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Onu, 13 megalopoli nel 2030: opportunità per investire

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Paesi emergenti pronti a prendersi la scena mondiale non solo dal punto di vista demografico: tante occasioni sui mercati

Per l’Onu saranno 13 le megalopoli nel mondo che supereranno i 20 milioni di abitanti nel 2030: una dritta sicuramente interessante per gli investitori. A farla da padrone saranno sempre più i Paesi emergenti: la maggior parte di questi centri abitati abnormi si dividerà tra Asia e Africa. Prevedere le aree di sviluppo è importantissimo, perché significa indirizzare al meglio i propri risparmi. Più abitanti, più imprese, più denaro in circolo. L’equazione è semplice. Vediamo in dettaglio le stime del World Urbanization Prospects.

Si parte dall’India, che con la sua Delhi si aggiudica il primato mondiale: ci saranno oltre 39 milioni di abitanti (oggi sono 28,5). Segue Tokyo, che già ora conta nella sua area 37,5 milioni di abitanti e per cui si prevede una lieve diminuzione a 37 milioni. Completa il podio un’altra perla asiatica, Shanghai: nel 2030 dovrebbe avere una popolazione di 32,9 milioni di residenti. Medaglia di legno per Dacca, che raggiungerà i 28,1 milioni di residenti.

Poi, al quinto posto irrompe l’Africa con Cairo che avrà 25,6 milioni di abitanti. Al sesto si ritorna in terra indiana con Bombay, che conterà 24,6 milioni di persone. E ancora su suolo cinese, con Pechino, settima, che avrà 24,3 milioni di abitanti. Per l’ottavo posto si aggiunge un altro continente, quello americano, con Città del Messico che arriverà a 24,1 milioni. Nona la colorita San Paolo con 23,8 milioni. Poi di nuovo in terra africana, la capitale del Congo, Kinshasa a 21,9 milioni.  E ancora, risalendo verso la Nigeria troviamo Lagos, con 20,6 milioni. Poi, riecco il Medio Oriente con Karachi, in Pakistan, che avrà 20,4 milioni di abitanti.

L’ultima in classifica è New York, che raggiungerà i 20 milioni di residenti. Un piazzamento molto significativo. La Grande Mela è l’unica rappresentante di un Occidente che sembra destinato a cedere il testimone della leadership mondiale. Le economie emergenti proseguiranno il loro ciclo espansivo in maniera esponenziale, come certificano le previsioni demografiche. Anche per questo investire in titoli azionari o obbligazionari di questi Paesi, molti dei quali ancora poco noti sui mercati, potrebbe essere tanto rischioso quanto lungimirante.

16/07/2018 | Categorie: Investimenti Firma: Luca Losito