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L’Italia e la politica di Mario Draghi premiate dall’Economist per l’anno 2021

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La rivista britannica Economist premia l’Italia e la incorona il Paese dell’anno 2021 per le scelte di politica e la sua figura di riferimento: il premier Mario Draghi

“È difficile negare che l’Italia di oggi sia un posto migliore di quanto non fosse nel dicembre 2020. Per questo è il nostro Paese dell’anno. Auguri!”: con queste parole la rivista britannica Economist premia l’Italia e la incorona il Paese dell’anno 2021.

Contrariamente a quanto potrebbe pensarsi, le motivazioni alla base di tale scelta sarebbero da attribuire non tanto all’abilità sul campo dei nostri calciatori, usciti vittoriosi dagli ultimi europei di calcio, né tantomeno alla vittoria all’Eurovision Song Contest dei Måneskin; quanto piuttosto alle scelte relative alla nostra politica e alla sua figura di riferimento: il premier Mario Draghi.

L’Economist premia l’Italia e la politica di Mario Draghi nella gestione dell’emergenza pandemica

Nella classifica stilata dall’Economist, l’Italia scansa paesi come Samoa, lo Zambia, la Moldavia e la Lituania che nel 2021 si sono altrettanto distinti quali difensori dei principi democratici. Nonostante le difficoltà che hanno contraddistinto l’anno in corso a causa dell’emergenza sanitaria, dell’avvio controverso della campagna vaccinale e dei diversi episodi in cui la politica mondiale ha messo in discussione i principi democratici e in pericolo le libertà civili, il nostro Paese ha fatto la differenza. Ma in che modo?

La rivista britannica ha deciso di premiare l’Italia per le sue scelte politiche nella gestione della pandemia, in particolare per l’efficace gestione del sistema di vaccinazione e la solida ripresa economica, principalmente legata all’elezione come capo del Governo dell’ex presidente della BCE Mario Draghi e alla sua politica riformatrice che ha resto “l’Italia di oggi un posto migliore di quello che era un anno fa”.

I criteri dell’Economist nella scelta del Paese dell’anno 2021: tra ricchezza e felicità, il premio va alla politica di miglioramento

Ogni anno l’Economist sceglie di premiare la nazione che si è distinta non tanto per i suoi tassi di ricchezza, le sue dimensioni o il livello di felicità dei suoi abitanti, quanto per aver ottenuto il miglioramento maggiore. A partire dal 2013, il premio del magazine britannico è stato assegnato a paesi che hanno portato avanti azioni di politica meritevole come, ad esempio, è stato per la Tunisia, l’Uzbekistan o la Colombia.

Nonostante negli anni passati non siano mancate pesanti critiche da parte della rivista nei confronti dell’Italia, della sua politica e dei suoi rappresentanti in carica, stavolta sono proprio le parole dell’ex direttore della testata inglese – Bill Emmott – che ammettono come quest’anno il nostro Paese sia cambiato grazie all’elezione a capo del governo di Mario Draghi e al suo intervento riformistico.

La figura e la politica di Draghi sono i fattori che hanno reso l’Italia virtuosa nel 2021

L’ingresso e l’azione politica di Mario Draghi, quindi, hanno nettamente fatto la differenza rispetto alle cariche politiche del passato che – secondo la voce del settimanale inglese – avevano causato la stagnazione economica, portando gli italiani ad essere “più poveri nel 2019 di quello che erano nel 2000”. Non solo, l’elezione del premier Draghi ha fatto sì che le parti politiche facessero squadra nell’appoggiare il suo pacchetto di riforme, funzionali all’ottenimento dei fondi europei previsti dal piano Next Generation EU.

Altro elemento che contribuito alla vittoria dell’Italia come Paese dell’anno 2021 è stata la strategia che il governo Draghi ha messo in atto per la gestione della crisi pandemica da covid-19. Attualmente, infatti, l’Italia ha il tasso di vaccinati più alto d’Europa e anche la sua economia è in fase di ripresa, superando in percentuale quella di paesi come Germania e Francia.

Anche il Financial Times premia l’Italia e i suoi programmi di politica riformista previsti per il 2022

Resilienza, carattere, solidarietà, attivismo internazionale e la presenza di un premier competente e rispettato a livello internazionale sono stati gli ingredienti non solo per una politica nazionale che accelerasse la ripresa economica ma anche gli elementi che hanno permesso all’Italia di essere eletta il Paese dell’anno 2021.

La medesima opinione positiva nei confronti dell’Italia e della politica di Mario Draghi è stata espressa anche dal Financial Times che ha elogiato il lavoro riformatore svolto dal premier, auspicando una sua prosecuzione fino alla fine del mandato legislativo, soprattutto in vista delle importanti riforme che dovranno essere portate avanti in Italia a partire dal 2022.

Mario Draghi come figura cruciale di stabilità politica per l’Italia e garanzia per la messa in atto delle riforme strutturali del 2022

Le ipotesi che si vociferano, infatti, di una corsa di Draghi al Quirinale, a seguito della scadenza del mandato di Mattarella, rischiano – a detta della rivista di informazione politico-economica – di far piombare l’Italia nell’instabilità politica rilegando l’attuale premier ad essere una figura di sola rappresentanza e portando all’elezione di un nuovo cappo del governo meno competente.

Mario Draghi – definito “la persona più potente in Europa” – sarebbe quindi una figura decisiva nei prossimi tempi per mantenere un clima di stabilità in Italia, in vista dell’importante piano di riforme strutturali del 2022. Ergendosi quasi a mediatore tra le forze contrapposte presenti nel nostro tessuto politico, secondo Lorenzo Codogno – ex funzionario del Tesoro italiano – sarebbe “la garanzia per l’UE e i cittadini italiani che queste riforme vedranno la luce”.

21/12/2021 | Categorie: Economia e Dintorni , Il caso della settimana Firma: Giulia Panebianco