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Lavoro, in Italia il 90% non
accresce il suo reddito

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Un report realizzato da Truenumbers, su dati Eurostat, evidenzia tutte le criticità che si trovano ad affrontare i lavoratori italiani che vogliono accrescere il proprio reddito

Difficoltà nell’aumento dei guadagni

In Italia solo il 10,7% delle persone in età lavorativa ha visto crescere il proprio reddito da lavoro verso l’alto. Sono poche? Pare proprio di sì guardando il confronto con gli altri Paesi. Solo Polonia, Romania, Serbia, Grecia e Croazia fanno peggio. Insomma, tutte le maggiori economie europee fanno meglio. E non poco. Lo riporta un’analisi di Truenumbers.

Il problema annoso della mobilità sociale

Certo, le difficoltà nella mobilità sociale in Italia sono note, ma qui il focus sul breve periodo sorprende. Nello studio di Eurostat, infatti, si prendono in considerazione le persone che hanno accresciuto il proprio reddito abbastanza per passare da un decile (una delle 10 parti – uguali – di tutti i redditi divisi per 10) a quello superiore. Altra cosa: parliamo esclusivamente di redditi da lavoro.

Al top i Paesi scandinavi e Lussemburgo

Le percentuali più alte di passaggi di reddito verso l’alto (di almeno un decile) sono state registrate in Lussemburgo, Svezia, Danimarca, Bulgaria e Norvegia. Bisogna, però, anche segnalare i Paesi in cui è più frequente ritrovarsi nel decile più basso dopo un anno. E sono: Romania, Regno Unito, Repubblica Ceca, Lettonia, Bulgaria, Estonia, Svezia, Ungheria e la Croazia oltre alll’Islanda. L’Italia, in questo caso, è nella media: il 6,6% delle persone in età lavorativa ha visto scendere di un decile i propri redditi da lavoro verso il basso.

Le conclusioni di Eurostat

L’ente europeo delle statistiche segnala anche quali situazioni favoriscono il passaggio da un decile all’altro del reddito. Succede in particolare quando le persone cambiano lavoro o aumentano l’ore lavorate, ma possono riflettere anche aumenti di stipendio o bonus di produzione. Per questo, i passaggi da un decile all’altro sono più frequenti nei Paesi caratterizzate da mercati del lavoro flessibili o da un rapido ritmo di crescita economica. E, almeno nell’ultima situazione, non è certo il caso dell’Italia.

27/02/2020 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Luca Losito