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MiFID II, la maggior preoccupazione dei GESTORI

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C’è grande preoccupazione da parte dei gestori per le sfide poste dall’applicazione della MiFID II. Secondo una ricerca di State Street Corporation, a essere preoccupati sono circa i tre quarti di questi professionisti. 

 
“Il settore si sta adattando a un contesto di mercato sempre più regolamentato – ha dichiarato Sven Kasper, responsabile Emea Regulatory, Industry & Government Affairs di State Street – Oggi più che mai, tutti gli operatori di mercato devono capire le misure proposte ed essere capaci di applicarle velocemente in modo da stare al passo con i cambiamenti delle condizioni di liquidità del mercato”.
 
State Street ha deciso di realizzare questo sondaggio per indagare il grado di preparazione degli operatori di mercato in vista dell’entrata in vigore della regolamentazione MiFID II, prevista per gennaio 2018.
 
La regolamentazione, nata per incrementare il livello di tutela degli investitori, includerà nuovi obblighi informativi relativi a costi e commissioni, nuove condizioni stabilite per la progettazione e la distribuzione degli strumenti finanziari e maggiori requisiti di trasparenza nel pre e post vendita per gli strumenti finanziari equity, equity-like e non-equity.

L’indagine ha rilevato che più della metà degli intervistati (59%) e più di tre quarti (77%) degli hedge fund ritengono che gli obblighi di trasparenza nel pre e post vendita relativi agli strumenti oggetto della regolamentazione avranno un impatto considerevole sulle loro società.

 
In merito all’impatto della MiFID II sui requisiti di trasparenza e reporting post-vendita, Kim Newell-Chebator, responsabile Emea Global Markets di State Street, ha commentato: “Il livello di reporting richiesto è notevole in termini di dati e gli strumenti che lo agevolano sono di sempre maggiore interesse per i nostri clienti. MiFID II promuove inoltre la transizione verso le piattaforme elettroniche. Nonostante sia un cambiamento ben accolto dal moderno day trading, le piattaforme di negoziazione dovranno garantire un livello di sicurezza efficace e la predisposizione di sistemi in grado di assicurare il rispetto dei requisiti di conformità e controllo in modo continuativo”.
 
In merito all’impatto della MiFID II sul settore degli ETF, Rory Tobin, global co-head di SPDR ETFs, ha commentato: “Il maggior livello di trasparenza richiesto da MiFID II nelle attività di trading sugli ETF e nella sottostante liquidità probabilmente aumenterà la fiducia degli investitori e, di conseguenza, il loro interesse per questi prodotti. Pertanto questo è un cambiamento auspicabile”.
 
Regolamentazioni come la MiFID II, sebbene in vigore dal 2018, stanno già avendo effetti sulle società: il 78% degli intervistati dichiara che il tempo passato a confrontarsi sulle regolamentazioni con il senior management e il proprio board è in aumento. Nel complesso è emersa l’esigenza di linee guida attendibili: il 76% degli intervistati osserva che un livello di formazione adeguata permetterebbe alle proprie società di implementare al meglio i cambiamenti. L’indagine rileva inoltre che, per attuare il cambiamento richiesto dalla nuova normativa, il 60% circa degli intervistati ritiene che migliori strumenti di data e analytic possano aiutare a muoversi in un contesto sempre più complicato.
 

  

21/11/2016 | Categorie: Mondo consulenti Firma: Redazione