NEWS

La soluzione europea alla crisi: quali analogie con Bretton Woods?

Immagine di anteprima

La storia si sa, è fatta di corsi e ricorsi e l’attuale soluzione trovata dai governi europei ricorda proprio quanto è avvenuto oltre 60 anni fa a Bretton Woods, piccolo paesino del New Hampshire. Era il 1944 quando i potenti della Terra decisero di definire un sistema della moneta e del commercio ordinato e condiviso. Prima di Bretton Woods qualunque cittadino di qualunque Paese poteva richiedere la conversione delle banconote possedute nel bene rifugio per eccellenza: l’oro.

Si voglia per le due guerre alle spalle o per la crisi del ’29 nel decennio appena trascorso, gli Stati mondiali, nel 1944, si trovavano ad aver stampato così tanta moneta che le riserve aurifere esistenti sulla Terra erano inadatte a sostenerne l’eventuale richiesta di conversione. A Bretton Woods venne quindi stabilito che le valute di tutto il mondo sarebbero state convertite solo in dollari e solo questi sarebbero stati convertibili in oro.

La richiesta del biglietto verde crebbe a dismisura poiché le nazioni cominciarono a creare delle riserve in dollari credendo di accumulare oro; questo portò al fatto che gli stessi Stati Uniti si ritrovarono ad aver stampato così tanti biglietti che Nixon , nel 1971, dovette dichiarare la non più convertibilità fra dollaro e oro.

Oggi, a distanza di vari anni, ci troviamo in una soluzione similare: le banche non si fidano fra loro temendo di non vedere restituiti i denari prestati se non vedendo questo rischio ricompensato da un tasso, l’euribor, elevato. Gli Stati europei hanno, quindi, deciso di farsi garanti inserendosi in questo processo: la Banca 1 presterà i soldi allo Stato che a sua volta li rigirerà alla Banca 2, se quest’ultima non fosse, così, in grado di saldare il debito se la vedrà con lo Stato (che potrà decidere di finanziare direttamente o di ricapitalizzare entrando nel capitale) che garantirà alla Banca 1 di ricevere regolarmente quanto le è dovuto.

In pratica, esattamente come avvenne per Bretton Woods, si incrociano le dita e si spera che non accada mai nulla; cosa accadrebbe se più di una banca fosse insolvente? Anche le garanzie dei vari governi alla fine servono solo come propaganda per tenere tranquillo il popolo, ne è dimostrazione la garanzia di milleseicento miliardi di euro che il governo tedesco ha dichiarato disponibili per risarcire i correntisti che si aggiungono ai 500 miliardi “riservati” alle banche. Duemilacento miliardi di euro corrispondono ad una cifra significativamente superiore al nostro (poco invidiato) debito pubblico che l’Italia ha “messo da parte” in oltre un quarto di secolo e la Germani non ha ancora previsto alcun accantonamento iscritto a bilancio… Speriamo che la “facciata” regga, almeno con Bretton Woods lo ha fatto.

14/10/2008 | Categorie: Il caso della settimana Firma: Jonathan Figoli