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MiFID II, il 54% dei consulenti teme minori ricavi

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Chiudiamo l’indagine  “Come verranno ottimizzati i portafogli di investimento con la MiFID II” a cura di ProfessioneFinanza, Capital Group, Société Générale e UniCredit

L’introduzione della MiFID II ha alterato la percezione dei margini di guadagno per chi opera nel settore. Lo conferma il fatto che il 54% dei consulenti finanziari teme che la normativa possa ridurre i ricavi. E che il 78% di loro pensa sia probabile un aumento nell’utilizzo degli strumenti quotati per una maggior ricerca di rendimento. Sono questi i dati più significativi emersi dall’indagine “Come verranno ottimizzati i portafogli di investimento con la MiFID II” curata da ProfessioneFinanza, Capital Group, Société Générale e UniCredit.

In particolare, dunque, il timore del 54% dei consulenti è che ci si ritrovi ad assistere a un ridimensionamento degli incentivi con la conseguente riduzione di redditività per la loro attività. Immediatamente sotto, nella scala delle preoccupazione, con il 39%, troviamo la paura ancestrale per l’innovazione. C’è infatti chi teme che si affermeranno sempre più prodotti a gestione passiva e ci si rivolgerà a soluzioni di Robo Advisor che potrebbero rendere superata la figura del consulente finanziario.

Poi, la ricerca entra nel vivo andando ad esplorare aspetti più specifici della professione. Per il 54% degli intervistati ci sarà una maggior necessità di identificare le migliori soluzioni di investimento anche fra fondi con cui non c’è un accordo di distribuzione diretto con la propria mandante e questo contribuirà allo sviluppo del mercato dei fondi quotati. Inoltre, il 46% crede  ci si orienterà sempre più verso soluzioni di investimento di lungo termine, visto il rafforzarsi della relazione con il cliente

Ma ci sono anche le note dolenti, come i wrapper finanziari, che per il 46% stanno diminuendo di molto la qualità dell’offerta proponibile al cliente. Andando oltre le criticità, il 55% pensa che la verifica annuale delle competenze aumenterà la qualità dei soggetti che operano sul mercato ed innalzerà la riconoscibilità del ruolo professionale del consulente finanziario.

Infine, parlando dello strumento finanziario dei certificates, il 62% sostiene di conoscerne bene il funzionamento. E il 40% del campione indagato ritiene quale strategia più interessante quelli con protezione incondizionata del capitale. Ma questo è solo l’ultimo dei tanti spunti interessanti che ha fornito questa indagine, a cui, lo ricordiamo, hanno partecipato solo ed esclusivamente professionisti del settore. Tante dritte preziose per poter migliorare il futuro della consulenza finanziaria, anche e soprattutto con la MiFID II.

09/07/2018 | Categorie: Investimenti Firma: Luca Losito