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Quando la crisi non colpisce: il caso di Gardaland

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Questa crisi, si sa, non è certo un bene per l’economia reale e se, come ha recentemente fatto notare un giornalista illustre come Gad Lerner, i segnali di diffuso ottimismo (“siamo fuori dal tunnel”) si sentono solamente da chi è riuscito a “mantenere la propria poltrona” nonostante la crisi, ci sono invece altre realtà per le quali l’attuale difficoltà economica internazionale si sta rivelando un’occasione di sviluppo del business.

In questo contesto è senz’altro da analizzare il caso di Gardaland, principale parco di divertimento italiano, che ha visto nel 2008 una significativa crescita che, molto probabilmente, verrà confermata anche nel 2009.

“Il 2008 e’ stato un anno da record per l’Ebitda, salito a 50,6 milioni, e anche per il risultato operativo che si e’ attestato a 37,5 milioni, a fronte di ricavi in crescita del 5% a 122 milioni“- ha commentato recentemente Aldo Maria Vigevani, amministratore delegato di Gardaland srl, all’indomani dell’assemblea dei soci che ha approvato il bilancio 2008. “I primi mesi del 2009 – ha proseguito Vigevani – tenuto conto delle pessime condizioni climatiche e della crisi economica, stanno registrando un buon andamento. Per l’intero 2009 ci aspettiamo una crescita delle presenze nell’ordine dell’1,5-2% (+9% a 3 milioni i visitatori nel 2008 , ndr) a fronte di ricavi sostanzialmente stabili”.

Dati sicuramente interessanti dato il particolare contesto economico ma, ancor più interessanti per comprendere la reale reazione a questa crisi dei consumatori sta nel fatto che “non stiamo notando – ha proseguito Vigevani – un impatto della crisi economica sul numero di presenze, quello che invece stiamo registrando e’ una maggiore consapevolezza di spesa da parte dei visitatori una volta entrati nel parco divetimenti”, che, di fatto, presentano una maggiore oculatezza nelle spese extra (gadgets, food, ecc).

In questo contesto di crisi quindi i consumatori si stanno orientando, relativamente alle proprie vacanze, alla ricerca di “gite fuori porta” che, se da un lato, consentano di contenere le spese del bilancio familiare, dall’altro portino a trascorrere un’intera giornata spensierata immersi nel divertimento.

Dal punto di vista economico queste considerazioni non sono di certo sfuggite ai grandi investitori infatti che quello dei parchi di divertimento sia un investimento interessante lo dimostra anche il fatto che Gardaland e’ stata acquisita nel 2006, attraverso un’operazione di “leverage buyout” (Lbo), da Merlin Entertainment Group, secondo gruppo al mondo per numero di visitatori nel settore dei parchi divertimento a sua volta fortemente partecipata da uno dei più grossi fondi di private equity: Blackstone.

E per gli appassionati di Gardaland concludiamo con queste ulteriori dichiarazioni “oltre al lancio di una nuova attrazione nel 2009 (Ramses:il risveglio) e nel 2010, per il 2011 e’ previsto un grande investimento per Gardaland, dopo quello di “Mammut” del 2008, nell’ordine dei 10-15 milioni di euro, per la realizzazione di un rollercoaster veramente spettacolare“. Buon divertimento quindi e speriamo che, presto tutta l’economia reale possa cantare “siamo fuori dal tunnel”…

19/05/2009 | Categorie: Il caso della settimana Firma: Jonathan Figoli