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Report settimanale sui mercati finanziari

E la tempesta non si arresta. Nell’ottava appena trascorsa abbiamo assistito ad una settimana di ribassi nonostante l’investitura ufficiale del nuovo presidente americano Barack Obama vista come un toccasana dall’intero mondo finanziario . La peggiore piazza a livello europeo è risultata la Francia dove il CAC400 ha registrato un -5,56 % seguita dall’indice DAX30 tedesco con un – 4,29% e poi infine Londra dove il FTSE100 ha registrato un – 2,28%. A livello settoriale, hanno evidenziato una decisa debacle, il settore assicurativo che è stato il peggiore (-14,55%) seguito dal bancario (-13,40%) ed infine quello dell’auto (-9,40%) . Tra i settori in luce dobbiamo segnalare la sola performance positiva del settore healtcare.
Piazza Affari ha archiviato l’ottava ancora in lettera con l’S&P/Mib in ribasso  del 7,59%. Tra i principali titoli in denaro segnaliamo le buone performance di Finmeccanica (+4,01% grazie al report positivo di Merrill Lynch che ha migliorato la raccomandazione sul titolo portandola da neutral a buy, con contestuale incremento del prezzo obiettivo da 10 a 13,50 euro, il 10-15 per cento al di sopra dei valori correnti), Prysmian (+3,87% dopo che Goldman Sachs la scorsa settimana ha promosso il titolo con un buy), Snam (+2,58%) e Parmalat (+2,54% sulle voci di interessamento per una casearia svizzera che porterebbe alla fusione di Parnmalat con Granarolo).Tra i maggiori ribassi segnaliamo Tiscali (-24,54% dove a deprimere le quotazioni ci ha pensato un report negativo di Citigroup e le voci di corridoio che De Benedetti stia dismettendo le sue partecipazioni acquistate su suggerimento dell’ ex premier Romano Prodi ), Fiat (-22,56% per i dati negativi relativi alla pubblicazione dei conti, la non distribuzione del dividendo per le sole azioni ordinarie e per l’ ufficializzazione dell’ alleanza con Chrysler che a mio parere è un’altra grande mossa del grande Marchionne che il mercato non ha saputo bene interpretare ed infine Unicredit (-19,53% per la crisi che ha colpito l’intero comparto ).
All’insegna del bear anche Wall Street con l’ S&P 500 che ha perso il 2,14% ed il Nasdaq in flessione del 3,40% per le pessime perofrmances che hanno colpito il settore bancario e finanziario.
Bear anche il Giappone con il Nikkei che ha registrato una performance negativa dell’ 5,89% ritornando sotto quota 7.800 punti, spinto al ribasso dai titoli finanziari ed immobiliare.

Per quanto riguarda il mercato obbligazionario la settimana si è chiusa contrastata, in rialzo sul lungo termine ed in lieve calo sul breve, portando ad un allargamento dello spread 2-10 anni, salito a 180 pb da 167. Resta sopra i 150 pb il differenziale sul decennale Italia-Germania, mentre quello Grecia-Germania si mantiene in prossimità dei 300 pb. In Francia, secondo quanto riportato da Ft, il governo concederà ad Airbus una garanzia di 5 Mld€ sul credito, al fine di sostenere le vendite. Sul fronte macro gli indici Pmi manifatturiero e servizi dell’intera area a gennaio sono risultati migliori delle attese, rimanendo comunque abbondantemente sotto la soglia dei 50. Intanto il Fmi ha annunciato che ridurrà nuovamente le stime di crescita. Prosegue il rialzo dei depositi delle banche presso la Bce, nonostante l’Istituto abbia abbassato il tasso di remunerazione. Venerdì i depositi ammontavano a 198 Mld€ dai 189 Mld del giorno prima. Intanto Mersch, membro della Bce, ha dichiarato che sarebbe piuttosto complicato in area Euro porre in essere una politica di quantitative easing sull’esempio di Fed e BoE. Sul decennale la resistenza passa per 3,30%. Negli Usa tassi di mercato in rialzo sulla scia della sostanziale tenuta dei mercati azionari lo scorso venerdi grazie al recupero di energetici e finanziari. Il rialzo dei tassi si ricollega anche alle recenti parole del futuro ministro del tesoro Geithner che, accusando la Cina di manipolazione dei cambi, implicitamente potrebbe compromettere il forte beneficio per gli Usa derivante dall’acquisto di Treasury. La Cina infatti dallo scorso ottobre è diventato il primo detentore al mondo di Treasury. Il rialzo dei tassi di mercato sta aumentando l’attesa degli operatori su un’eventuale decisione della Fed questa settimana (nel corso del meeting che si concluderà il prossimo mercoledì) in merito alla preannunciata possibilità di spingersi fino ad acquistare titoli di stato a lungo termine. La scorsa settimana il Wsj aveva escluso una decisione imminente in questo senso. Sul fronte emissioni governative, la settimana in corso si preannuncia molto densa con ammontare atteso pari a 78Mld$ su scadenza da 2 a 20 anni, a partire dall’emissione da 8Mld$ sul Tips a 20 anni attesa oggi stesso. Inoltre è atteso un folto calendario di emissioni sul segmento a breve termine per un ammontare superiore ai 60Mld$. Nel breve possibile il riavvicinamento all’area 2,75% sul decennale, in attesa della decisione della Fed del prossimo mercoledì.

