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Investire e Speculare : le differenze

È importante sottolineare fin da subito la distinzione tra investimento e speculazione.
I due termini sono stati troppe volte utilizzati sia dagli addetti ai lavori, sia dai normali risparmiatori in maniera scorretta e in ugual misura le due espressioni in alcuni momenti sono state quasi ricondotte al medesimo significato.
Si vedrà insieme i veri significati di investire e speculare.
Il confine che separa le due definizioni o meglio le due logiche di destinazione delle risorse è riconducibile al modo in cui il fattore tempo viene preso in considerazione dall’investitore.
L’investimento finanziario può essere considerato come la strategia o meglio l’insieme delle strategie impostate dall’individuo volte ad acquisire attività finanziarie, con il fine di ottenere dal loro impiego, in un tempo ragionevolmente lungo profitti sotto forma di reddito (ossia dividendi, interessi o rendite di varia natura) o di plusvalenze (ossia la vendita di attività finanziarie a seguito di un apprezzamento di valore).
Tutto questo significa che l’investitore sceglie di allocare le sue risorse finanziarie adottando politiche di impiego di medio e lungo termine; costruisce cioè un portafoglio in funzione delle sue esigenze finanziarie.
L’investimento viene visto come un mezzo per raggiungere determinati obiettivi vitali che vengono pianificati ex-ante, cioè prima.
In questo caso, entrando nello specifico, l’investimento finanziario, come si è letto precedentemente, può essere definito come un consumo differito nel tempo, cioè le persone rinunciano ad un consumo immediato della loro ricchezza, per poterla impiegarla in un futuro in quantità maggiore rispetto al periodo della rinuncia.L’investitore orientato alla strategia di medio e lungo periodo è svincolato dalla pura logica delle performance di breve periodo e generalmente valuta il rendimento complessivo dell’intero portafoglio e non considera le performance di ciascun asset componente il portafoglio.
Il raggiungimento degli obiettivi prefissi si pone come priorità delle sue valutazioni. Inoltre l’investitore di lungo termine ha generalmente nei confronti del rischio, inteso come volatilità del suo portafoglio, una gestione statica, cioè lascia che i movimenti di breve periodo non vadano ad inficiare la strategia adottata in precedenza, in pratica il tempo controlla il rischio dei suoi investimenti.
Di contro molte persone hanno paura di investire, perché pensano che sia rischioso.
Ma l’attività di investire non è di per sé rischiosa. Non avere una minima istruzione nel campo finanziario questo è rischioso. Investire è un po’ come imparare ad andare in bicicletta. All’inizio quando si era piccoli, avevamo tutti paura di cadere e di farci male, ma dopo aver fatto un po’ di esperienza, è diventato del tutto normale salire sulla bicicletta ed pedalare.
Anche ad investire si impara , anche qui un po’ alla volta , e l’esperienza e l’intelligenza finanziaria porta a diventare consapevoli nelle scelte che si compiono.
Bisogna familiarizzare con i meccanismi dei mercati e con le caratteristiche dei principali strumenti finanziari.
L’attività di speculazione ha sempre avuto assertori e detrattori. Anzi, più detrattori che assertori.
Etimologicamente il termine speculare deriva dal latino “specola” che appunto significa osservatorio; speculare indica quindi, vedere lontano, vedere meglio, vedere prima, cioè anticipare gli avvenimenti futuri.
La speculazione è quella strategia attuata dall’investitore volta a conseguire guadagni in un tempo molto ristretto a volte anche di pochi secondi. Lo speculatore orientato ad una strategia di breve periodo è alla ricerca costante di rendimenti, attraverso il “ timing” cioè il momento giusto per entrare e uscire dal mercato o da un singolo titolo. Lo speculatore cerca, quindi, di trarre il massimo profitto nel minor lasso di tempo possibile; subito dopo lo speculatore, aver liquidato la posizione in essere, si prepara ad una nuova operazione. Inoltre lo speculatore deve tenersi costantemente informato su tematiche tecnologiche legate alla velocità e sicurezza degli ordini impartiti, e inoltre su nuovi orientamenti della sua formazione finanziaria.
