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Tra Guerra e Crisi: La Sfida di Non Tradire la Svolta Green

Difesa, debito e transizione: la tripla sfida dell’Europa. Ne parliamo con la Prof.ssa Lucrezia Reichlin




L’Europa si trova oggi a un crocevia strategico. Tra tensioni geopolitiche, necessità di rafforzare la propria capacità difensiva e le ambizioni della transizione ecologica, il tema dell’equilibrio tra spesa militare, sostenibilità ambientale e tenuta dei conti pubblici è sempre più al centro del dibattito.


L’Italia e il nodo del debito pubblico

L’Italia, con un debito pubblico tra i più elevati dell’Eurozona, si trova in una posizione particolarmente delicata. Il costo per interessi sul debito ha ormai superato la spesa per l’istruzione, rendendo il bilancio dello Stato sempre più rigido. In questo contesto, la pressione a investire nella difesa – in risposta alle richieste NATO e al nuovo quadro strategico europeo – rischia di sottrarre risorse cruciali ad ambiti come scuola, sanità e welfare.


Spesa per la difesa: investimento o competizione con il sociale?

Il riarmo europeo viene spesso presentato come un’opportunità di crescita industriale e tecnologica. Tuttavia, senza un aumento del bilancio comune europeo o una reale condivisione del debito, gli investimenti in ambito militare rischiano di sovrapporsi – e in parte di sostituirsi – a quelli per la spesa sociale e per la transizione ecologica. Questo è particolarmente vero per paesi fiscalmente fragili, dove la sostenibilità delle finanze pubbliche è un tema costante.


Il rischio di rallentare la transizione verde

Una delle preoccupazioni più concrete riguarda l’indebolimento del focus sulla transizione energetica. Dopo anni in cui la sostenibilità è stata al centro delle politiche economiche europee, la nuova priorità militare rischia di rallentare o deviare le risorse da progetti verdi a favore di iniziative di difesa. Ma sarebbe un errore strategico.


La transizione ecologica, infatti, non è solo una necessità ambientale: rappresenta un pilastro per la competitività industriale futura. Il caso della Cina è emblematico: attraverso massicci investimenti nella mobilità elettrica e nelle energie rinnovabili, ha conquistato un vantaggio tecnologico che oggi mette in crisi l’intera industria automobilistica europea, in particolare quella tedesca.


Difesa e transizione: competizione o sinergia?

L’alternativa, tuttavia, non è necessariamente tra “armi o ambiente”. Se orientata correttamente, la spesa per la difesa può generare ricadute positive sull’innovazione tecnologica che abilitino anche la transizione verde. Molti dei settori chiave – come l’intelligenza artificiale, i materiali avanzati, l’aerospazio, la cybersicurezza – sono strategici tanto per la sicurezza quanto per la sostenibilità.


La sfida, allora, non è solo quanto si spende, ma come si spende. L’Europa ha bisogno di una visione unitaria che sappia creare sinergie tra investimenti militari e civili, favorendo un ecosistema capace di trasformare l’innovazione in scala industriale. Come sottolineato da più analisi, il problema non è l’assenza di innovazione in Europa, ma la sua mancata scalabilità: troppe idee restano progetti pilota o migrano verso mercati extra-europei.


Verso una nuova strategia europea

Per affrontare simultaneamente i temi della sicurezza, della sostenibilità e della crescita, l’Unione Europea deve riconsiderare la sua architettura economica. Oggi, in assenza di un bilancio federale e di strumenti comuni permanenti come il debito condiviso, ogni paese è lasciato solo a gestire l’onere delle sue priorità strategiche.


Solo una maggiore integrazione fiscale, industriale e tecnologica potrà evitare una corsa disorganica tra Stati membri, dove alcuni investono nella difesa e altri nella transizione, amplificando squilibri anziché superarli.


Conclusione

La sfida del riarmo europeo non deve oscurare l’urgenza della transizione ecologica, né compromettere la tenuta della spesa sociale. Al contrario, può e deve diventare un’occasione per riformare le politiche pubbliche europee, promuovendo una visione integrata dove sicurezza, innovazione e sostenibilità siano tre gambe dello stesso tavolo. Ma per farlo servono scelte coraggiose e coordinamento politico a livello continentale.


Guarda l'intervista completa su FinanceTV o ascolta il Podcast FinanceTV Talks - Le Voci dell'Economia

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