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Quale previdenza per il Consulente Finanziario Indipendente?

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Da qualche anno, ed in modo più marcato dall’ introduzione della Mifid, si parla sempre più frequentemente di consulenza finanziaria indipendente, una libera professione –  come quella dei notai o degli avvocati –  svincolata da budget aziendali, da legami di sorta con Società mandanti o Case prodotti –  dove le prestazioni rese sono remunerate direttamente dal Cliente. 

 

E’ tempo quindi di esaminarne – se ve ne sono – gli aspetti e/o le ricadute sul piano previdenziale delle  problematiche scaturenti  dalla attività di  questa nuova figura professionale, che – ricordiamolo –  si svolge senza il cordone ombelicale che ha collegato da sempre il Promotore Finanziario tradizionale   all’INPS ed all’ENASARCO, sia dal versante dei diritti che da quello degli obblighi da assolvere.

 

Per esemplificazione, si pensi alla situazione di un soggetto di 50 anni, che ha lavorato quindici anni come bancario e altri dieci come Promotore Finanziario e che dal prossimo anno intenda diventare Consulente Finanziario Indipendente, facendosi remunerare le prestazioni direttamente dal Cliente. In questa ipotesi, mancano 15 anni al compimento dell’età pensionabile sia per l’INPS che per l’ENASARCO, ma mentre per il primo Ente il requisito contributivo minimo (20 anni)  risulta abbondantemente superato (e pertanto la pensione di vecchiaia sarà liquidata senza problemi),  per l’ENASARCO mancano all’appello dieci anni di ulteriore contribuzione, senza i quali i contributi fin qui versati saranno da considerare “perduti” e nessun  diritto a pensione potrà essere invocato.

Per sanare questa situazione di grave insufficienza, è indispensabile il ricorso al versamento volontario della contribuzione mancante,  da spalmare comunque nei prossimi quindici anni : stando alla normativa ENASARCO,  per un soggetto che negli ultimi tre anni abbia superato il massimale provvigionale i costi  ammontano ad euro 3.313,98 per un anno da accreditare, che peraltro sono annualmente adeguati in base al tasso di inflazione.

 

Discorso diverso per l’INPS : il soggetto ha  davanti a sé due strade :  la prima,  è caratterizzata dalla attesa senza interventi di sorta della pensione ordinaria di vecchiaia che l’INPS liquiderà al soggetto al compimento del suo 65° anno di età, sulla base della complessiva contribuzione maturata attualmente, senza pagare nulla a titolo di contributi.  La seconda è invece rappresentata dalla prosecuzione della assicurazione , con contributi volontari da versare  nel Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti (come ex bancario) oppure nella Gestione Speciale Commercianti, e sempre se si desideri incrementare l’importo della pensione spettante, attraverso ulteriore contribuzione anche se a  carattere volontario.

 

Per saperne di più sui costi da affrontare, si tenga conto che per determinare gli oneri da sostenere per un anno di versamenti volontari nel Fondo Dipendenti, l’INPS va a ricercare lo stipendio dell’ultimo anno di lavoro come bancario per applicarvi l’aliquota del 30,08% fino al limite di 40.725 euro (+ l’1% per l’eccedenza a tale massimale). Fatti quattro conti, ad una retribuzione imponibile di ultimo anno di 63.000 euro corrisponderanno circa 20.000 euro da versare volontariamente perchè venga accreditato un solo anno di contribuzione. 

Costi minori si prevedono ove la autorizzazione venga richiesta alla Gestione Speciale Commercianti : su un reddito medio dell’ultimo triennio di euro 40.000,00 l’importo mensile della contribuzione volontaria è di 644,89 euro, poco meno di 8.000 euro l’anno,  per effetto dell’ impiego di una aliquota contributiva di misura più contenuta, ma anche in questo caso si tratta di cifre rilevanti.

 

Sul versante dei diritti derivanti dalla contribuzione volontaria versata, il discorso si complica e diventa più articolato e complesso: il fai da te è non solo impossibile ma si rischia di compromettere il domani pensionistico fin qui consolidato,  con dei passi falsi od avventati.

 

D’obbligo è quindi il ricorso alla competenza ed alla esperienza di un Consulente Previdenziale che – dopo aver approfonditamente e strategicamente  esaminato la attuale situazione assicurativa e contributiva del soggetto –  consiglia operativamente per il meglio attraverso   una apposita relazione di consulenza altamente specializzata, le cui modalità di richiesta, i costi ed i tempi connessi, sono disponibili a chi ne abbia interesse   cliccando qui

 

dr. Domenico Attardi

 

Questo articolo è tratto ed è disponibile anche sul blog http://previdenzaindipendente.wordpress.com

29/11/2008 | Categorie: Mondo consulenti Firma: Redazione