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Qualità della vita 2021: tra luci di ripresa e l’ombra dell’inflazione sul Natale

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La recente classifica pubblicata dal Sole 24 Ore riporta la panoramica del livello della qualità della vita raggiunto nel 2021 e delle città virtuose che si sono distinte

La recente classifica pubblicata dal Sole 24 Ore permette di avere una panoramica del livello della qualità della vita raggiunto nell’anno in corso e delle città italiane “virtuose” che si sono distinte. Tra i primi capoluoghi che hanno scalato la classifica nel 2021 abbiamo tre città del nord-Italia: Trieste, Milano e Trento. Dai dati si rileva, inoltre, come continua ad essere evidente il peso dell’inflazione che va ad accentuare il divario tra le città del nord e quelle del sud e di conseguenza ad influire sulle scelte di acquisto degli italiani soprattutto in prossimità delle feste natalizie.

La classifica 2021 sulla qualità della vita premia Trieste

La classifica sulla qualità della vita trasmessa da Lab24 del Sole 24 Ore si basa su 90 indicatori provinciali, suddivisi in sei categorie quali:

  1. Ricchezza e consumi
  2. Affari e lavoro
  3. Demografia, società e salute
  4. Ambiente e servizi
  5. Giustizia e sicurezza
  6. Cultura e tempo libero

Quest’anno Trieste risulta la città con la migliore qualità della vita, andando a superare il capoluogo lombardo e Trento. In particolare, la categoria in cui si mostra più virtuosa è quella relativa a Cultura e al tempo libero, registrandosi il centro urbano dove si legge di più (con una media di 34,4 copie di quotidiani, mensili e settimanali acquistati ogni 100 abitanti). La spesa per la cultura, infatti, è in prima posizione per i comuni triestini, seguita da quella destinata al patrimonio museale e alla formazione. Inoltre, la città si posiziona seconda in classifica nella categoria Affari e lavoro e quarta in Ambiente e servizi.

La classifica 2021 sulla qualità della vita: la riconferma di Trento e la risalita post-pandemia di Milano

Al secondo e al terzo posto nella classifica sulla qualità della vita troviamo delle riconferme e dei ritorni. Milano recupera il secondo, dopo lo scivolo alla dodicesima posizione nel 2020 per effetto della crisi pandemica; mentre alla terza si riconferma Trento, centro virtuoso un po’ in tutte le categorie prese in analisi dalla classifica ma che nel 2021 si distingue particolarmente per gli investimenti in startup innovative (16 ogni mille società di capitali).

Milano riconquista una buona posizione in classifica anche in rifermento alla categoria Ricchezza e consumi, dove si posiziona al secondo posto in relazione ai Depositi bancari delle famiglie consumatrici (con un valore di 27.933,30 euro pro capite). Il dato dimostra un certo timore nello spendere e nell’investire o forse – complice la crisi economica da covid-19 – è lo specchio della loro storica propensione al risparmio degli italiani.

La classifica 2021 sulla qualità della vita e gli effetti della ripresa post-covid sul tessuto economico italiano

In relazione alla qualità della vita e agli effetti a lungo termine della crisi economica da covid-19, per alcuni dei 90 indicatori presente nella classifica del Sole 24 Ore ci si è basati su un’indagine a sé stante che ha preso in considerazione la variazione annua dei trend (con 28 indicatori su 90 riferiti esplicitamente al 2021). Lo scopo è stato quello di monitorare l’impatto della pandemia (passata e in corso) e della ripresa economica auspicata e in attesa di consolidamento.

Diversi sono i dati presenti nella classifica che ci permettono di essere speranzosi, soprattutto quelli riguardanti la crescita del valore aggiunto per abitante (+7,5% rispetto al 2020) e del mercato immobiliare, dove le città del nord-Italia mantengono saldi i prezzi di vendita per gli immobili (in calo invece nei centri del sud).

Lato investimenti e innovazione, la classifica mostra una maggiore dinamicità del tessuto imprenditoriale. Nel 2021, infatti, si è notato un aumento del 27% di imprese che fanno e-commerce e del 18,5% di startup innovative. Sul fronte gestione delle aziende, invece, il (parziale) sollievo post-covid ne ha comportato una gestione più efficiente per ciò che concerne il rispetto dei pagamenti e delle scadenze.

Inflazione mai così alta nel 2021: come influisce nelle scelte di acquisto in vista delle spese di Natale

Nonostante l’anno in corso avrebbe dovuto essere caratterizzato dalla ripresa economica post-covid – e i dati riportati nella classifica sulla qualità della vita 2021 ci mostrano un incoraggiante spiraglio luminoso – tuttavia, i dati relativi all’inflazione ci mostrano come tale fenomeno abbia rallentato e in certe situazioni bloccato i consumi degli italiani, anche in vista delle prossime festività natalizie.

I dati trasmessi dall’ufficio studi di Confcommercio, di fatto, ci danno una panoramica della spesa complessiva per i consumi di dicembre 2021 che si attesterà inferiore del 10% rispetto al 2019. Questo minore potere d’acquisto per le famiglie italiane è dovuto non solo all’inflazione (mai così alta dal 2012), ma anche ai rincari delle bollette e ai problemi di approvvigionamento delle forniture.

Inflazione e rincari delle bollette: il previsto taglio delle tasse può salvare il Natale 2021?

Quest’anno, quindi, per i regali di Natale si spenderanno all’incirca 158 euro pro capite (l’8% in meno rispetto al 2019 e il 36% in meno rispetto al 2009) e, nonostante le preferenze degli italiani per i doni natalizi restino salde (giocattoli, tecnologia, casalinghi, prodotti per la cura della persona ecc.), l’aumento dell’inflazione rischia di pesare fortemente sui loro consumi e le loro decisioni di acquisto.

Tuttavia, una soluzione per abbassare il tasso di inflazione in Italia potrebbe essere quella proposta da Carlo Sangalli – presidente di Confcommercio – che così commenta i dati relativi all’inflazione: “La crescita dei consumi a Natale rischia di essere frenata dai timori per la pandemia, dall’inflazione e dai costi dei consumi obbligati. Per rilanciare la fiducia occorre accelerare il previsto taglio delle tasse, a cominciare da Irpef e oneri contributivi a carico delle imprese”.

Il PNRR come incentivo per ridurre l’inflazione e migliorare la qualità della vita degli italiani

Dai dati presenti nella classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita si è evinto come le famiglie italiane mantengano anche nel 2021 un atteggiamento ispirato alla prudenza e al risparmio in merito ad acquisti e consumi, anche in vista delle spese legate al Natale. Ma per arrivare ad un effettivo miglioramento della loro qualità della vita bisognerà attuare una vera e propria transizione “culturale” al fine di abbattere le disuguaglianze, a partire da quelle territoriali, di genere e generazionali.

Per raggiungere tali scopi sarà fondamentale partire da obiettivi imposti per legge ed imparare a misurare i risultati impiegando, ad esempio, i fondi previsti dal PNRR per arrivare a dei traguardi intermedi che potranno gradualmente ridurre i tassi di inflazione e di conseguenza innalzare la qualità della vita dei cittadini.

17/12/2021 | Categorie: Economia e Dintorni , Il caso della settimana Firma: Giulia Panebianco