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Palladio, costa più dell’oro:
tra record e rischio bolla

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È possibile che la scarsità del metallo e le normative sulla riduzione delle emissioni stiano producendo tale movimento

Il prezzo del palladio è schizzato nell’ultimo periodo portandosi ai massimi storici, con l’attuale tendenza rialzista che ricorda quella della bolla del 2001. Si può notare come, sia nel 2001 che nel 2007, il valore sia salitp per 5-6 mesi dopo il massimo registrato dall’indice S&P500. Se questo scenario dovesse ripetersi e se quello che abbiamo visto a ottobre sui mercati azionari è stato un massimo, anche il palladio potrebbe essere vicino a un eventuale punto di svolta. A rivelarlo è una ricerca sul tema curata da BG Saxo.

Diversamente da quanto verificatosi nel 2001, non è presente una divergenza sull’RSI e i valori del MACD sono inferiori e anche in questo caso non è presente alcuna divergenza, con la MACD e la Signal line che stanno ancora crescendo. Dal momento che i prezzi si trovano in una zona del grafico inesplorata, possiamo cercare di ipotizzare il futuro movimento utilizzando Fibonacci. Con il grosso movimento di febbraio, il palladio ha raggiunto il 100% del movimento 2016-2018. Una piccola correzione potrebbe avvenire prima della salita finale versol’estensione di Fibonacci a 1.382 in area $1.757/oz ma non è detto che possa raggiungere l’estensione 1.765 in area $1.918 – $2.000 /oz.

In conclusione non c’è nessuna chiara indicazione dal punto di vista tecnico che la tendenza rialzista sia finita. L’unica certezza è che siamo in presenza di una bolla e che è richiesta molta prudenza prima di operare. Comunque, si potrebbe assistere a breve a un picco dei prezzi e all’esplosione della bolla, perché di questo si tratta nonostante la mancata presenza di divergenze sull’RSI. Quindi, se decidete di partecipare alla corsa rialzista ricordate di impostare uno stop loss stretto, ricordando che quando la bolla scoppia, la discesa è molto più violenta rispetto alla salita. Bisogna imparare la lezione dal collasso dei prezzi del 2001 e del 2008.

Dunque potrebbe essere una buona idea cercare un’alternativa al palladio, ad esempio il platino. Il platino è “lagging” rispetto al palladio ma adesso sembra essere iniziato un deciso movimento rialzista. Con il supporto in area $780/oz che ha resistito più volte all’attacco degli orsi da dicembre 2018. Lo scorso weekend il platino ha rotto il triangolo ribassista, l’RSI è sopra i 60 e questo indica una tendenza rialzista. Il crollo potrebbe essere vicino. O forse no. In ogni caso, meglio andarci cauti.

25/03/2019 | Categorie: Investimenti , Mondo consulenti Firma: Redazione