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Nuova primavera per i fondi italiani

Nuova primavera per i fondi italiani che dopo ben 20 mesi di crisi e di fuga degli investitori dal risparmio gestito hanno registrato lo scorso mese un dato positivo, il primo dall’agosto del 2007. La raccolta di maggio ha raggiunto gli 1,57 miliardi di euro inviando forti segnali di inversione a fronte di deflussi da 808 milioni registrati ancora ad aprile. Per capire se il fenomeno non sia passeggero, è utile analizzare nel dettaglio i flussi del rapporto mensile di Assogestioni, associazione che riunisce le società di gestione italiane. Numerose le sorprese giunte da un diffuso ritorno degli investitori nell’industria del risparmio gestito. Sicuramente ha avuto un peso importante la politica commerciale delle banche che sono tornate a collocare gli strumenti più semplici del risparmio gestito invece che obbligazioni bancarie o altri prodotti paralleli. Il patrimonio gestito italiano raggiunge i 401 miliardi di euro a maggio (+1,8% su aprile) e vede comunque il 42% degli asset in mano al duo Intesa Sanpaolo – Pioneer Investments (Unicredit). Spiccano le performance del gruppo straniero Bnp Paribas che raccoglie da sola oltre 465 milioni di euro e si pone in vetta alla classifica degli afflussi per gruppo. Fa molto bene anche Pioneer Investments che passa da -255 milioni a un saldo della raccolta positivo per 307,3 milioni: qualcuno parla già di successo del processo di ristrutturazione degli investimenti della controllata del gruppo Unicredit. Si mette in luce anche il Credem che, grazie ancora una volta ai servigi di Euromobiliare, segna afflussi positivi per 224,7 milioni, ma perde il primo posto registrato ad aprile. Fra i big meno brillanti Intesa Sanpaolo che ad aprile registrava una flessione della raccolta di 394,5 milioni di euro e a maggio riesce a limitare i deflussi a 10 milioni di euro. Fra i prodotti che hanno attirato più l’attenzione del mercato quelli riferiti ai paesi emergenti che hanno realizzato una raccolta di 276 milioni (anticipi di un ritorno dei Bric?) mentre il settore azionario italiano è passato da 52 a 98 milioni di euro di raccolta nel giro di un mese. La vera sorpresa è venuta però dal segmento azionario America che ha chiuso maggio con una raccolta positiva per 129 milioni di euro contro i -159 di aprile.

Qualche titolo si è già avvantaggiato di questi dati durante la seduta di venerdì scorso: Mediolanum ha chiuso l’ottava con un rialzo del 7% (oggi qualche realizzo la riporta a 3,78 euro) mentre Azimut, che aveva incassato un rialzo del 2,2% durante l’ultima seduta, oggi cede circa un punto percentuale e mezzo. Scatta insomma qualche presa di beneficio, complici i ribassi odierni delle borse, ma il ritorno degli investimenti nel settore del risparmio gestito, rimane comunque un buon segnale per le sgr italiane. Se veramente c’è un’inversione di tendenza in atto lo verificheremo a breve. Sta di fatto che, secondo indiscrezioni (ma lo dimostrano anche i dati di maggio), alcune banche italiane di peso starebbero di nuovo ricollocando fondi comuni. È più di un anno, infatti, che gli sportelli degli istituti di credito preferiscono offrire «obbligazioni della casa» ai propri clienti. Una strada quest’ ultima decisa per rafforzare i parametri patrimoniali delle banche. Fino ad oggi, unici rimasti a collocare fondi comuni ai risparmiatori erano i promotori finanziari. Sembra invece che in alcune recenti convention, i manager bancari abbiano ricominciato a lodare le virtù di trasparenza e semplicità dei fondi comuni.

12/06/2009 | Categorie: Investimenti Firma: Vincenzo Polimeno