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Report settimanale sui mercati finanziari

Nella settimana appena trascorsa abbiamo assistito ad uno scatto d’orgoglio dei principali listini mondiali sostenuti dall’ennesimo salvataggio effettuato dallo Stato americano, questa volta nei confronti di Citigroup, una delle banche piu’ antiche d’ America, con radici che risalgono al 1812. A livello europeo Londra ha fatto segnare una performance positiva del 13,41%, seguita dall- indice francese, il Cac40 (+13,24%) ed infine dal tedesco Dax (+ 13,13%). Fra i principali rialzi dobbiamo segnalare i rialzi di Deutsche Bank (48,83%), Allianz (39,82%) mentre tra i principali ribassi segnaliamo Gdf Suez (7,54%) e Volkswagen (23,20%). A livello settoriale si evidenzia lo sprint delle risorse di base (26%), seguita dagli assicurativi (19,39%) mentre l unico comparto negativo  quello dell auto (meno 2,17%).

Piazza Affari chiude la settimana in verde con lo S&P/Mib (+7.83%). Fra i titoli maggiori si mettono in evidenza: Prysmian (+40.5%) Ifil (+31.79%) e Tenaris (+18.9%) . In rosso, invece: Pirelli Re (-12.92%), Terna (-6.61% bocciata dal taglio della raccomandazione da parte di Jp Morgan) e Mediobanca (-4.81%).
A stupire è stata la reazione dei mercati americani con l’indice S&P500  che ha chiuso la migliore settimana degli ultimi 34 anni con un rialzo del 12%, grazie alle speculazioni sul fatto che i salvataggi del governo americano riusciranno a far ripartire l’economia. La striscia positiva a 5 giornate, con una performance complessiva pari a +19%,[  la migliore in assoluto dal 1993. In quest’ultima  ottava si è osservato pure il riscatto di General Motors (+81,94%) e di Ford (+93,53%): i titoli delle due case automobilistiche di Detroit hanno beneficiato delle attese per l’audizione al Congresso di domani quando verrà deciso se stanziare o meno 25 miliardi di dollari per tentare di risollevare le sorti dei due colossi in crisi.

Settimana all’ insegna del denaro anche per il Nikkei225 (7,60%) sostenuto dal comparto immobiliare (Ntt Urban 27,94%) e Sumitomo (16,72%).

Sul fronte obbligazionario a livello europeo il contratto future sul decennale, dopo aver avviato le contrattazioni a quota 120,71 punti, ha finito per scambiare nell’intervallo di prezzo 119,77 – 121,79 per poi attestarsi nel finale a 121,47 punti, in rialzo di oltre mezza figura. La curva dei rendimenti, eccezion fatta per le ultime due settimane, ha finora registrato un movimento di steepening a fronte di tassi sulle scadenze a breve in calo per l’accentuarsi del quadro recessivo e di tassi sulle lunghe scadenze penalizzati dal possibile aumento del deficit pubblico. Il tasso a 2 -anni nell’ultima settimana si è attestato al 2,19% (+10 centesimi), il 5-anni al 2,65% (-1 centesimi), il titolo decennale al 3,26% (-13centesimi) e il 15-30 anni tra il 3,72% e il 3,92%.

Il recente interventismo dei vari governi e banche centrali ha permesso sul mercato interbancario al tasso EURIBOR a tre mesi di scendere ulteriormente, raggiungendo il 3,85%, livello minimo mai registrato dal lontano 8 marzo 2007. Proprio a fronte di attese di un peggioramento del debito pubblico maggiore in Italia che non negli altri Paesi europei, si è ampliato lo spread tra BTP e BUND a 123 punti base. Per l’investitore con un certo grado di avversione al rischio sarebbe preferibile perseguire una duration di portafoglio contenuta in un contesto di mercati finanziari ancora molto volatile come quello attuale.

