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Sistema energetico mondiale, la transizione che non può più attendere

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I processi di transizione energetica sono lunghi e lenti, ma mai quanto oggi è necessario accelerare e virare verso le energie rinnovabili.

L’urgenza della nuova transizione energetica

Oggi più che mai è necessario imprimere una svolta al sistema energetico mondiale; lo stop forzato causato dalla pandemia ha generato un calo in alcuni dei comparti del settore.

I dati di IEA, International Energy Angency, sull’ultimo World Energy Outlook 2020 hanno stimato un calo della domanda energetica globale del 5%, (petrolio -8%; carbone -7%), la riduzione delle emissioni di CO2 del 7%, un calo degli investimenti energetici del 18%; tutti dati che contrastano con il sensibile aumento delle energie rinnovabili. Si avverte l’urgenza di un cambio di rotta: la transizione energetica verso le energie pulite oggi non può più attendere.

La transizione energetica nel tempo

Le transizioni energetiche si definiscono attraverso l’ingente produzione d’energia, lo sviluppo di grandi opere infrastrutturali per la sua generazione, distribuzione e per l’alto impatto generato sul sistema economico.

Nel corso dei secoli si è assistito a diversi passaggi energetici conseguiti con nuove scoperte e progresso tecnologico, per far fronte alla richiesta di energia da parte della società in evoluzione e dal relativo sistema economico.

La combinazione fra utilizzo di combustibili fossili e l’avvento delle macchine da lavoro nei secoli scorsi avevano infatti cambiato in maniera dirompente il consumo di energia. Secondo una ricerca dell’Università di Manitoba, dal 1850 al 2000 il fattore dell’utilizzo mondiale dell’energia è aumentato di 15 punti.

Il cambiamento dei fattori energetici non è stato omogeneo ed il mix di combustibili fossili utilizzati si è modificato nel corso del tempo: il processo di transizione è solitamente lungo e lento.

Un nuovo fabbisogno energetico mondiale

Per riuscire a contenere il riscaldamento globale entro la media d’aumento di 2°C servirà una transizione più veloce di qualsiasi altra mai vista prima. Nei prossimi 30-50 anni, il 90% della quota mondiale di energia prodotta da combustibili fossili dovrà essere fornita da fonti di energia rinnovabili, energia nucleare o impianti a combustibile fossile che permettano lo smaltimento sicuro delle scorie.

Secondo il settimanale inglese The Economist, la relazione proporzionale tra Pil e uso dell’energia per persona ha resistito fino agli anni ’70. In realtà oggi il legame non è più così evidente e ad un aumento del Pil pro capite non corrisponde necessariamente un aumento del consumo individuale.

Inoltre, la popolazione mondiale cresce a ritmi molto più lenti rispetto il passato, perciò si presume la richiesta energetica aumenti in misura più contenuta. Si stima in ogni caso che vi sia la necessità di coprire il fabbisogno di 2 miliardi in più di persone; in aggiunta bisogna considerare che ci sono Paesi che ancora aspirano ai moderni servizi energetici: 800 milioni di persone nel mondo attualmente non usano l’elettricità.

La buona notizia è che i governi sono disposti a spingere per il cambiamento e favorire la transizione energetica.

Verso una nuova transizione energetica

Le transizioni precedenti erano causate dalla domanda di nuovi servizi che solo un combustibile specifico poteva fornire, ad esempio il petrolio per il funzionamento delle macchine. In questo, la nuova transizione energetica è differente, perché nasce dal semplice presupposto che le rinnovabili sostituiscano altre fonti energetiche utilizzate per i medesimi scopi.

Il nuovo ricambio nella produzione energetica è favorito dalle politiche governative: il fattore non è scontato, visto che gli effetti delle politiche energetiche solitamente non sono neppure mai a breve o medio termine.

Non da ultimo, i sussidi hanno favorito l’abbassamento dei costi di approvvigionamento e la riduzione dei costi di produzione delle tecnologie rinnovabili.

La diffusione delle energie rinnovabili

Politiche governative, concorrenza agguerrita e progresso tecnico continuano a giocare un ruolo fondamentale nella diffusione delle rinnovabili: se il prezzo dell’energia rinnovabile fosse rimasto più alto di quello dei combustibili fossili, oggi non parleremmo di una nuova transizione energetica.

Secondo BloombergNEF, un’organizzazione che si occupa di ricerche sull’energia, i due terzi della popolazione mondiale vive in aree dove le energie rinnovabili sono le più economiche: il solare e l’eolico onshore sono infatti fra le fonti meno costose. Lato energia solare si stima che il suo prezzo verrà ulteriormente abbattuto nei prossimi anni in seguito alle nuove grandi installazioni.

Insieme al gas naturale, il solare e l’eolico stanno già comprimendo il carbone, la fonte principale di emissioni del settore energetico. Nel 2018 la quota del carbone nell’approvvigionamento energetico globale è stata la più bassa degli ultimi 15 anni. Il petrolio non avverte ancora la stessa pressione in quanto siamo ancora vincolati ai veicoli a benzina e diesel.

Il ruolo decisivo delle politiche nella transizione energetica

Se le scelte politiche percorreranno in modo costante la strada dell’allontanamento dai combustibili fossili per abbracciare una transizione energetica con le rinnovabili, il capitale privato seguirà inevitabilmente a ruota. Gli scarsi rendimenti e il deprezzamento delle società produttrici di combustibili fossili dovuto all’impatto negativo sull’ambiente e sul clima sta già creando diffidenza negli investitori. Non a caso negli ultimi giorni il Sole 24 Ore ha parlato del tramonto delle major petrolifere in Borsa, superate dalle società di elettricità e rinnovabili.

Bisogna però sottolineare, che se nel 2019 l’investimento nelle rinnovabili è stato di 250 miliardi di dollari, le grandi compagnie petrolifere e del gas hanno investito lo stesso anno il doppio nell’estrazione di combustibili fossili.

E’ quindi fondamentale l’azione coerente da parte dei governi a sostegno delle energie rinnovabili; si stima che in tutto il mondo forniscano più di 400 miliardi di dollari l’anno a sostegno diretto del consumo di combustibili fossili, più del doppio di quanto viene sovvenzionato per la produzione rinnovabile. 

Fino ad oggi è stata rilevante la loro azione volta a favorire lo sviluppo del solare ed eolico, ma la strada da percorrere è ancora lunga.

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21/01/2021 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Redazione