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La relazione tra reddito, consumo e risparmio

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La vita di un individuo può essere idealmente divisa in tre cicli: infanzia (T1), maturità (T2) e vecchiaia (T3).

Questi cicli sono analizzati considerando l’equazione Y=C+S, ovvero le relazioni tra reddito, consumo e risparmio.

Durante la prima fase l’individuo si limita a consumare, nella seconda lavorando può risparmiare e nella terza consuma la ricchezza accumulata precedentemente.
Il fine delle decisioni di consumo e di risparmio è di mantenere invariato il tenore di vita per tutto il ciclo vitale.

Il soggetto vuole avere la possibilità (non è detto che poi lo faccia veramente) di poter tranquillamente accedere per tutta la vita alla composizione ideale dei beni e servizi che più lo soddisfano, senza aver la paura di non avere il denaro necessario.

Alla base della teoria ci sono una grande razionalità dell’individuo e la perfetta conoscenza delle entrate e delle uscite future di reddito.
Queste condizioni gli permettono di poter pianificare economicamente i propri bisogni per tutta la vita. L’individuo, infatti, nella fase T2 riesce ad accantonare l’esatta quantità di denaro necessaria per la sua vecchiaia senza dover poi ricorrere all’indebitamento.

Nella realtà tale ipotesi è poco concreta, infatti, il soggetto vive costantemente nell’incertezza e non riesce ad individuare precisamente la quantità di denaro di cui avrà bisogno durante la vecchiaia , si limita ad accumulare il più possibile o semplicemente a non spendere perché non ci sono beni o servizi che lo attirano particolarmente.

Dividendo la vita in periodi è possibile indicare per ogni età i comportamenti di consumo e risparmio, ma anche individuare i bisogni e le aspettative dell’individuo.

Ad esempio, prendendo in considerazione un individuo che sta per andare in pensione, il consulente finanziario sa che si trova alla fine del periodo T2, ha avuto modo di risparmiare durante gli anni del lavoro, la sua ricchezza accumulata è al livello massimo.

 Il consulente al momento della pianificazione finanziaria deve considerare queste variabili e il fatto che, con l’abbassamento del reddito mensile, per mantenere invariato il tenore di vita l’individuo dovrà attingere al risparmio per cui si dovrà calcolare la quota di risparmio mensile/annuale da destinare al consumo e poi decidere come allocare la differenza tra i vari strumenti finanziari.

Sono possibili considerazioni macroeconomiche di questa teoria. Secondo Modigliani il risparmio è legato positivamente al tasso di sviluppo di un Paese piuttosto che al suo reddito nazionale.

Ne consegue che il risparmio nei Paesi con un tasso di sviluppo molto alto è maggiore di quello presente in Paesi con problemi si sottosviluppo che a malapena hanno un reddito, consumano buonaparte delle risorse e difficilmente risparmiano.

La presenza di un maggior numero di famiglie giovani rispetto a quelle anziane porta ad un aumento prospettico del reddito. Le prime famiglie, infatti, essendo più numerose riescono a risparmiare a livello aggregato più di quanto quelle anziane riescono a spendere. Nel sistema è presente una maggiore quantità di denaro risparmiato che può essere impiegata in investimenti oppure essere prestato a terzi.

Nella teoria semplificata del ciclo vitale il movente ereditario non è alla base delle motivazioni del risparmio, ma ha solo un carattere residuale perché solo una minima parte degli individui lo prende in considerazione. In alcuni studi empirici, Modigliani dimostra come solo le famiglie molto ricche e che desiderano non disperdere il patrimonio, pongano alla base delle loro motivazioni di risparmio la necessità di accumulare un lascito per i loro eredi.
 

Un progressivo aumento dell’età media  della popolazione fa in modo che a livello di sistema aumenti la parte di reddito destinata al consumo.
La differenza del tasso di risparmio tra le famiglie viene spiegata facendo riferimento alle caratteristiche demografiche quali l’età e il numero dei figli, il livello di istruzione e la condizione professionale del capofamiglia.

Ad esempio una famiglia composta da cinque persone in cui solo il capofamiglia lavora, con un livello di istruzione e una condizione professionale bassi, il livello di risparmio, se esistente, è molto esiguo.

Al contrario una famiglia composta da tre persone in cui il capofamiglia è professionista con un titolo di studio alto, il risparmio può essere consistente.

06/01/2011 | Categorie: Investimenti Firma: Redazione