NEWS

Italia, diseguaglianze crescono:
colpite le classi svantaggiate

Immagine di anteprima

Le cose peggiorano per chi ha un livello di educazione finanziaria più basso

“La diseguaglianza di redditi e ricchezza ha avuto una leggera crescita in Italia nel periodo osservato (dal 1991 al 2016, ndr)”. È questo il trend che emerge dalla ricerca “Reddito, ricchezza e classi sociali. Venticinque anni di diseguaglianze in Italia” pubblicata sulla rivista Stato e Mercato dai professori universitari Marco Albertini e Gabriele Ballarino. E ad avere la peggio sono le classi svantaggiate, operai e proletari, verosimilmente quelle con un tasso di educazione finanziaria più basso. Fattore che finisce poi per incidere sulla capacità di generare ricchezza e accrescere il reddito personale nel tempo. Un fenomeno che vogliamo contrastare con il nostro canale Telegram rivolto ai risparmiatori.

“La diseguaglianza della distribuzione dei redditi e della ricchezza nella popolazione inclusa nel nostro campione è cresciuta non poco nel corso degli anni Novanta – si legge nel report – Nella prima parte del decennio la crescita della disuguaglianza è stata particolarmente importante per i redditi, mentre le disparità di ricchezza crescono soprattutto verso la fine del secolo scorso. Nel periodo successivo emerge una certa stabilità o una lieve diminuzione delle differenze di reddito, con fluttuazioni che anche durante il periodo della grande recessione non cambiano la tendenza. Invece le differenze di ricchezza diminuiscono a inizio secolo, poi tornano a crescere fino al 2010 quando, di nuovo, il trend si inverte con una nuova diminuzione. In entrambi i casi, comunque, la tendenza complessiva nel periodo osservato è una leggera crescita della disuguaglianza”.

“Vediamo con chiarezza che lungo tutto il periodo preso in considerazione, e quindi non in conseguenza della sola crisi economica iniziata nel 2007 – prosegue la ricerca – si osserva un generale peggioramento della posizione relativa delle famiglie con occupazione operaia; per le classi medie, gli impiegati (lavoratori dipendenti) complessivamente non perdono terreno rispetto alla classe alta, anzi guadagnano qualcosa in termini di reddito, mentre i lavoratori autonomi perdono qualcosa, sempre in termini di reddito. In generale, non c’è particolare evidenza di una crisi delle classi medie. L’occhio dei ricercatori dovrebbe concentrarsi sul graduale peggioramento delle condizioni reddituali, patrimoniali e di sicurezza finanziaria delle classi sociali più svantaggiate, che comprende sia quanto rimane del tradizionale lavoro operaio industriale che il proletariato dei servizi”.

Dunque, dalla ricerca emergono due elementi fondamentali. Negli ultimi venticinque anni le diseguaglianze in Italia sono aumentate in modo leggero, interessando soprattutto le classi sociali più basse. Gli spunti offerti dal lavoro di Albertini, dell’Università di Bologna, e di Ballarino, dell’Università di Milano, hanno chiaramente indicato una falla importante nella composizione della società italiana. Le differenze rischiano infatti di aumentare se le istituzioni non si applicheranno abbastanza per il miglioramento dell’educazione finanziaria nel Paese. Noi proveremo a dare il nostro contributo su Telegram con il canale educational lanciato a maggio. Unitevi e seguiteci in tanti.

26/06/2019 | Categorie: Economia e Dintorni , Investimenti Firma: Luca Losito