanno fatto segnare rispettivamente un +1,27% (dovute alle trimestrali migliori delle attese dovute anche ai numerosi effetti maquillage) e -0,68%. In quest’ ultima settimana abbiamo assistito al rimbalzo del settore dell’ healt care (+ 35,26%), della componentistica automobilistica (+21,93%) e dei produttori di carta (+19,30%) mentre in lettera dobbiamo segnalare il settore delle banche regionali(-7,56%) e dei servizi finanziari (-5,68%)
Settimana all’ insegna della lettera per il Nikkei225 (-2,24%) peggior indice mondiale per la seconda settimana consecutiva. L’indice giapponese resta stabile sopra la soglia dei 8500 punti (8707,99) non riesce a violare la resistenza posta a 9000 punti per il rafforzamento dello yen. A livello settoriale rimbalzano il settore hi tech ed industriale mentre arretrano il settore bancario ed assicurativo.
Settimana negativa per il comparto delle commodities che ha rintracciato dopo le due settimane consecutive di guadagno. Forti rialzi per il greggio (+9,57%), l’argento (+8,06%) ed infine per il cotone (+6,78%) mentre in lettera dobbiamo segnalare il nichel (-10,03%) e i metalli non ferrosi, zinco (-9,02%), piombo (-8,32%) e rame (-6,99%).

Sul mercato obbligazionario le future mosse in materia di politica monetaria della BCE e il peggioramento delle finanze pubbliche sono stati i principali argomenti di discussione nell’arco dell’ultima settimana.
Il prossimo 7 maggio la BCE discuterà dei tassi d’interesse e delle misure non convenzionali da adottare per uscire dalla crisi economica-finanziaria. Per quella data ci sono grandi possibilità che il costo del denaro possa essere ridotto di un quarto di punto, passando dall’ 1,25% all’ 1,00%. La scorsa settimana diversi membri della BCE (Orphanides e Weber) si sono dichiarati favorevoli a un nuovo taglio dei tassi, tenuto conto delle difficoltà riscontrate dall’economia e dell’arretramento dell’ inflazione (secondo il FMI il CPI quest’anno dovrebbe segnare un +0,4% y/y e nel 2010 un +0,6% y/y).
Nel corso della settimana lo spread di rendimento BUND/BTP si è ristretto a 114 punti base sulla scia forse delle nuove stime di crescita del PIL per le due aree rilasciate dal Fondo Monetario Internazionale (Italia: -4,4% y/y nel 2009 e -0,4% y/y nel 2010; Germania: -5,6% y/y nel 2009 e -1,0% y/y nel 2010). Il contratto -future sul decennale, dopo aver avviato le contrattazioni a quota 121,78 punti, ha scambiato nell’intervallo di prezzo 121,72–123,47 per poi attestarsi nel finale a 122,46 punti, in rialzo di oltre mezza figura. Graficamente parlando un livello di supporto dinamico dovrebbe essere quella dei 121,00 punti mentre la prima resistenza coinciderebbe con la media mobile a 100-giorni (123,7 4 punti). La curva dei rendimenti ha finito per arretrare. Il titolo a 2-anni si è attestato in area 1,38% (-9 bp), il 5-anni al 2,4 0% (-5 bp), il 10-anni al 3,19% (-8 bp). Per il rendimento del decennale un’importante area grafico-tecnica sarebbe rappresentata dalla parte alta di un canale discendente (3,20%) entro il quale ha finito per muoversi dallo scorso mese di novembre. Sul downside invece una probabile area di test potrebbe coincidere con la media mobile a 100-giorni (3,11%). Il mercato obbligazionario ha trovato finora nella recessione mondiale e nel pericolo di “deflazione” un valido alleato nel suo percorso rialzista. Di contro i maggiori rischi sono rappresentati dall’attivismo delle banche centrali (allargamento della base monetaria) nel tentativo di combattere la crisi, dalle paure di un nuovo surriscaldamento dei prezzi nel medio – lungo termine e nel timore di un robusto appesantimento dei conti pubblici.
Oltreoceano durante la scorsa ottva i titoli di stato americani hanno mostrato vulnerabilità, perdendo terreno sulle parti a lungotermine della curva americana, in un contesto nel complesso favorevole alle asset-classes rischiose e sfavorevole dunque ai titoli di stato. Ci si avvicina sempre più alla fatidica data del 4 maggio, giorno in cui saranno pubblicati gli esiti degli stress-tests relativi alle 19 banche americane aventi assets superiori ai 100 miliardi di dollari. Questo newsflow potrebbe caratterizzare l’andamento dei mercati finanziari ed in caso di esiti positivi, potrebbe far soffrire i titoli di stato USA. La situazione del credit-crunch resta comunque critica.

