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Previdenza complementare: dai dati in crescita, al ruolo dell’educazione finanziaria

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dati COVIP aggiornati a fine 2022 mostrano una crescita generalizzata degli iscritti alle forme pensionistiche complementariIl totale degli iscritti, infatti, sale a 9,2 milioni, in aumento del 5,4%. Dal punto di vista dei rendimenti, il 2022 si è rivelato tuttavia un anno dall’andamento chiaro scuro per la previdenza integrativa. Il settore ha dovuto fare i conti con le oscillazione dei mercati azionari e obbligazionari, acuite dal perdurare del conflitto russo-ucraino, dalla crisi energetica e dagli strascichi della pandemia. Le varie forme “integrative”, in alcuni casi, si sono mostrate meno competitive del TFR.

L’ultima relazione COVIP relativa al 2021, ha inoltre messo in luce divari e disomogeneità territoriali, generazionali e di genere degli iscritti. E’ emerso ad esempio, come nel Nord Italia aderisca mediamente tra il 35% e il 40% dei lavoratori, con versamenti contributivi più consistenti rispetto a quelli rilevati nelle Regioni del Sud, mentre il dato relativo all’età degli iscritti, ha evidenziato come la percentuale di aderenti under 34 è minima. Crescono gli iscritti con più di 54 anni, che iniziano a prendere in seria considerazione la previdenza complementare all’approssimarsi della pensione. Ed ancora, le donne rappresentano solo il 38,2% degli iscritti contro un 61,8% degli uomini. A questo dato si aggiunge quella della contribuzione media annua, più elevata per gli uomini.

Il gap tra donne e uomini

Il divario pensionistico di genere è un problema nella maggior parte dei sistemi di reddito pensionistico in tutto il mondo. Le cause e gli effetti combinati sono legati all’occupazione e alla progettazione delle pensioni, nonché a questioni socio-culturali. Parlando di dati, va rilevata la minore partecipazione femminile al mercato del lavoro: nella fascia 15-64 anni, il tasso di attività delle donne è in media il 55,4% contro il 73,6 degli uomini.

C’è poi la questione legata all’educazione finanziaria. Un altro grande ostacolo al livellamento del divario di genere, è infatti quello della consapevolezza finanziaria. E’ evidente la necessità di una maggiore educazione finanziaria sul tema delle pensioni, in particolare in termini di impatto della riduzione o dell’interruzione dei contributi sulla pensione. Coordinare gli sforzi per promuovere i risparmi pensionistici e migliorare l’alfabetizzazione finanziaria, può contribuire a raggiungere quelle competenze necessarie per elaborare i propri piani pensionistici e gestire le risorse in modo consapevole.

Previdenza complementare: il ruolo dell’educazione finanziaria

Chi sceglie di aderire a un fondo pensione mostra maggiori conoscenze finanziarie e previdenziali. È quanto emerge dal Rapporto Edufin 2022, una ricerca che misura sia il livello di percezione delle competenze finanziarie degli italiani, sia l’effettiva conoscenza dimostrata anche in materia previdenziale. Dal Rapporto Edufin 2022, ricerca promossa annualmente dal Comitato ministeriale per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria (Comitato Edufin) in collaborazione con Doxa, emerge un dato molto interessante rispetto al tema dell’educazione finanziaria e previdenziale.

Mettendo in relazione il possesso di conoscenze effettive sulle nozioni previdenziali e finanziarie con l’adesione alla previdenza complementare, dunque anche ai fondi pensione, emerge una importante correlazione positiva tra i due dati. Ne consegue che, coloro che scelgono di aderire a un fondo pensione, tipicamente giungono a tale decisione grazie anche a un buon livello di competenze. Ma non solo. Essere iscritti a un fondo pensione, infatti, consente di accedere a informazioni in ambito finanziario e previdenziale che accrescono il livello di educazione finanziaria dei soggetti interessati.

La scelta di iscriversi a un fondo pensione deriva anche da una serie di riflessioni legate al sistema pensionistico pubblico e alla possibilità che questo, da solo, non sia sufficiente a mantenere il proprio tenore di vita al momento del pensionamento. Si tratta di valutazioni che richiedono un buon livello di informazione in ambito finanziario e la propensione a fare ragionamenti in un’ottica di lungo periodo.

Al fine di massimizzare i benefici, gli iscritti alla previdenza privata potrebbero dover prendere molte decisioni, che richiedono una buona dose di consapevolezza, conoscenza e capacità di scegliere (ad esempio, se destinare ulteriori contributi volontari alla pensione integrativa, oltre al versamento del TFR oppure ottenere un contributo aggiuntivo del datore di lavoro, a fronte di un contributo aggiuntivo proprio). Quanto maggiore è il peso della previdenza complementare nel reddito pensionistico complessivo degli individui, tanto più è importante il ruolo dell’educazione finanziaria.

L’importanza della consulenza

Le persone hanno spesso difficoltà a capire di quanti soldi dovranno disporre per mantenere il proprio tenore di vita in pensione. Non sanno come valutare le future esigenze finanziarie, non sanno come fare un piano previdenziale. Sanno che dovrebbero risparmiare di più, ma non prendono provvedimenti per farlo, e non sono consapevoli del livello di risparmio richiesto per un tenore di vita adeguato. Le persone non sanno quali tipi di prodotti dovrebbero utilizzare per raggiungere i loro obiettivi pensionistici. Né sanno come valutare le prestazioni di tali prodotti.

Le principali sfide sono legate alla mancanza di alfabetizzazione finanziaria (compresa la mancanza di di consapevolezza, conoscenza, motivazione, fiducia e abilità) nonché a diversi pregiudizi comportamentali e psicologici che minano la capacità delle persone di pianificare, risparmiare e prendere decisioni. Se l’alfabetizzazione finanziaria può aiutare le persone a prendere decisioni migliori rispetto alla propria pensione, la domanda da porsi è: come migliorare l’alfabetizzazione finanziaria? 

Nell’ambito della definizione stessa di educazione finanziaria, la consulenza si configura quale strumento utile a fornire un orientamento personalizzato e allo stesso tempo fondamentale per colmare eventuali lacune nelle conoscenze e potenzialmente nelle competenze, consentendo di poter utilizzare al meglio le informazioni finanziarie e le istruzioni ricevute. L’istruzione, la formazione e la consulenza finanziaria e previdenziale, hanno il potenziale per affrontare uno spettro più ampio di sfide, soprattutto rispetto alle fasce di popolazione più vulnerabili, come i giovani e le donne..

27/04/2023 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Redazione