NEWS

La mascherina finanziaria
contro il Coronavirus

Immagine di anteprima

L’emergenza anche sui mercati

La recente volatilità dei mercati finanziari causata dalla diffusione dell’epidemia da Covid-19 genera un gran fermento tra gli investitori. Nessuno di noi può prevedere il futuro e il Coronavirus determina e favorisce una situazione in continuo e rapido cambiamento. Sebbene si sia creata una situazione molto seria, i social media e i media tradizionali con la continua minuziosa diffusione di notizie, in alcuni casi anche drammatiche, contribuiscono a rendere incerta e preoccupante questa situazione.

Il lock down generale

I report emanati giornalmente dai vari Paesi somigliano sempre di più a dei bollettini di guerra, con un numero di contagiati e decessi in continuo aumento. Tutti i Paesi Europei hanno fatto ricorso al lock down, ovvero limitazione della circolazione per sole comprovate ragioni di lavoro o salute e/o relativamente a servizi dichiarati essenziali, e ciò almeno fino alla fine delle vacanze di Pasqua, anche se non è stata fissata una data precisa, essendo quest’ultima in funzione dell’evoluzione della pandemia.

Una situazione grave

A breve termine, ci sono pochi dubbi sul fatto che questa situazione sia già molto grave e che continuerà ad aggravarsi ulteriormente alimentando notevoli cambiamenti nella vita professionale e privata di tutti noi. Tuttavia, ci lascia ben sperare la significativa riduzione delle nuove infezioni e decessi che abbiamo visto in Cina, in parte dovute alle rigide regole di quarantena imposte alla popolazione, all’efficiente assistenza sanitaria e forse potenzialmente anche grazie al clima leggermente più caldo. Bisogna tuttavia tener conto anche del dato temporale, infatti in Cina la pandemia è iniziata qualche mese prima che in Europa, più o meno ad ottobre, e poiché il virus che ha un periodo di incubazione di circa 14 giorni e che milioni di cinesi nel frattempo hanno viaggiato attraverso la Cina e il resto del mondo, molti esperti si aspettavano un numero ancora più elevato di morti e milioni di infettati in più.

Gli impatti del virus

Le prossime settimane saranno decisive per comprendere se le misure di contenimento riusciranno a contenere la diffusione del virus oppure assisteremo ancora ad un’evoluzione crescente della curva dei casi positivi, con tutte le conseguenze che ciò comporta. È ancora troppo presto per capire quale sarà esattamente l’impatto che il Coronavirus avrà sulla crescita economica. Ci sarà inevitabilmente un rallentamento della crescita, anche se a detta di alcuni solo temporanea.

L’andamento degli indici

La maggior parte degli indici utilizzati dai gestori dei grandi fondi d’investimento suggeriscono che le scorte di merci diminuiscono mentre gli ordini ancora da evadere aumentano, fornendo carburante per un prossimo rimbalzo. In Cina, ci sono già segni di ripresa. Circa il 60% delle fabbriche cinesi è tornato al lavoro e il restante 40% lo dovrebbe fare entro i mesi di marzo e aprile.

La ripartenza cinese

Altro parametro che conferma che il Paese si sta rimettendo in moto è il parametro sull’inquinamento da biossido di azoto, che è tornato quasi ai livelli pre-crisi. Il gas, un sottoprodotto della produzione industriale e dei servizi pubblici, era svanito in gran parte del Paese a causa del duplice impatto delle vacanze dovute al Capodanno lunare cinese e dei fermi correlati al Coronavirus. L’attuale instabilità economica creata dalla pandemia ha influenzato e reso molto volatili il contesto dei public markets. Questo nervosismo dei mercati finanziari è il motivo per cui gli investitori scelgono sempre più strategie di investimento alternative come il private debt.

La soluzione

Il private debt è una asset class alternativa e che può offrire indubbi vantaggi. Questo termine comprende generalmente tutte le forme di prestiti privati. Nell’attuale contesto finanziario ad interessi negativi sul 65% dei bond in circolazione, il private debt offre agli investitori un interessante complemento agli investimenti a tasso fisso.

I vantaggi del private debt

Perchè il private debt è un salvagente per gli investitori nei momenti di panico sui mercati? Il primo fattore positivo del private debt è il track record. Tra il 1997 e il 2018, il periodo più lungo per il quale sono disponibili i dati, il private debt ha sovra-performato due indici chiave del reddito fisso: high yield globale e investment grade statunitense. Il secondo fattore è la diversificazione. Il private debt è percepito come un cross-over asset: con rendimenti simili alle azioni e volatilità simile alle obbligazioni, e una bassissima correlazione con altre asset classes.

Alti rendimenti e bassa volatilità

I suoi alti rendimenti e la bassa volatilità hanno suscitato interesse soprattutto nei gestori  di piani pensionistici che hanno adottato strategie di soft landing per immunizzare progressivamente il rischio generato dai mercati pubblici nei loro portafogli. L’ aumento della volatilità dei mercati azionari e la carenza di obbligazioni con rating AAA nei portafogli hanno fatto si che il privat debt diventasse un valido surrogato delle azioni, e gli attivi reali (immobili ed infrastrutture) un valido surrogato delle obbligazioni convenzionali.

La natura difensiva

Infatti, la due diligence è rigorosa e i termini del prestito personalizzati, consentendo un aumento considerevole degli interessi in caso in cui i debitori non avessero apprezzabili garanzie. Il ridotto fascino dei mercati obbligazionari di oggi ha fatto diminuire gli investimenti nell’asset class obbligazionaria tradizionale e incoraggiato gli investitori a esplorare nuove forme di reddito fisso, incluso il private debt. La Regola Volcker – che limita la liquidità nei mercati obbligazionari vietando le negoziazioni da parte delle banche – sta causando una siccità di liquidità nei mercati obbligazionari secondari, riducendo in tal modo il fascino di molti strumenti a reddito fisso. Anche la quantità di obbligazioni richiamabili è aumentata, consentendo agli emittenti di rimborsare il debito come e quando vogliono, lasciando agli investitori il rischio di reinvestimento. Il private debt, al contrario, è un bond a tasso variabile che collega il proprio rendimento a parametri di mercato.

Non solo illiquido

Stanno emergendo nuove strutture di negoziazione tramite le quali gli investitori possono effettuare vendite regolari. Ma gli investitori che hanno avuto fiducia in questa classe di attivi sanno benissimo che gli alti rendimenti non vanno di pari passo con la liquidità. I gestori di fondi di private debt stanno cercando di soddisfare le diverse esigenze delle varie tipologie di investitori istituzionali che compongono l’universo dell’asset class alternativa, che nel 2019 era prevalentemente rappresentata da gestori di piani pensionistici (38%), fondazioni (12%), compagnie assicurative (10%), fondi di fondi (8 %), dotazioni (8%), gestori patrimoniali (9%), family offices (5%) agenzie governative (2%) e altri (8%).

Il futuro del mercato

Nei prossimi cinque anni il private debt diventerà verosimilmente sempre più trasparente in termini di commissioni e di reporting, in modo da rispondere alle esigenze degli istituzionali, e meno dipendente dal canale wholesale, ed i fondi di private debt tenderanno sempre più a prevedere anche la possibilità del direct lending per non precludersi opportunità.

24/03/2020 | Categorie: Investimenti Firma: Walter Panzeri