
Terre rare, il monopolio cinese che fa tremare l'Occidente
In un mondo sempre più interconnesso e tecnologico, l’accesso alle materie prime strategiche è diventato una questione di sicurezza nazionale
La centralità delle terre rare
Senza terre rare non esisterebbero smartphone, microonde, turbine eoliche, droni o missili moderni. Si tratta di 17 elementi fondamentali nello sviluppo delle tecnologie civili e militari. Tuttavia, il loro approvvigionamento mondiale dipende in gran parte da un solo attore: la Cina.
Il dominio cinese e le restrizioni all’export
Oggi la Repubblica Popolare Cinese non solo possiede gran parte dei giacimenti, ma soprattutto gestisce le fasi di raffinazione e trasformazione, altamente inquinanti e ad alta intensità energetica. Il recente irrigidimento cinese sulle restrizioni all’export di terre rare sta mettendo in seria difficoltà l’Occidente, soprattutto gli Stati Uniti, che pur producendo questi minerali, hanno finora esternalizzato la raffinazione proprio in Cina.
Stati Uniti: corsa contro il tempo
Washington sta cercando di recuperare il ritardo accumulato negli ultimi 20 anni, finanziando pesantemente nuove società del settore, anche attraverso contratti nel comparto difesa. Alcune aziende sono già operative, altre in fase di startup: il processo è avviato, ma la strada è lunga.
Europa: ritardo e dipendenza
Se il ritardo degli USA è significativo, l’Europa sconta un gap ancora più profondo. Nonostante la scoperta di nuovi giacimenti in Norvegia e Groenlandia – su cui la Cina è già attiva – l’UE non dispone attualmente di una filiera industriale autonoma per l’estrazione e la raffinazione delle terre rare. La Commissione ha identificato 34 materie prime critiche, di cui 17 strategiche, ma la risposta concreta tarda ad arrivare.
Rischio vassallaggio tecnologico
Senza un piano rapido e coordinato, il rischio per l’Europa è di diventare totalmente dipendente dalle scelte – economiche e geopolitiche – di Pechino. La Cina potrebbe imporre dazi, limitazioni o rincari, con ripercussioni enormi su industrie chiave come automotive, energie rinnovabili e difesa.
Conclusione
La sfida delle terre rare non è solo economica: è una battaglia per la sovranità tecnologica e per la tenuta geopolitica del mondo occidentale. Il tempo per recuperare terreno è ormai limitato: restare immobile potrebbe significare consegnare il proprio futuro nelle mani di altri.
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