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Natixis: previsioni 2023. Rischi e opportunità per il nuovo anno

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Dopo (apparenti) segnali di ripresa dalla pandemia nel 2021, l’economia globale sembra essere ricaduta in una sorta di long-Covid: un tasso di inflazione record (il più alto degli ultimi 40 anni), dei tassi di interesse che raggiungono i massimi in 15 anni e una crisi energetica che si ripercuote su bollette di gas ed elettricità e amplifica gli effetti dell’instabilità politica ed economica.

Nella conferenza stampa organizzata per l’outlook 2023, gli esperti di Natixis Investment Managers hanno fatto il punto mettendo in evidenza rischi e opportunità per il nuovo anno alla luce degli eventi e delle dinamiche che hanno caratterizzato il 2022.

Inflazione: nel 2023 il picco per l’Italia

Guardando al 2022, secondo Mabrouk Chetouane, Head of Global Market Strategy di Natixis IM, la grande sorpresa è stata la resilienza dell’inflazione. Nei fatti, governi e banche centrali non si aspettavano salisse a livelli record, sia negli Stati Uniti che in Europa, né, tanto meno, che rimanesse ostinatamente elevata così a lungo.  

L’inflazione ha strozzato l’Europa ma probabilmente il picco non è stato ancora raggiunto. Il trend non dovrebbe subire una inversione di tendenza e in Italia è previsto possa raggiungere il 6,4-6,6% nel 2023, valore tre volte superiore all’obiettivo della BCE. Ma l’inflazione tenderà a salire in tutta Europa.

Sebbene la Banca centrale europea abbia rallentato il ritmo dei rialzi dei tassi a 50 punti base, la presidente Lagarde ha lasciato intendere, senza troppi giri di parole o allusioni, che i tassi in Europa continueranno ad aumentare. La lotta all’inflazione non è ancora conclusa.

Crisi energetica: trasformare il mercato Europeo

L’analisi dell’attuale situazione energetica ci insegna che non possiamo più dipendere dal gas russo. E’ necessario trasformare la crisi in un’opportunità, creando una nuova strategia per l’approvvigionamento e la produzione di energia e adottando un nuovo approccio alla diversificazione mettendo in sicurezza tutte le importazioni di energia da cui dipendiamo. Secondo Mabrouk Chetouane, Head of Global Market Strategy di Natixis Investment Managers intervenuto nella conferenza stampa organizzata da Natixis IM, il mercato dell’energia in Europa va profondamente trasformato. 

Prospettive sul reddito fisso

Per quanto riguarda debito e riforme, la sfida principale non sarà il 2023 ma, molto più verosimilmente, il 2024, non solo per l’Italia ma per l’Europa intera. Secondo Philippe Berthelot, Head of Money Markets & Credit Management di Ostrum AM, affiliata di Natixis IM, guardando al mercato del reddito fisso, il 2022 è stato un annus horribilis, il peggiore mai registrato dal 1994.

Tuttavia, il 2023 si preannuncia come un vero e proprio annus mirabilis per il reddito fisso in generale, compreso il credito. Il reddito fisso ha superato il periodo più difficile degli ultimi anni, caratterizzato da uno scenario di rallentamento della crescita globale e di aumento dell’inflazione. Le previsioni sono di una recessione contenuta e di un atterraggio morbido. Non mancheranno tuttavia i rischi.

I tassi di default previsti per il 2023 (circa il 3,3%, dato vicino alle medie storiche) confermano lo scenario di una recessione contenuta. In termini di performance, i rendimenti del credito Investment Grade e High Yield – obbligazioni utilizzate per diversificare il rischio nel portafoglio di investimento, aumentare il reddito corrente e generare plusvalenze -, sono ai massimi da 10 anni, sia in Europa che negli Stati Uniti. Entrambi i segmenti presentano opportunità di investimento senza precedenti.