La settimana valutaria, invece, è trascorsa all’insegna della stabilità rispetto al rapporto euro/dollaro dopo aver testato l’importante supporto in prossimità di 1,2760. Tale livello rimane confermato anche per oggi con prima resistenza a quota 1,3030. Andamento altalenante per lo Yen vs Dollaro con il cross che si colloca poco al di sotto della resistenza 89,60. Il supporto è collocato a 87,12. Verso Euro la resistenza si colloca a 117,50, il supporto a 112,10.

Infine settimana positiva per le materie prime con poche eccezioni negative, come ad esempio il gas naturale (-3,5%) su attese di scorte abbondanti negli Usa. In rialzo ai massimi da 2 settimane il greggio Wti su attese di ridimensionamento delle scorte alla luce dei tagli alla produzione implementati dall’Opec. In rialzo anche i metalli industriali, tra i quali segnaliamo il rame (+5,3%) in crescita a causa di un terremoto in Cile che potrebbe arrecare danni alla produzione. Prosegue il rialzo dell’oro (+4,3%) giunto prossimo ai 900$. Positivi anche gli agricoli guidati dal cotone (+3,5%) su forte aumento delle esportazioni Usa.

                     I MARKET MOVER DELLA SETTIMANA
Per quanto riguarda la settimana macroeconomica sarà una sette giorni ricca di appuntamenti. A livello europeo si comincerà Martedì con la pubblicazione dell’indice IFO tedesco relativo al mese di Gennaio poi Giovedì 29 sarà la volta dei dati relativi alla fiducia dei consumatori, dell’economia e dell’industria per poi concludere Venerdi 30 con la pubblicazione del CPI stimato a/a.
Oltreoceano si comincerà Lunedì con la pubblicazione delle vendite case esistenti m/m relative al mese di dicembre per poi proseguire martedì con la fiducia dei consumatori, poi Mercoledì 28 sarà la volta del FOMC con la decisione dei tassi dove non si attendono variazioni, Giovedì 29 con la pubblicazione degli ordini dei beni durevoli e le nuove richieste di disoccupazione e poi si concluderà Venerdi 30 con la pubblicazione del Pil t/t annualizzato e della fiducia dell’Università Michigan. Infine, anche la settimana nipponica sarà degna di nota e si comincerà Martedì 27 con la minute da parte della BOJ relativa al mese di dicembre e l’indice dei prezzi servizi aziendali a/a, per poi proseguire mercoledì con la pubblicazione della fiducia delle piccole società, poi Giovedì sarà la volta della pubblicazione delle vendite al dettaglio a/a ed infine Venerdi 30 si assisterà alla pubblicazione di numerosi dati quali il CPI nazionale a/a, la produzione dei veicoli, l’apertura di cantieri e la produzione industriale. Infine voglio segnalare che nell’ after hours americano sarà una settimana ricca di pubblicazioni di dati societari tra i quali spiccano Yahoo, American Express e Ford Motor.

Per suggerimenti e chiarimenti scrivete a [email protected]

26/01/2009 | Categorie: Investimenti Firma: Vincenzo Polimeno