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Sostenibilità come strategia: l’impresa italiana nella nuova economia europea

Amalgamare sostenibilità e competitività è la nuova sfida per le aziende. Ne parliamo con il Prof. Paolo Taticchi


Nell'attuale panorama economico globale, l'Europa si trova ad affrontare una sfida epocale: come conciliare la transizione sostenibile con la necessità di mantenere competitività e crescita. Mentre Stati Uniti e Cina dominano rispettivamente nei settori tecnologici e manifatturieri, il Vecchio Continente sembra aver trovato nella sostenibilità la sua nuova vocazione strategica.


Il paradosso della crescita: oltre il PIL

Come ricordava Robert Kennedy, "il PIL misura tutto tranne ciò che rende la vita degna di essere vissuta". Questa riflessione è oggi più attuale che mai. Mentre i mercati finanziari tradizionali continuano a premiare i settori ad alto rendimento (compreso quello bellico), i consumatori dimostrano una crescente preferenza per prodotti e servizi sostenibili.


L'Europa ha scelto la sua strada: diventare il laboratorio mondiale della sostenibilità. Attraverso direttive come la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), l'Unione ha creato un framework normativo che:

  • Impatta non solo le aziende europee ma tutte quelle che operano nel mercato UE

  • Spinge verso una maggiore trasparenza e accountability

  • Sta diventando un modello per altri paesi


Tra compliance e opportunità: il nuovo volto della sostenibilità

L'approccio iniziale basato sulla mera compliance sta evolvendo verso una visione più strategica. Le aziende più avanzate hanno compreso che la sostenibilità non è più un costo, ma:

  • Un fattore di differenziazione competitiva

  • Uno strumento per accedere a finanziamenti agevolati

  • Un elemento chiave per attrarre talenti e fidelizzare clienti

L'Omnibus Package rappresenta proprio questa maturazione: non un passo indietro, ma una ricalibrazione per conciliare obiettivi ambientali e competitività industriale.


PMI italiane: da anello debole a protagoniste della transizione

Il tessuto produttivo italiano, composto per il 95% da PMI, sta vivendo una trasformazione senza precedenti:

1. La pressione delle grandi corporationEnel, Leonardo e altre multinazionali stanno estendendo i criteri ESG a tutta la supply chain, creando sia rischi (di esclusione) che opportunità per i fornitori.

2. L'accesso alla finanza sostenibileBanche e investitori offrono condizioni privilegiate alle aziende con rating ESG elevati, creando un circolo virtuoso.

3. La chance di diventare first moverA differenza delle grandi aziende (dove i leader ESG sono già affermati), nelle PMI c'è ancora spazio per:

  • Differenziarsi rapidamente

  • Costruire un brand sostenibile

  • Accedere a nicchie di mercato premium


Casi concreti: dal fashion all'hospitality, sempre più PMI stanno trasformando la sostenibilità da costo a leva competitiva, con risultati tangibili in termini di fatturato e reputazione.

La sostenibilità come nuovo paradigma industriale

L'esperienza europea dimostra che:

La normativa può essere un acceleratore di cambiamento

I consumatori premiano davvero le aziende sostenibili

Le PMI possono competere su questo terreno meglio delle multinazionali


La sfida ora è consolidare questo vantaggio competitivo, evitando che la sostenibilità diventi:

  • Un mero esercizio di reporting

  • Un privilegio per poche aziende

  • Uno strumento di greenwashing


Guarda l'intervista completa su FinanceTV o ascolta il Podcast FinanceTV Talks - Le Voci dell'Economia

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