W. Fowler nel lontano 1870 affermava :“La speculazione che in un primo tempo è un sentimento, o se preferite un gusto, si trasforma inseguito in abitudine, poi crescendo in una passione, una passione dominante, che come il serpente di Aronne si rafforza divorando altre passioni. Diventa alla fine più fiera della rabbia, più corrosiva della gelosia, più ingorda dell’avarizia, più esclusiva dell’amore.
Il mercato azionario può essere comparato ad una vecchia strega avvizzita, laccata, dipinta e agghindata all’ultima moda, che guarda maliziosamente lo speculatore, indicandogli doni dorati che come i miraggi nel deserto svaniscono e lo lasciano solo con la propria rovina”.
Nella attività speculativa cambia l’ottica temporale di valutazione dell’individuo il quale sposta il suo orizzonte temporale di riferimento al breve termine, cercando cioè di prevedere e quindi di anticipare gli andamenti futuri di una o più attività finanziarie, con l’intento di ottenere profitti dagli scostamenti anche minimi dei prezzi degli assets finanziari.
Lo speculatore a differenza dell’investitore ha nei confronti del rischio un approccio totalmente diverso, cioè possiede una gestione dinamica del rischio.
Lo speculatore generalmente cerca di controllare il rischio, posizionandosi e adottando strategie dirette a chiudere posizioni quando non riesce a controllare totalmente il mercato.
Famosa è la metafora del concorso di bellezza dell’economista di Cambridge Keynes, il quale paragona le aspettative degli speculatori ad un concorso di bellezza, indetto da un giornale, che comporta il conferimento di un premio a chi riuscirà a prevedere il vincitore di tale concorso.
Il premio verrà infatti assegnato a chi riuscirà ad anticipare quella che l’opinione media si aspetta sarà l’opinione media! Allo stesso tempo la redditività degli investimenti risentirà di quella che saranno le aspettative formate dagli operatori dei mercati finanziari, che in tale processo terranno conto di quello che sarà l’esito dell’analoga operazione svolta da altri operatori.
E come se un agricoltore, consultando il barometro dopo colazione, potesse decidere di ritirare fra le dieci e le undici il capitale investito nella fattoria, salvo riconsiderare l’eventualità di reinvestirlo nella azienda nel corso della settimana”
In sintesi, la Borsa rende la decisione di allocare “non più irrevocabile od indissolubile come il matrimonio” con una conseguenza positiva sull’accumulazione di capitale, giacché il fatto che ciascun investitore si compiaccia di considerare liquido il suo investimento (benché questo non possa valere per l’insieme degli investitori), “tiene calmi i suoi nervi” e lo rende molto più disposto ad assumere il rischio.
Non è questa la sede per discutere se la speculazione sia un male o un bene, ma se portata all’eccesso, le conseguenze possono essere nefaste.
Ma si possono fare delle considerazioni sull’attività di speculazione; certamente lo “speculatore” è sempre stato visto come uno “sfruttatore”, che approfitta e trae vantaggio dagli errori degli altri. Per questo motivo il termine speculatore viene usato in senso spregiativo.
Ma non necessariamente la presenza degli speculatori sui mercati significa che ogni evento negativo che si manifesti o ogni “male” della finanza sia a lei imputabile.
Inoltre non necessariamente ogni posizione critica verso la speculazione deve concludere che ci siano solo aspetti negativi.
Keyness sosteneva più di ottanta anni fa :
“La speculazione non nuoce quando non è che una bolla al di sopra di un flusso continuo di attività produttive; ma il caso è ben diverso quando l’ attività produttiva non diventa altro che una bolla presa in un turbine speculativo”.

23/01/2008 | Categorie: Finanza personale Firma: Redazione