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Italia e nuove fonti di energia rinnovabili: a che punto siamo?

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L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha riacceso il dibattito sulla produzione di energia e su quanto si debba essere indipendenti dagli altri Stati. Si è quindi tornati a parlare di sostenibilità e di fonti di energia rinnovabili

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha riacceso il dibattito sulla produzione di energia e su quanto si debba essere indipendenti dagli altri Stati. La Russia, infatti, fornisce al nostro Paese il 40% del gas utilizzato annualmente e negli ultimi anni ha assunto progressivamente sempre più importanza. Si è quindi tornati a parlare di sostenibilità ed energia rinnovabile.

L’Italia nel 2019 ha prodotto il 16,3% dell’energia da fonti rinnovabili: un valore vicino al 17,5% della Germania, ma superiore all’11,7% della Francia e al 14,5% del Regno Unito. Le fonti di energia rinnovabili considerate includono l’energia idroelettrica, solare, eolica, geotermica e la bioenergia; non sono invece considerati i biocarburanti tradizionali.

Le principali fonti di energia rinnovabili in Italia

La produzione di energia con fonti rinnovabili in Italia ha comunque oscillato tra il 5 e il 9% dagli anni ‘70 fino ai primi anni 2000. Si è poi registrata una forte crescita a partire dal 2007: in quell’anno solo il 6% dell’energia italiana proveniva da fonti rinnovabili, il dato è poi arrivato al 10,7% nel 2010 e al 18,5% nel 2014 per poi scendere al 15% nel 2017 e risalire al 16,3% del 2019.

Se ci si focalizza sull’elettricità, si vede come il 41,3% della corrente prodotta in Italia nel 2021 venga da fonti rinnovabili contro il 21,7% della Francia, il 39,7% del Regno Unito, il 46,2% della Spagna e il 40,3% della Germania. Tra i paesi del Nord Europa, invece, Norvegia e Islanda sono gli unici due Stati capaci di generare tutta la loro corrente a partire da fonti rinnovabili.

Italia ed energia idroelettrica: la principale fonte di energia rinnovabile del Paese

In Italia storicamente l’energia idroelettrica è la più importante fonte rinnovabile. Gli impianti idroelettrici nel nostro Paese sono circa 4.300 e ciò si deve in particolar modo alla diffusione, negli ultimi dieci anni, di impianti di piccole dimensioni (il cosiddetto “mini-idroelettrico”). Gli impianti idroelettrici non sono, però, distribuiti uniformemente sul territorio italiano: la maggioranza di essi si trova nella parte settentrionale del Paese; il 27% dell’energia idroelettrica, infatti, è prodotta in Lombardia, il cui più grande impianto si trova nella Provincia di Cuneo e produce da solo il 5% dell’energia idroelettrica nazionale.

L’idroelettrico, nel complesso, garantisce il 40% dell’energia rinnovabile in Italia; a seguire troviamo il fotovoltaico con il 22% e l’eolico con il 15%, mentre tutte le altre fonti energetiche costituiscono il 22%. L’energia prodotta grazie al sole ha acquisito importanza solo negli ultimi dieci anni, passando dal valere meno dell’1% nel mix energetico rinnovabile all’attuale 22%. L’energia eolica, invece, contava meno dell’1% nel 2000 per poi salire al 12% nel 2010 e arrivare al 16% di oggi.

Europa e strategia dell’idrogeno: la fonte di energia sostenibile del futuro?

Tra le fonti di energia sostenibili verso cui ultimamente si sta guardando con grande interesse c’è l’idrogeno. Negli ultimi anni, infatti, l’idrogeno ha ricevuto crescente attenzione da parte degli Stati e delle organizzazioni internazionali; l’attrattività di questo vettore risiede nella possibilità di ridurre le emissioni di attività di difficile decarbonizzazione come la produzione di acciaio o il trasporto marittimo, offrendo inoltre un’opzione per lo stoccaggio di elettricità rinnovabile.

L’abbattimento dei costi dell’energia rinnovabile, la maggiore ambizione degli obiettivi climatici e l’interesse del settore del trasporto del gas – che, grazie all’idrogeno, potrebbe garantire continuità alle proprie infrastrutture in un contesto in cui il consumo di gas naturale dovrà scendere drasticamente – hanno contribuito a collocare l’idrogeno nell’agenda climatica di molte Nazioni.

Le sue potenzialità sono riconosciute in primis dall’Unione Europea che ha deciso di puntare su questo elemento per la riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2050. La Commissione europea ha infatti presentato nel 2020 una strategia ad hoc che prevedeva l’installazione di 40 GW di elettrolizzatori nel continente entro il 2030 con l’obiettivo di raggiungere la produzione di 5,6 milioni di tonnellate di idrogeno da energia rinnovabile.

Anche l’Italia ha intravisto il futuro dell’energia del Paese nell’idrogeno e, negli ultimi anni, non solo ha elaborato una strategia nazionale sull’idrogeno, ma ha dato avvio ad una serie di investimenti importanti per lo sviluppo di una filiera italiana, stanziando 3,64 miliardi di euro delle risorse del Next Generation EU.

Strategia dell’idrogeno: l’energia green per ottenere l’autonomia energetica

Dal punto di vista geopolitico, inoltre, l’idrogeno può offrire diversi vantaggi strategici. In primo luogo – secondo la Commissione europea – permetterebbe di ridurre la domanda di gas russo di 25-50 miliardi di metri cubi, corrispondenti a 17-33% delle forniture russe di gas all’UE. In secondo luogo, l’integrazione della filiera europea con paesi terzi può facilmente orientarsi verso partner che condividono con l’Unione Europea spazi normativi integrati o allineamento politico.

Riguardo la questione dell’autonomia energetica, ad esempio, lo scorso maggio il nostro premier, Mario Draghi, ha siglato un accordo con l’Algeria stabilendo un aumento delle esportazioni energetiche pari a 3 miliardi di metri cubi di gas in più e altri 6 miliardi previsti per il 2023. Un altro impegno preso dal nostro capo del governo è stato quello di lavorare in partnership col paese africano per lo sviluppo di energia rinnovabile e idrogeno verde. Alla base di queste decisioni strategiche c’è chiaramente la finalità di ridurre la dipendenza dal gas russo, accelerare la transizione energetica e creare opportunità di sviluppo per le imprese e di occupazione per i cittadini.

Energia green e investimenti sostenibili: le armi per la transizione energetica e il Green Deal Europeo

Pensare a modelli di sviluppo sostenibile e di energia rinnovabile è diventato centrale anche per il mondo bancario e per le società di gestione del risparmio che hanno deciso di intraprendere un percorso di investimenti sostenibili. In quest’ambito risulta, quindi, centrale il tema della transizione energetica: ad oggi, sono molti i fondi che investono in energie rinnovabili in grado di supportare il processo verso il Green Deal Europeo e un mondo net-zero.

L’idrogeno può, dunque, essere una delle risorse che possono condurre l’Italia (e l’Europa) fuori dalla dipendenza delle energie fossili? Attualmente il nostro Paese non ha ancora rilasciato un documento definitivo sulla “Strategia dell’idrogeno”, che resta ancora aperta a possibili dibattiti e confronti. Le prospettive di sviluppo, però, ci sono e sono promettenti; tuttavia, sarà necessario un coinvolgimento di tutti i possibili attori: dal settore industriale a quello mobile e civile attraverso regolamentazioni, limitazioni e incentivi.

23/06/2022 | Categorie: Economia e Dintorni , Investimenti Firma: Giulia Panebianco