
Trump e il rischio del suo pressing per abbassare i tassi di interesse
Donald Trump ha rilanciato con forza la richiesta di tassi di interesse più bassi negli Stati Uniti.
Sebbene la richiesta di ridurre i costi di indebitamento non sia una novitĆ per i presidenti americani, la motivazione di Trump ĆØ particolare: il costo crescente degli interessi sul debito nazionale, che ha superato le spese per la difesa e si avvicina a 1 trilione di dollari.
Questa spesa crescente rappresenta un fattore chiave nel prevedere un deficit di bilancio che potrebbe raggiungere i 4 trilioni di dollari, aggravato ulteriormente dallāultima legge fiscale approvata. Ma, come la storia insegna, forzare i tassi al ribasso può avere effetti contrari.
Perché Trump vuole tassi più bassi?
Trump considera fondamentale abbassare i tassi di interesse per contenere i costi del debito pubblico e sostenere lāeconomia. Ha criticato pubblicamente Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, accusandolo di non agire abbastanza rapidamente per tagliare i tassi, definendolo ānon intelligenteā e ātroppo lentoā. Tuttavia, il ruolo della Fed ĆØ indipendente e mira a bilanciare due obiettivi: massimo impiego e bassa inflazione.
Il rischio di un boomerang: tassi più bassi potrebbero alzare i rendimenti
Le pressioni di Trump potrebbero rivelarsi controproducenti. Spingere per tassi più bassi mentre lāinflazione supera lāobiettivo del 2% potrebbe spingere gli investitori a richiedere rendimenti più alti sui titoli di Stato per compensare il rischio inflazionistico, aumentando cosƬ il costo reale del debito.
In passato, tentativi di manipolare i tassi hanno provocato crisi economiche: ad esempio, durante la presidenza Nixon, la sospensione della convertibilitĆ del dollaro in oro portò alla stagflazione degli anni ā70.
Inflazione e tariffe: un effetto collaterale inatteso
La Federal Reserve sta valutando gli effetti delle tariffe imposte da Trump, che continuano a cambiare e influenzano i prezzi al consumo. Lāinflazione a giugno ha mostrato segnali di crescita, in parte dovuti allāaumento dei prezzi delle auto usate e di altri beni soggetti ai dazi. Questo scenario rende difficile giustificare un taglio dei tassi nel breve termine.
Il futuro della politica monetaria e il ruolo della Fed
Gli economisti e i funzionari Fed sono divisi: alcuni vedono nelle tariffe un aumento temporaneo dei prezzi, mentre altri temono unāinflazione più persistente. I mercati stanno giĆ scontando una possibile riduzione dei tassi a settembre e dicembre 2025, ma il vero impatto dipenderĆ dallāevoluzione dellāeconomia e dalla politica commerciale.
Intanto, i nomi più accreditati per succedere a Powell sembrano pronti a seguire la linea del taglio dei tassi, ma questo potrebbe minare la credibilità della Fed e la stabilità del dollaro come valuta di riserva mondiale.
Conclusioni: una strada piena di insidie
La pressione di Trump per tassi più bassi ĆØ dettata dal desiderio di contenere i costi del debito e sostenere la crescita, ma rischia di scatenare un aumento dei rendimenti obbligazionari e una crisi valutaria. Come ha sottolineato lāeconomista Desmond Lachman, gli Stati Uniti rischiano di perdere il loro āprivilegio esorbitanteā di emettere la valuta di riserva globale, con conseguenze difficili da prevedere.
In definitiva, la sfida per la Fed e per lāamministrazione Trump sarĆ bilanciare crescita, inflazione e stabilitĆ finanziaria in un contesto globale incerto e in evoluzione.
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