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OBBLIGAZIONE ENEL: PERCHE’ HO DETTO NO ALLA SOTTOSCRIZIONE

Il 15 Febbraio è partita l’offerta del tanto "atteso" bond Enel da 2 miliardi di euro, aumentabile fino a 4 mld.
E’ proprio di oggi la notizia, ossia mentre sto scrivendo, che la sottoscrizione si chiuderà nella giornata odierna, 19 febbraio per il raggiungimento del massimo plafond (4 mld).
Ma è stata davvero motivata questa corsa all’acquisto? Ho sconsigliato  la sottoscrizione di bond in emissione per  la presenza di costi espliciti che rende lo strumento meno conveniente rispetto alle alternative negoziabili sul mercato secondario.
Inoltre come avvenuto per gli ultimi collocamenti di obbligazioni societarie i rendimenti saranno resi noti solo al termine della fase di collocamento (entro cinque giorni dalla chiusura della stessa). Ad oggi conosciamo solo i range degli spread da aggiungere al tasso mid swap a 6 anni per il titolo a tasso fisso e all’Euribor a sei mesi per il tasso variabile. Per entrambi il range è stata fissata tra 65-125 punti base (il che significa lo 0,65% o l’1,25% da aggiungere ai parametri di riferimento sopra indicati). Una “forchetta” decisamente molto ampia, che determina un’incertezza nella valutazione della convenienza dei titoli. Tuttavia, vista la chiusra anticipata, la previsione è che ci si attesti ad un margine di rendimento netto verso la parte bassa della forchetta.

Il Rendimento Effettivo sarà determinato in base a due fattori:

1 – il rendimento di obbligazioni con durata e caratteristiche sostanzialmente similari emesse dall’Emittente sarà l’elemento base;

2 – la chiusura anticipata dell’offerta determinerà uno spostamento verso la parte più bassa (e quindi meno conveniente) della forchetta. 

 Sul tasso fisso le obbligazioni indicate danno ad oggi un rendimento medio pari a 3,6766 lordo annuale. Per il variabile siamo intorno all’ 1,35262 lordo annuale.
Volendo fare una comparazione con quello che si trova oggi sul mercato, per analoghi livelli di rischio, l’emissione non offre un valore aggiunto, essendo in linea con quello che è il rendimento medio di mercato, se non un po’ al di sotto. Esiste in particolare un bond Abn Amro (Isin: NL0009061357), scadenza ottobre 2016, e negoziabile per tagli di mille euro al MoT, che offre un ritorno a scadenza del 4,2% lordo. Poichè si tratta di un’emissione di taglio molto ridotto (100 milioni di euro) rispetto a ciò che si attende per il bond Enel, e quindi meno liquida, deve offrire un strutturalmente un ritorno atteso un po’ più alto, a parità di altre condizioni. C’è poi un’ Atlantia scadenza maggio 2016 (Isin: XS0427290357), emessa per 1,5 miliardi di euro, negoziabile solo in tagli minimi da 50mila euro negoziabile all’ ExtraMoT e EuroTlx, che rende il 4,1% lordo. E infine una Lloyd Tsb Bank scadenza giugno 2016 (Isin:XS0435070288), emessa per due miliardi di euro, anche questa quotata a ExtraMoT e EuroTlx per tagli minimi da 50mila euro, che rende il 4,6% lordo.
A prescindere dalla valutazione della convenienza del tasso di rendimento (che necessiterebbe tutta una serie di considerazioni circa le prospettive future dei tassi) merita fare una riflessione.

Lo stesso prospetto informativo ci dice che il rendimento si attesterà a valori similari se non inferiore rispetto ad obbligazioni analoghe già in negoziazione sul mercato secondario, con la possibilità che una forte domanda incida negativamente sulla remunerazione.
E allora quello che mi chiedo è: perché mai dovrei tentare di acquistare questo titolo in fase di sottoscrizione? Non si da neppure la certezza del rendimento effettivo e si rischia , tra l’altro, di dover andare al sorteggio per eccesso di domanda.
Perché non acquistare semplicemente un’obbligazione analoga dello stesso emittente sul mercato secondario? In questo modo si conseguirebbe, in condizioni di maggior trasparenza, un risultato almeno analogo!

VINCENZO POLIMENO

Per suggerimenti e chiarimenti potete contattarmi alla mail: [email protected]

22/02/2010 | Categorie: Il caso della settimana Firma: Vincenzo Polimeno