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Olivari: “Rimandato ancora
l’aggiustamento dei conti”

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L’esperto Stefano Olivari, dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani diretto da Carlo Cottarelli, commenta in esclusiva per ProfessioneFinanza la Nota di aggiornamento al DEF pubblicata pochi giorni fa dal Ministero dell’Economia, evidenziandone limiti e criticità

Il junior economist dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani commenta la NaDEF

“Rimandato ancora una volta l’aggiustamento dei conti“, è questo il messaggio lanciato da Stefano Olivari nel commentare le ultime novità emerse su quella che sarà la manovra economica 2020. L’esperto, intervistato in esclusiva da ProfessioneFinanza, ha parlato nel dettaglio della recente Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2019. È il primo documento autunnale di finanza pubblica a cui seguiranno il Documento Programmatico di Bilancio e il Disegno di Legge di Bilancio che contengono tutti i dettagli sulla manovra prevista per l’anno prossimo. Anche se, a grandi linee, si può già avere un quadro abbastanza chiaro delle intenzioni del governo.

Che cosa dice il documento?

“In estrema sintesi (un po’ tecnica, perdonatemi), il quadro di finanza pubblica prevede una sostanziale stabilità nelle principali poste di bilancio del 2020 con una manovra pressoché neutrale dal punto di vista del sostegno al ciclo economico. Come è prassi comune da qualche anno, l’aggiustamento dei conti pubblici viene sempre posticipato: il deficit resta stabile al 2,2 per il 2020, mentre il deficit strutturale (al netto del ciclo economico e delle misure temporanee) peggiora per poi migliorare solo a fine triennio. Stesso discorso vale per l’avanzo primario, cioè la differenza tra entrate e uscite al netto degli interessi: si prevede un peggioramento all’1,1 nel 2020 per poi migliorare all’1,6 nel 2022. Previsioni come sempre ottimistiche: in media nel periodo 2014-2018 è stato previsto un avanzo primario superiore di 0,5 punti percentuali di Pil rispetto a quello effettivamente realizzato nell’anno successivo e di 1,7 punti rispetto a quello realizzato due anni dopo. Gli interessi pagati sul debito sono previsti calare consistentemente, con uno spread attorno al 140 per cento. Questo fa sì che il rapporto tra debito pubblico e Pil si riduca solo leggermente nel 2020 e invece migliori nel biennio 2021-22 (ma meno rispetto a quanto richiesto dalle regole europee)”.

Quali le ipotesi dietro questo scenario?

“Le ipotesi sottostanti sembrano però sottovalutare alcuni rischi e dipingono un quadro migliore di quello che potrebbe in realtà verificarsi. Se da un lato il tasso di crescita reale del Pil è in linea con le previsioni degli altri istituti internazionali, che prevedono una crescita attorno allo 0,6-0,7 per cento per il 2020, dall’altro un problema molto evidente riguarda le previsioni di inflazione (misurata attraverso l’aumento del deflatore del Pil). Il governo prevede un’inflazione in forte aumento dallo 0,9 di quest’anno all’1,7 nel 2022, valore mai raggiunto dopo la crisi del 2009. Questa ipotesi è cruciale, perché più inflazione significa più Pil nominale e quindi una riduzione del rapporto tra debito e Pil molto più forte. Ma se non si verificasse, il rapporto non scenderebbe così tanto, anzi. Perciò sembra un po’ ardito affidare la riduzione del debito a una ripresa inflazionistica così forte e alla speranza che la BCE mantenga sempre tassi bassi nel prossimo triennio. Un’altra fonte di incertezza riguarda le clausole di salvaguardia attraverso aumenti dell’IVA, disattivate per il 2020. Per gli anni successivi, il Ministro Gualtieri ha dichiarato in una trasmissione televisiva che sono state disattivate per metà e che si troveranno le coperture per terminare questa mala pratica. Ma rimane non spiegata quale sia allora la ragione che, in virtù delle considerazioni precedenti, faccia aumentare così tanto l’inflazione, dato che meno IVA significa in qualche modo meno inflazione. Le privatizzazioni sono state giustamente riportate a valori plausibili rispetto ai 18 miliardi previsti per il 2019 e non realizzati. Sperando in una ripresa del programma di privatizzazioni nel 2020, i tre anni precedenti di mancate privatizzazioni rendono quantomeno incerto l’esito previsto per i prossimi anni. Infine, la previsione di 7 miliardi di maggiori entrate da recupero dell’evasione appare troppo fiduciosa, soprattutto se la principale misura è l’incentivo all’uso della moneta elettronica”.

Che cosa prevede la manovra per il 2020?

“Per i maggiori dettagli si dovrà attendere l’uscita dei prossimi documenti di finanza pubblica, ma al momento si può evidenziare che la manovra sarà di circa 30 miliardi, di cui metà di maggiore deficit e l’altra metà derivante da coperture come il contrasto all’evasione, riduzione spese fiscali e sussidi dannosi all’ambiente e revisione della spesa (meno di 2 miliardi). Queste risorse verranno utilizzate per evitare l’aumento dell’IVA, per la riduzione del cuneo fiscale, per finanziare investimenti privati e pubblici e per far fronte a maggiori interessi”.

Come ci valuterà la Commissione Europea?

“Lo stesso governo dichiara che la regola del debito non sarà soddisfatta. Ma confidano in un giudizio benevolo da parte della Commissione Europea per via di quei fattori qualitativi e altri fattori rilevanti che vengono considerati prima di avviare una procedura d’infrazione. Ora, le regole europee sono molto tecniche e complesse, ma occorre precisare che è improbabile che ci saranno tensioni forti come con lo scorso governo perché il quadro di finanza pubblica è mutato. Il deficit al 2,2 per cento dei giallorossi non è troppo diverso dal 2,4 dei gialloverdi si dirà. Ma quest’ultimo aumentava dello 0,6 per cento rispetto al 2018 e il Pil era previsto crescere all’1,5 per cento. Ora il deficit è costante, resta al 2,2 e le stime sul Pil sono più realistiche (0,6 per cento). Una bella differenza. Detto questo, l’esito resta incerto: è probabile che la Commissione richiederà comunque una piccola correzione dei conti, anche in virtù delle precedenti motivazioni descritte sopra”.

09/10/2019 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Luca Losito