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Italiani, cresce la qualità della vita e l’ottimismo

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Migliora la qualità della vita, cresce l’ottimismo e cambiano i portafogli degli italiani. I dettagli nell’indagine del Centro Einaudi e Intesa Sanpaolo

Migliora la qualità della vita, cresce l’ottimismo e cambiano i portafogli degli italiani. Secondo l’indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2017: “Consapevolezza, fiducia, crescita: le sfide dell’educazione finanziaria”, realizzata dal Centro Einaudi e Intesa Sanpaolo, sale dal 47,2 al 60,8% la quota di chi ritiene sufficiente o più che sufficiente il proprio reddito, segno quindi che la ripresa si diffonde e dissolve qualche nuvola sull’orizzonte di lungo periodo.

 

Con più risparmiatori e più risparmi si torna a progettare

Il segnale del 2017 è univoco: le famiglie in grado di risparmiare crescono dal 40 al 43,4%. Si risparmia, in particolare, per far fronte alle incertezze e cresce, anche se lentamente, l‘intenzione di risparmiare per la vecchiaia, passata dal 14,1 al 20,7%. Dall’indagine emerge poi come il 17% degli intervistati occupati abbia sottoscritto una forma di investimento previdenziale integrativo (+6%).

 

L’asset allocation degli italiani

“La preferenza assoluta per la sicurezza degli investimenti produce tre effetti – si legge nell’indagine – (a) fa crescere la liquidità investita dalle famiglie negli strumenti di deposito, che nel sistema italiano sono aumentati di 40,6 miliardi nel 2016; (b) fa ridurre o non aumentare l’investimento nell’impiego obbligazionario, arrivato a rendimenti molto bassi o addirittura negativi per le scadenze inferiori ai cinque anni (il patrimonio medio investito in obbligazioni è sceso dal 27 al 25% e si fanno meno operazioni in obbligazioni); (c) fa crescere, in terzo luogo, il risparmio gestito (il cui possesso passa dall’8 al 13% del campione)”.

L’incremento del risparmio gestito è legato a due ragioni, delle quali una più virtuosa (il risparmio gestito diversifica i rischi più di quanto si possa fare da soli, 55%) e una meno virtuosa (del risparmio gestito non ci si deve più occupare, 46%), perché sottende una difficoltà a scegliere gli investimenti. La raccolta netta di gestioni e fondi nei primi sei mesi del 2017 è stata, infatti, di circa 57 miliardi, con le masse in gestione che hanno superato per la prima volta la cifra di 2 trilioni di euro.

E’ aumentato, intanto, l’investimento in Borsa in ottica di medio-lungo periodo. Sarà per le quotazioni a lungo sacrificate, sarà perché le famiglie hanno annusato aria di ripresa, ma anche la Borsa ha avuto un inizio di risveglio: nel 2017, gli investimenti in azioni sono tornati, infatti, interessanti per il 5,5% del campione (in crescita dal 4,4% del 2016). La maggioranza degli investitori ha dichiarato di investire in Borsa puntando all’apprezzamento di medio e lungo periodo dei titoli. Il ritorno alla Borsa ha riguardato una fascia minoritaria di investitori, prevalentemente ben istruiti e con redditi medio-alti.

 

Infine, proseguono gli acquisti di immobili

Dal gennaio 2016, circa il 5%degli intervistati ha comprato un’abitazione. Il 77,6% delle famiglie intervistate vive in un’abitazione di proprietà. Il valore medio, per famiglia, del patrimonio immobiliare, auto-stimato al netto dei mutui in corso, si avvicina ai 217 mila euro e corrisponde a una ricchezza immobiliare complessiva pari a circa 3 volte e mezzo il Pil, circa il doppio della ricchezza mobiliare.

 

 

 

 

28/09/2017 | Categorie: Economia e Dintorni , EconoPolitik Firma: Redazione