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Le scelte di lungo periodo degli investitori

Le scelte di investimento di lungo periodo dei risparmiatori sono proiettate in avanti (cioè nel lungo periodo) a volte implicitamente altre esplicitamente.
Ma perché solitamente gli individui preferiscono rendere di breve durata l’orizzonte temporale dei loro investimenti ?
Gli individui tendono quasi sempre a sottostimare l’orizzonte temporale dei loro investimenti o meglio non sempre riescono a collegare la peculiarità dello strumento finanziario al suo orizzonte temporale di ottimizzazione (gli assets azionari trovano ottimizzazione nel lungo periodo).
La conseguenza di questo modo distorto di vedere l’orizzonte temporale per i loro investimenti è proprio quello di includere nel portafoglio una percentuale troppo alta di obbligazioni a scapito di quella azionaria.
Gli investitori tendono ad essere “loss avversion” cioè, cosa significa questa nuova parola ?
Gli investitori sono generalmente, secondo studi e ricerche, poco propensi ad investire il capitale nel lungo periodo, non riescono a dimenticare o a non valutare ciò che accade al loro portafoglio per un arco di tempo considerevolmente lungo.
Generalmente gli investitori considerati avversi al rischio tendono a valutare le performance dei loro impieghi azionari nel breve periodo piuttosto che nella giusta ottica di lungo termine.
Infatti gli individui che hanno investito denaro in titoli azionari effettuano una valutazione con cadenza troppo frequente del loro portafoglio; l’eccessiva volatilità di breve periodo dei titoli azionari, genera negli investitori un eccessivo timore, dovuto proprio alla elevata variabilità degli impieghi aleatori piuttosto che quelli obbligazionari o monetari.
Gli individui in questione considerano l’investimento di lungo periodo poco attrattivo, in quanto attribuiscono maggio peso alle perdite piuttosto che ai profitti. Da ciò consegue che al diminuire dell’arco temporale di valutazione di impieghi azionari, l’effetto psicologico degli investitori avversi al rischio diventerà man mano più significativo.

23/01/2008 | Categorie: Finanza personale Firma: Redazione