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Lehman, il crack del secolo

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Wall Street ancora non ci crede, ci si alza un mattino, e ci si risveglia in un incubo, quasi irreale, ma il sogno questa volta è pura realtà,  e il protagonista di questo incubo,  il  più grande fallimento del secolo di una istituzione finanziaria,  è la quarta banca d’affari americana , la Lehman Brothers . Sì, è proprio vero, quel gigante  con più di 150 anni di storia, che sembrava indistruttibile, che guardava tutti dall’altro, con aria indifferente, come se fosse stato una creatura di un altro pianeta, ha presentato richiesta del Chapter 11, ossia l’amministrazione controllata.  Ma la mente non può fare altro che tornare indietro nel passato, a quella crisi del 1929, ormai tanto lontana nel tempo, tanto discussa nei libri di finanza,  che tanto estranea  sembrava al nostro  secolo, ma che in alcuni tratti e vicende,  tanto vicina è invece.

Certamente i fatti del 1929 con la crisi di oggi, poco hanno in comune, ma certamente, come allora, le autorità che dovevano vigilare sulle istituzioni, hanno fallito il loro compito principale, ossia salvaguardare e prevenire ogni possibile crepa proveniente dal sistema bancario e finanziario, in modo da scongiurare una vera e propria crisi sistemica del sistema economico. Oggi più di allora, il sistema economico- finanziario mondiale è globale, tutto racchiude tutto, e tutto è inglobato nel tutto. Infatti tutti i listini finanziari del mondo  sono stati inglobati da quel passivo da 613 miliardi di dollari. A fine giornata  sulle piazze internazionali, si sono contate le ferite di quel profondo rosso, il Dow Jones ha lasciato sul campo il 4,4%, mentre lo S&P 500 il 4,6%, mentre tutta l’Europa brucia circa 360 miliardi di capitalizzazione.  Il titolo della Lehman Brothers ieri ha aperto con una perdita del 90%, una  vera e propria ecatombe.

La fine del colosso dai piedi di argilla orami è già segnata, ma che fine farà la sua divisione di asset management ? sicuramente il piccolo gioiello di casa, o scusate ! ex casa Lehman Brothers continuerà ad operare e non sarà soggetta a fallimento. I clienti della società di gestione possono stare tranquilli, infatti le attività della divisione sono separate  da quelle della società e non sono soggette alle richieste dei creditori.
 

16/09/2008 | Categorie: Il caso della settimana Firma: Redazione