Secondo Berthelot di Natixis, “la tendenza al rialzo dei tassi d’interesse in Europa, unita alla nostra opinione che gli spread degli swap si ridurranno nel corso del 2023, dovrebbe rappresentare un mix a favore del settore bancario”. Anche alcuni fondi di investimento immobiliare (REIT) quotati, che hanno sofferto molto nel corso del 2022, meritano oggi una certa attenzione.

Il segmento private asset

Secondo Anne-Laurence Roucher, Deputy CEO, Head of Private Equity and Natural Capital di Mirova, affiliata di Natixis IM, il segmento private asset è particolarmente interessante. Segmento che piace agli investitori istituzionali, che possono beneficiare di una visione a più lungo termine con un repricing molto più lento e attenuato rispetto a quanto accade per i mercati liquidi, e da cui gli investitori individuali sembrano sempre più attratti. La crescita di questa asset class nel 2022 è significativa: il 20% degli afflussi nel settore degli asset privati proviene proprio da investitori individuali .

Non esiste un piano B, non esiste un pianeta B.

Passando alle grandi questioni ambientali, sotto i riflettori temi come il degrado del territorio, la transizione ambientale e la riduzione dell’impronta di carbonio, la riflessione è chiara e le agende dei governi mondiali fitte di impegni e obiettivi da raggiungere.

C’è sicuramente un senso di urgenza nel mantenere le promesse fatte in occasioni quali COP27 e COP15. C’è consapevolezza e ci sono raggi di speranza. Ma la prospettiva non è ancora ottimistica

La BCE sta lavorando ad una nuova serie di regole in base alle quali le banche dovranno dimostrare di aver preso in considerazione il rischio sistemico legato al cambiamento climatico e, se non lo faranno, dovranno sostenere oneri patrimoniali aggiuntivi.

Ci saranno implicazioni anche a livello aziendale, con l’obbligo per le imprese di agire verso gli obiettivi europei di neutralità climatica e quelli nazionali che portano alla transizione ecologica. Banche e compagnie di assicurazione, se troppo esposte a imprese poco sostenibili, dovranno sostenere oneri patrimoniali aggiuntivi mentre per le aziende che non rispetteranno gli standard climatici, l’accesso al finanziamento potrebbe rivelarsi molto difficile.

Previsioni per il 2023. Cosa aspettarci dal nuovo anno?

Guardando ai mercati azionari, il 2022 è stato un anno molto difficile sulla scia di numerosi shock. Ciò ha portato gli investitori a posizionamenti short oppure ad uscire dal mercato. Nel 2022 si è assistito a uno scollamento tra i prezzi e i fondamentali delle società e la prospettiva di crescita delle aziende che fanno parte del nostro universo investibile.

Secondo Karen Kharmandarian, CIO, Thematics AM, affiliate di Natixis Investment Managers, il mercato si è concentrato su inflazione, tassi di interesse, banche centrali, indicatori macro senza prestare attenzione ai fondamentali delle aziende. Tuttavia, il 2023 sarà diverso.

Il mercato ricomincerà a concentrarsi sui fondamentali. L’anno prossimo l’economia decelererà e gli investitori dovranno rivolgersi al mondo delle imprese. Cercheranno aziende in grado di proteggere gli utili di alta qualità e con potere di determinazione dei prezzi. La priorità risiederà infatti nella capacità di preservare la crescita degli utili e i margini.

Guardando al 2023, i temi più gettonati saranno quelli legati all’ambiente o al clima. Anche la transizione energetica, le infrastrutture, la sicurezza e la cyber-security rimarranno in cima all’agenda di individui, governi e aziende. Il diritto all’acqua sarà un tema fondamentale, ora che è evidentemente documentato quanto sia complessa la situazione in molti Paesi, in termini di approvvigionamento, distribuzione e scorte idriche.

Ci stiamo lasciando alle spalle un 2022 singolare, in cui il pessimismo ha avuto il sopravvento. Secondo Mabrouk Chetouane, “ci siamo lasciati ingannare troppo presto dallo scenario di recessione e credo che potremo avere una sorpresa positiva su questo fronte”. Il 2023 potrebbe quindi riservare nuove e più favorevoli opportunità per gli investitori?

17/12/2022 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Redazione