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Paesi emergenti, prossimi alla bolla?

I Paesi emergenti sono prossimi ad una nuova e gigantesca bolla ? Le considerazioni sulle nuove economie e il pensiero di economisti e della Federal Reserve. L’eccedenza di risparmio una possibile spiegazione della bolla.

BOLLA ? – Grazie a provvedimenti sbagliati e idee sbagliate, le economie avanzate del pianeta sembrano avviate a un periodo prolungato (forse addirittura un decennio perduto) di crescita debole, disoccupazione alta e tassi d’interesse bassi. Le economie emergenti, come il Brasile, se la stanno cavando molto meglio, anche perché offrono di per sé migliori opportunità di investimento. E non hanno i problemi di bilancio delle nazioni più ricche. Hanno accumulato riserve ed evitato obbligazioni in valuta estera, e in questo modo hanno posto rimedio a molte delle loro vulnerabilità del passato. Che cosa possiamo aspettarci? Prendiamo come indicatore i tassi di cambio reali effettivi, che riflettono il tasso di cambio medio di una valuta rispetto a un indice di altre valute corretto in base all’inflazione. Il tasso di cambio cinese naturalmente è rimasto fermo, ma se lo usiamo come punto di riferimento vediamo che il Brasile ha registrato un breve periodo di forte declino del tasso di cambio (corrispondente alla fase del «Mio-dio-moriremo-tutti») seguita al fallimento della Lehman, quando tutti volevano solo e unicamente Bot americani. Ma oltre a questo il Brasile ha anche registrato un forte incremento del potere d’acquisto della sua valuta.

LE VALUTE – Ormai tutti sono consapevoli che le economie avanzate hanno subito un pesante scossone da domanda negativa, probabilmente di quelli duraturi, che le ha cacciate in una situazione da trappola della liquidità. Il che significa che gli investitori di questi Paesi possono aspettarsi tassi d’interesse bassi e rendimenti bassi sugli investimenti, e dunque grossi deflussi di capitali verso Paesi in via di sviluppo come il Brasile, che non hanno subito un colpo della stessa entità. Ma ora la domanda è questa: Paesi come il Brasile hanno motivo di preoccuparsi dell’apprezzamento della valuta nazionale, che comincia a produrre effetti negativi sulla loro economia? Per come la vedo, la cosa potrebbe rappresentare un problema da due punti di vista. Il primo è che l’apprezzamento della valuta produce un calo della domanda e quindi un maggiore disavanzo nel saldo con l’estero, uno squilibrio che si verifica quando le importazioni superano le esportazioni, creando debito per quella nazione. In parte, questo squilibrio può essere compensato tagliando i tassi d’interesse a livello nazionale. Ma se l’effetto contrattivo è sufficientemente consistente, rischia di spingere a sua volta i mercati emergenti in una trappola della liquidità. I 33 paesi dell’Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo possono esportare una trappola della liquidità ai Paesi in via di sviluppo attraverso i flussi di capitale.

ECCEDENZA DI RISPARMI – In secondo luogo, c’è il rischio di un’altra «eccedenza di risparmi mondiale», come disse il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke in un discorso nel 2005. Sostengo che questa eccedenza di risparmi è stata determinata principalmente dai surplus dei Paesi in via di sviluppo, e che probabilmente è stata la principale causa scatenante della bolla immobiliare sulle due sponde dell’Atlantico. In un articolo pubblicato a settembre dalla New York Review of Books ho spiegato che i Paesi in via di sviluppo in passato registravano un disavanzo commerciale con le economie avanzate perché compravano beni indispensabili per innescare lo sviluppo economico, come i macchinari. Negli anni 90, però, alcune economie emergenti hanno cominciato a registrare forti eccedenze commerciali con i Paesi ricchi, allo scopo di accumulare riserve in valuta estera come assicurazione contro le crisi finanziarie. Hanno acquistato colossali quantità di obbligazioni e asset di nazioni come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Spagna, e questo ha significato grandi afflussi di capitale, che hanno spinto verso il basso i tassi di interesse a lungo termine in America e in Europa. A loro volta, i prezzi delle case sono saliti molto più del dovuto, e questo ha portato a una bolla. Una nuova versione di questa eccedenza di risparmi, trainata dalla domanda debole nel Nord del mondo, potrebbe produrre problemi analoghi nei Paesi in via di sviluppo? Vale la pena di ragionarci su.
 

13/10/2010 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Vincenzo Polimeno