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Investimenti, MOSSE tattiche su equity e bond

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Il tema reflazionistico (più crescita economica e ripresa delle aspettative inflazionistiche) continua a guidare i mercati: pur in assenza di ulteriori dettagli sul piano fiscale negli Usa, l’indice S&P fa segnare nuovi massimi accelerando in febbraio, in un contesto di volatilità molto contenuta (volatilità realizzata a 1 mese intorno al 6%). 

Gli indici azionari guadagnano quasi 5 punti percentuali: Europa e S&P performano in linea (5% ciascuno), mentre i Paesi Emergenti (+3%) e il Giappone (+2%) sottoperformano lievemente.
I rendimenti obbligazionari risalgono negli Usa, verso la parte alta dell’intervallo degli ultimi mesi (2.5% sul decennale).
In Europa, il Bund tedesco beneficia di acquisti precauzionali pre-elezioni francesi con un rendimento che si attesta, a fine mese, intorno allo 0.3%. La Fed questo mese (15 marzo) dovrebbe rialzare i tassi: le aspettative incorporate nei futures sui Fed Funds sono prossime al 90%.
A nostro avviso, bisognerà ora valutare quale sentiero la Fed vorrà percorrere nel processo di normalizzazione dei suoi tassi di riferimento: attualmente ci sono 2 rialzi pienamente prezzati per il 2017, ma sono possibili sorprese al rialzo (3-4 rialzi).

 
In termini di strategia, intanto, il quadro economico è migliore del previsto: la politica fiscale espansiva negli Usa, una Fed più aggressiva del previsto e i rischi legati alle elezioni in Europa hanno il potenziale di aprire una nuova fase di rialzo sul dollaro. Le conseguenze per i mercati azionari dipenderanno dalle implicazioni sulle condizioni finanziarie in un contesto in cui i ratio di mercato (P/E su S&P in primis) sono già cresciuti materialmente.
Se le condizioni finanziarie (S&P500 e livello del dollaro sono molto importanti) dovessero mantenersi accomodanti, la Fed potrebbe seguire un cammino di rialzi un po’ più rapido (3 rialzi nel 2017 ) rispetto a quanto prezzato sui mercati.
I dati macroeconomici europei segnalano un netto miglioramento ciclico: nel corso dell’ultimo trimestre il Pil dell’area euro è cresciuto in linea con gli Usa (1.7% vs 1.9%).
In Europa, il rischio politico induce gli investitori alla cautela: il posizionamento sul mercato azionario resta estremamente sottopesato, con flussi solo marginalmente positivi.
Negli Usa, viceversa, continua l’afflusso di capitali verso il mercato azionario sull’onda delle attese di politiche pro-crescita e pro-inflazione della nuova amministrazione americana.

Dal punto di vista tattico privilegiamo interventi tattici sull’azionario europeo mentre restiamo strategicamente cauti sul reddito fisso area euro e sugli spread periferici

 
A cura di Andrea Delitala, head of euro multi asset, e di Marco Piersimoni, senior portfolio manager di Pictet Asset Management
 

  

13/03/2017 | Categorie: Investimenti Firma: Redazione