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Italia, fuga di capitali: governo non piace, persi 56 mld

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Gli investitori sembrano avere scarsa fiducia verso il nuovo esecutivo italiano

Le tensioni politiche degli ultimi mesi sono costate all’Italia 56 miliardi di euro. Questa la cifra emersa dai dati pubblicati da Bankitalia. Ci si riferisce al saldo del Target 2, ossia il sistema di pagamenti tra banche dell’Eurozona. Qui il Bel Paese è passato in soli due mesi, maggio e giugno, da un debito di 424 miliardi all’attuale di 480. La fuga di capitali verso lidi più sicuri è già in atto. Il nuovo governo pentastellato-leghista non piace agli investitori. O quantomeno non li rassicura abbastanza.

E il sentiment negativo nei confronti dell’Italia viene purtroppo confermato anche da Standard & Poor’s e Istat. In particolare, l’agenzia di rating ha tagliato la stima del Pil italiano all’1,3% per quest’anno contro l’1,5% previsto in precedenza. Mentre per il 2019 prevede una crescita dell’1,2% e dell’1% per il 2020. Una revisione al ribasso dovuta alla “mancanza di riforme strutturali”. L’Istituto nazionale di statistica, invece, ha prospettato “una nuova decelerazione, consolidando uno scenario di contenimento dei ritmi di crescita dell’economia”.

Dunque sono stati sinora vani i tentativi di rassicurazione operati, anche sul rispetto dei patti europei, dal ministro dell’economia Giovanni Tria. “Non è in discussione un allentamento dell’attenzione da parte del governo sul consolidamento dei conti che proseguirà – ha evidenziato il titolare di via XX settembre – La contrazione del Pil è imputabile all’andamento delle esportazioni e della produzione, come effetto anche dell’imposizione dei dazi Usa“.

09/07/2018 | Categorie: Economia e Dintorni , EconoPolitik Firma: Luca Losito