Oltreoceano durante l’ottava i titoli di stato americani sono stati investiti da decisi flussi in acquisto sulla parte a lungo-termine della curva dei rendimenti. Ad essere comprati sono stati i treasuries con scadenza 10-anni e 30-anni. I tassi a 10-anni sono perfino caduti al di sotto della soglia del 3,00%,disegnando il minimo record a 2,89%. I treasuries con scadenza 30-anni si sono apprezzati fino a toccare un rendimento minimo record di 3,44%.

Questo trend dei tassi a lungo-termine implica che il mercato possa aver iniziato a scontare una futura deflazione. L’idea che gli Stati Uniti a questo punto possano ricalcare l’esempio giapponese di deflazione è largamente diffusa e condivisa da una schiera di addetti ai lavori. Solitamente il mercato obbligazionario si muove con largo anticipo rispetto al ciclo macroeconomico. Tuttavia, per ora la sua robustezza è sinonimo di un quadro micro -macro vulnerabile, con ancora poca luce alla fine del tunnel.
Il bond-market da questo punto di vista può continuare a prosperare anche perché la Federal Reserve farà di tutto per tenere il costo del denaro in basso, così da finanziare più agilmente il debito pubblico. La crisi finanziaria in divenire sostiene tuttora i temi governativi, che potranno invertire la rotta e deprezzarsi soltanto in caso di sintomi di miglioramento da parte dell’housing-market, arena da cui è partita la crisi.

Sul mercato valutario abbiamo assistito ad un apprezzamento dell-euro nel confronto del dollaro statunitense dopo essersi spinto venerdi fino a 1,2960.
Sta pertanto continuando il trading range (1,2330 ; 1,3080) in essere da circa un mese. Per la prossima settimana il primo supporto passa a quota 1,2560. Lo yen continua a mantenersi stabile nei confronti del dollaro, mentre si [ lievemente apprezzato vs Euro. La resistenza e adesso costituita dal vecchio livello di supporto collocato a 121,80 mentre il nuovo supporto a 117,70. Infine segnaliamo il forte deprezzamento dello yaun nei confronti del dollaro tornato ai minimi di meta giugno sulla speculazione che il governo voglia indebolire lo yuan per sostenere la crescita economica.

L’ultima settimana non ha riservato grandi novità per quel che riguarda il mercato delle materie prime se non qualche timido segnale di risveglio. Il pessimismo continua a pesare sul mondo delle commodities. I maggiori rialzi della settimana hanno interessato il cotone (11,61), il cacao (9,31%) mentre in lettera troviamo il piombo (6,8%) e lo zinco (3,9%).

MARKET MOVER

Il calendario europeo, questa settimana risulta scarno di appuntamenti dove la rilevazione del dato piu importante sara fissato per il 2 dicembre (prezzi alla produzione).
Sul fronte dei dati macroeconomici, Wall Street e’ attesa invece da una settimana che si preannuncia ricca di appuntamenti. Si iniziera’ oggi con la pubblicazione dell’indice Ism manifatturiero di novembre e del dato di ottobre sulle spese per le costruzioni. Sempre oggi sono attesi due importanti  discorsi: il primo a Austin in Texas del governatore della  Fed Ben Bernanke sullo stato dell’economia e il secondo del Segretario del Tesoro Henry Paulson che fornira’ a Washington un aggiornamento sulla lotta alla crisi finanziaria.

Martedi’ sara’ invece il turno dei dati di vendita delle grandi di Detroit, attese a una nuova drastica flessione del giro d’affari. Mercoledi‘ invece la societa’ privata di collocamento, Adp, rendera’ nota la sua stima sui posti di lavoro persi in novembre (vede la perdita di 157.000 impieghi) e nella stessa giornata il governo fornira’ la sua stima aggiornata sulla crescita della produttivita’ nel terzo trimestre. In calendario sempre per mercoledi’, infine, l’Ism servizi di novembre e Beige Book, vale a dire il rapporto periodico sullo stato dell’economia pubblicato ogni sei settimane dalla Fed.
Infine sul fronte giapponese si segnalano pochi appuntamenti settimanali dove il piu rilevante sara quello del 4 dicembre relativo alle spese capitali.

03/12/2008 | Categorie: Investimenti Firma: Vincenzo Polimeno