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PIL USA, dazi e inflazione: i dati positivi sono sostenibili anche in futuro?

Negli ultimi mesi, i dati sul PIL degli Stati Uniti hanno destato sorpresa nei mercati finanziari. Ma ecco cosa c'รจ dietro

Dietro a questi numeri si nasconde una dinamica poco intuitiva che coinvolge importazioni, dazi doganali, inflazione e mercato del lavoro.

Vediamo insieme come leggere correttamente le cifre per capire cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi.


La formula del PIL e il ruolo delle importazioni

Per comprendere i recenti movimenti del PIL, ricordiamo la formula semplificata:

PIL = C (Consumi) + I (Investimenti) + G (Spesa pubblica) + X (Esportazioni) โ€“ M (Importazioni)


Quando le importazioni aumentano, il loro valore viene sottratto al PIL, riducendone il risultato. Al contrario, un calo delle importazioni tende a โ€œgonfiareโ€ il dato, anche se la domanda interna non cresce realmente.


Primo trimestre 2025: PIL in calo per importazioni anticipate

Nel primo trimestre 2025, il PIL USA ha registrato una contrazione del -0,5% annualizzato.


La causa? Aziende e distributori hanno anticipato massicce importazioni in vista dei dazi generalizzati introdotti da Trump il 2 aprile (Liberation Day).

Questo ha penalizzato il PIL, ma allo stesso tempo ha calmierato lโ€™inflazione: le merci sono arrivate prima dellโ€™aumento dei prezzi dovuto ai dazi.


Secondo trimestre 2025: crescita artificiale

Con i magazzini pieni, a partire dal secondo trimestre le importazioni sono crollate (-4,2% solo a giugno).


Il calo di M nella formula del PIL ha generato unโ€™apparente crescita (+3% annualizzato). Tuttavia, questo dato positivo nasconde una debolezza della domanda interna: meno acquisti e meno consumi.


Terzo trimestre 2025: il bivio per lโ€™economia USA

Ora, con le scorte in esaurimento, le imprese dovranno tornare a importare, pagando anche i dazi.


Le conseguenze previste:

  • Ripresa delle importazioni, con effetto negativo sul PIL

  • Aumento dei prezzi, che potrebbe far risalire lโ€™inflazione

Questa doppia dinamica complica il lavoro della Federal Reserve, divisa tra la necessitร  di sostenere la crescita e quella di controllare lโ€™inflazione.


Inflazione, tassi di interesse e dollaro

La Fed attende con particolare attenzione i dati sullโ€™inflazione di agosto, in uscita lโ€™11 settembre 2025.


Se lโ€™inflazione risulterร  piรน alta delle attese, il taglio dei tassi sarร  rimandato, con conseguente rafforzamento del dollaro. In caso contrario, si aprirร  la strada a un allentamento monetario.


Mercato del lavoro: segnali di debolezza

Il report sullโ€™occupazione di luglio ha mostrato un rallentamento, in gran parte dovuto a licenziamenti nel settore pubblico. In un episodio ironico, lo stesso presidente Trump ha licenziato la responsabile dellโ€™Ufficio di statistica che aveva diffuso quei dati negativiโ€ฆ generati dalle sue stesse politiche.


Conclusione: attenzione ai dati โ€œtroppo belli per essere veriโ€

Il caso del PIL USA 2025 dimostra che un numero positivo non sempre indica unโ€™economia in salute.


Dietro agli indici macroeconomici si nasconde un equilibrio instabile tra importazioni, inflazione, tassi di interesse e occupazione.

Lโ€™11 settembre sarร  una data chiave per capire se i mercati vivranno nuovi scossoni o se la situazione si stabilizzerร .


Guarda l'intervista completa su FinanceTV o ascolta

il Podcast FinanceTV Talks - Le Voci dell'Economia

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