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MiFID II, 2019 da furbetti:
costi ancora poco chiari

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La normativa europea è stata recepita e interpretata in modo scaltro dagli intermediari italiani, che hanno cercato con metodi differenti di complicare la vita agli investitori

Rendiconti difficili da comprendere

Molti rendiconti risultano ancora poco chiari e leggibili, questo perché nessun intermediario ha seguito tutte le best practices dell’ESMA. Solo il 28% dei documenti riporta informazioni focalizzate esclusivamente sui costi in modo sintetico (entro le 5 pagine), come raccomandato dalla normativa; nel 72% dei casi le informazioni sono contenute in rendiconti decisamente più lunghi (arrivando quasi a 40 pagine) e di difficile interpretazione. A rilevarlo è l’indagine condotta da Politecnico di Milano e MoneyFarm sugli effetti della MiFID II.

Tempistiche e comunicazione rivedibili

Altra nota dolente sui rendiconti sono le tempistiche. Nessuno intermediario si è distinto per tempestività nella pubblicazione, nonostante le indicazioni dell’Autorità di Vigilanza europea (ESMA) fossero quelle di provvedere “il prima possibile”: 2 report sono arrivati a maggio 2019, 2 a giugno, 11 (la maggioranza assoluta) a luglio, 2 in agosto e 1 addirittura a settembre. Poi c’è il tema comunicazione. Solo il 44% dei rendiconti contiene la parola “costi” o “oneri” nell’intestazione: questo significa che oltre la metà degli intermediari, inviando il rendiconto ai propri clienti, ha preferito non chiamarlo con il proprio nome. Il 94% degli intermediari finanziari utilizza termini di non immediata comprensione (come “inducements” o “incentivi”) per comunicare i “Pagamenti ricevuti da terze parti” per gli strumenti finanziari che raccomanda o offre ai proprio clienti.

Tutti gli escamotage degli intermediari

Dunque, riassumendo, gli intermediari in questo 2019 hanno nell’ordine: allungato oltremodo i rendiconti, inserendo anche informazioni fuorvianti o di tipo pubblicitario; ritardato il più possibile la pubblicazione dei report, arrivando alla seconda metà dell’anno nella maggior parte dei casi; comunicato in modo poco chiaro, riducendo nei documenti la presenza di termini diretti come “costi” o “oneri” usando invece anglicismi o tecnicismi astrusi. Un’interpretazione contraria allo spirito della MiFID II, introdotta per aumentare la tutela degli investitori.

15/11/2019 | Categorie: Investimenti Firma: Luca Losito