
Speciale PFEXPO: Trump fra Medio Oriente e Cina
Autorevolezza fa rivalità strategica, tecnologie emergenti e nuovi equilibri globali. Le considerazioni di Carlo Pelanda, Prof. Geopolitica finanziaria Univ. Marconi
Introduzione
La crescente tensione geopolitica tra Stati Uniti e Cina segna uno spartiacque nella competizione globale, spostando l’attenzione dalle guerre tradizionali a una conflittualità tecnologica e strategica su scala planetaria. Le due potenze, pur mantenendo un fragile equilibrio, stanno alimentando una rivalità che coinvolge il settore militare, lo spazio, la robotica, oltre a influenzare i flussi economici e finanziari.
Allo stesso tempo, dinamiche interne — come le politiche protezionistiche statunitensi o il modello autoritario cinese — generano ricadute significative sull’economia globale e sugli attori finanziari, tra cui i grandi fondi di private equity e venture capital.
Leadership tecnologica: un equilibrio in evoluzione
Negli anni Novanta, analisi strategiche del Pentagono già prospettavano una possibile parità militare tra Cina e Stati Uniti entro il 2024. Oggi, quel traguardo si è quasi materializzato, grazie alla straordinaria capacità organizzativa cinese, che ha sfruttato tecnologie e know-how occidentali per colmare il gap militare e industriale.
Tuttavia, la Cina resta ancora indietro di circa un decennio rispetto agli Stati Uniti in settori strategici di frontiera, come lo spazio, la guerra sottomarina e la robotica avanzata. Proprio queste aree costituiscono il nuovo teatro di confronto, destinato a trasformare in profondità la tecnologia civile quando — come storicamente avviene — l’innovazione militare filtrerà verso il mercato consumer.
Rivalità indiretta e influenza nel Sud Globale
Nonostante i timori di una guerra aperta, nessuna delle due potenze appare intenzionata a scontrarsi direttamente su larga scala. Il conflitto si sposta quindi verso una competizione indiretta, con l’obiettivo di conquistare influenza nel cosiddetto Sud Globale: un’area che cerca di massimizzare i vantaggi sfruttando la rivalità tra Washington e Pechino, senza schierarsi in modo definitivo.
Questo scenario genera una stabilità relativa, pur in presenza di conflitti locali e tensioni commerciali, perché entrambe le superpotenze sono consapevoli dei rischi catastrofici di un’escalation diretta, soprattutto nel campo nucleare.
Gli Stati Uniti tra protezionismo e spinte personali
Sul fronte americano, la figura di Donald Trump — che continua a influenzare fortemente il dibattito interno — suscita interrogativi sul conflitto di interessi tra ruolo pubblico e interessi privati. Le politiche sui dazi e i toni protezionistici hanno già provocato ripercussioni sui consumatori statunitensi, come evidenziato dalle proteste di grandi gruppi distributivi, preoccupati per la scarsità di merci e l’aumento dei prezzi.
Parallelamente, il coinvolgimento di Trump nel mondo delle criptovalute, con operazioni speculative e fondi personali legati a Bitcoin e altre valute digitali, alimenta dubbi sulla commistione tra potere politico e interesse personale. Se da un lato il Congresso tenta un lento riequilibrio, dall’altro il Partito Repubblicano, trasformato in rappresentante delle fasce più impoverite, fatica a contenere derive populiste ed eccessi di instabilità.
Strategie finanziarie: uno scenario complesso
Dal punto di vista degli operatori finanziari, in particolare dei fondi di private equity e venture capital, la situazione richiede una lettura sistemica. Il conflitto tecnologico tra Stati Uniti e Cina stimolerà massicci investimenti in ricerca, difesa, intelligenza artificiale e tecnologie dual-use, destinati in seguito a contaminare anche i mercati civili.
Il risultato sarà una probabile rivoluzione industriale incentrata sulla digitalizzazione militare e sull’automazione, che potrà innescare processi paralleli di reindustrializzazione per alcuni settori e di deindustrializzazione per altri.
La prospettiva strategica di lungo periodo
Analisti e strategist evidenziano che Pechino, come nel gioco del Go, tende a muoversi con pazienza e visione di lungo termine, mentre Washington ragiona con logiche più rapide e a breve termine, simili agli scacchi. Questa differenza culturale e strategica influenza profondamente la gestione della rivalità.
Le tensioni restano alte, ma lo scenario prevalente non contempla una guerra diretta di vasta scala. Al contrario, ci si attende un conflitto tecnologico e geopolitico diffuso, con competizioni locali, pressioni sul Sud Globale e nuove sfide nello spazio, dove l’avanguardia tecnologica statunitense mantiene ancora un margine di vantaggio.
Conclusioni
La crescente competizione tra Stati Uniti e Cina non si tradurrà, almeno nel breve termine, in uno scontro aperto, ma ridefinirà equilibri globali e settori tecnologici strategici. Gli investitori dovranno monitorare con attenzione questi sviluppi, valutando opportunità e rischi derivanti da un mondo che evolve rapidamente verso nuovi assetti multipolari, dove la dimensione tecnologica sarà decisiva per stabilire il prossimo ordine globale.
Scopri tutti gli argomenti pensati per la tua attività