Il mercato dei cambi continua a trascinarsi verso date salienti che ne potrebbero cambiare la natura: ci si riferisce a quella del 4 maggio, giorno in cui saranno pubblicati gli esiti degli stress-tests condotti da Geithner sulle 19 banche americane e a quella del 7 maggio, giorno in cui la BCE si riunirà per decidere in materia di politica monetaria europea, l’unica banca centrale, tra quelle mature, a non aver optato per l’espansione di base monetaria. Dagli stress-tests scaturirà una reazione importante sull’equity-market e poi a cascata anche sull’FX-market. Il quadro del divenire del credit-crunch non sembra cambiato, stando a guardare anche quanto diramato nel Financial Stability Report redatto dall’International Monetary Fund, sebbene dopo il G-20 i mercati finanziari abbiano deciso di sposare più propositività e minore avversione al rischio, premiando le divise emergenti e ricacciando in basso le divise a-cicliche. Il cambio chiave attorno a cui si annida estrema volatilità e a cui si legano significati poliedrici e chiavi di lettura salienti per tutte le asset classes finanziarie potrebbe essere l’euro-yen, cross questo che ha nelle ultime sedute testato l’ampia area di supporto posta a 124,18-127,31, zona da cui il cambio ha provato a rimbalzare, grazie anche a trimestrali più benevole sul fronte della Corporate-America. Sarà difficile per il cambio violare i supporti eventualmente prima del risultato degli stress tests.
Un’eventuale positività legata all’esito dei tests potrebbe rilanciare di gran carriera l’euro-yen verso l’alto, accompagnando un eventuale rally dei titoli finanziari e dell’equity-market, una contrazione dei corporate-spreads, con migliore performance di tutte le divise emergenti e cicliche ai danni di quelle classiche. Viceversa un loro esito negativo potrebbe far ripiegare il cambio verso il basso, danneggiando le asset-classes più rischiose e compromettendo lo spunto rialzista delle divise emergenti. Ci si trova di fronte ad un momento di test importante per i mercati, con le autorità americane che faranno di tutto per cercare di raddrizzare il credit-crunch e produrre un’altra gamba di rally delle assetclasses più rischiose. In tutto questo l’euro-dollaro ha lasciato intendere col suo price-action di voler oscillare nel rispetto di una neutralità di fondo, solcando più volte il punto di Fibonacci di 1,3056, senza subire grossi scossoni. Sulla parte bassa è stato intra-week toccato il punto di 1,2886, mentre sulla parte alta si guarda nell’immediato ai livelli di 1,3210, dove passa la media-mobile a 100-giorni. L’euro sulla carta in chiave teorica resta favorito, soltanto per il fatto che la BCE resta l’unica banca centrale a non aver sposato il “quantitative-easing”. Le banche centrali come la Federal Reserve e la Bank of England, continuano a comprare i propri titoli di stato per tenere bassi i tassi sulle parti a lungotermine al fine di favorire la ripresa e di immettere liquidità nei propri sistemi macro. Molto dipenderà dall’eventuale decisione della BCE in materia di misure monetarie di tipo non-convenzionali. Se anche la BCE dovesse adottare l’espansione di base monetaria la battaglia sull’FX-market potrebbe concludersi senza né vincitori e né vinti. Intanto in settimana a provare a muoversi è stato l’euro -sterlina, che, avendo disegnato un minimo a 0,8786, è rimbalzato a ridosso di 0,9000, a ridosso delle resistenze, che in diverse, passano tra 0,9000 e 0,9100. L’euro sterlina ha come supporti il livello di 0,8767 prima e quello di 0,8565, dove passa la media-mobile a 200-giorni inviolata da ottobre 2008. Sulla parte alta il superamento di 0,9100 è necessario affinché si riapra la strada del trend ribassista, negli ultimi tempi abbandonata.

 

                       MARKET MOVER DELLA SETTIMANA
 
Per quanto riguarda la settimana macroeconomica europea sarà una sette giorni dove dobbiamo segnalare solo due appuntamenti degni di nota complice la chiusura anticipata dei mercati per la festività del primo maggio. In primis Lunedì 27 ci sarà il discorso di Trichet alla New York Fed mentre mercoledì 29 ci sarà la pubblicazione dell’ indice di fiducia dell’ economia relativo al mese di aprile ed infine giovedì 30 ci sarà la pubblicazione del Cpi a/a relativo al mese di aprile, in Germania la variazione dei numeri di disoccupati e le vendite al dettaglio a/a.
Spostandoci Oltreoceano Lunedì 27 ci sarà la pubblicazione del dato di aprile dell’indice della Fed di Dallas, mentre martedi sara’ il turno dell’indice Case-Shiller sulle variazioni dei prezzi delle abitazioni in febbraio e della fiducia dei consumatori di aprile misurata dal Conference Board;poi sempre martedi’ iniziera’ il vertice del Fomc che si concludera’ mercoledi’ con la decisione sui tassi: scontata una conferma ai valori attuali (0-0,25%); mercoledi 29  e’ prevista la prima stima sul pil del primo trimestre e le previsioni sono per uno scivolone del 6,3%; Giovedì 30 sarà la volta dei dati di marzo sul reddito personale e sulle spese per i consumi oltre che l’indice sul costo del lavoro relativo al primo trimestre ed infine Venerdi’ 1 Maggio chiuderanno la settimana la fiducia dei consumatori misurata dall’universita’ del Michigan e l’Ism manifatturiero, entrambi relativi al mese di Aprile.
Per quanto riguarda il quadro macroeconomico nipponico dobbiamo segnalare Martedi 28 la pubblicazione dell’ indice di fiducia delle imprese e le vendite al dettaglio a/a relative al mese di marzo; Giovedì 30 la pubblicazione del dato preliminare della produzione industriale m/m relativo al mese di marzo ed infine Venerdi 1 Maggio la pubblicazione dei consumi delle famiglie a/a e la pubblicazione del Cpi a/a e il Cpi a/a ex – alim.freschi.
Sul fronte corporate, dopo il diluvio di trimestrali di blue chip di questa settimana, il programma appare piu’ leggero: tra le societa’ chiamata alla prova dei mercati, da segnalare Verizon (lunedi’), Pfizer e Sun Microsystems (martedi’), Time Warner (mercoledi’) ed Exxon, International Paper e Motorola (giovedi’).

Per suggerimenti e chiarimenti scrivete a [email protected]

 

27/04/2009 | Categorie: Investimenti Firma: Vincenzo Polimeno