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Inside-out: le soft skill nell’Industry 4.0

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Allenarsi con la Realtà Virtuale è l’ultima novità giunta dal mondo della formazione. Il fine è quello di migliorare le competenze sempre maggiori richieste dall’Era digitale

Inside-out è una prospettiva di pensiero, un approccio per analizzare l’individuo all’interno della Società contemporanea. Nuovi desideri e valori emergenti. Crescente sfiducia e maggiori distanze sociali. Retro-futuro, Home Deus, Internet Addictive Disorder e Techogenesi. Big Data, Robot e Sistemi di IA.

Parlare oggi di Soft Skill, realtà aumentata (AV) e virtuale (AR) è diretta conseguenza di tutte queste rapide evoluzioni. Un tema di grande attualità, dunque. C’è la necessità di riflettere in modalità Inside-out su Soft Skill ed Education – in seno all’Industry 4.0 – e sulle sfide future – in termini di competenze trasversali richieste dalla quarta rivoluzione industriale.

Il contesto – out

Il rapporto The Future of Jobs del 2018 recentemente pubblicato dal World Economic Forum e sintetizzato da Assolombarda – presenta l’evoluzione del mercato del lavoro per gli anni 2018-2022. Sono quattro le tendenze tecnologiche destinate a dominare nel breve periodo: internet ad alta velocità, intelligenza artificiale, analisi dei big data e cloud. Cambieranno le tipologie di lavoro, le attività e soprattutto le competenze richieste: nasceranno nuove professioni. Aumenteranno i lavori connessi allo sviluppo delle tecnologie emergenti e che implicano l’interazione uomo-macchina. Ma è certo che in alcuni ambienti cresceranno anche ruoli che usano le abilità esclusivamente “umane”: servizio clienti, vendita e marketing, libera professione, formazione e sviluppo, servizi specializzati nello sviluppo culturale, organizzativo e dell’innovazione. Il mercato del lavoro premierà chi possiede le soft skills sociali: capacità di persuasione, intelligenza emotiva e capacità di insegnare. Le abilità cognitive come creatività, ragionamento logico e sensibilità verso i problemi saranno parte integrante di molti profili professionali.

Le soft skill e la realtà virtuale – inside

Che cosa sono esattamente le Soft Skill? In letteratura non esiste una definizione univoca. La Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni fa riferimento a tre dimensioni delle competenze professionali:

  • tipi di competenze (p.e. interesse per le relazioni);
  • livelli di competenze (p.e. tratti personali);
  • dizionario delle competenze (p.e. efficacia personale).

Partendo dall’ultima dimensione e provando a sintetizzare – senza pretesa d’essere esaustivi – è possibile descrivere i modi in cui la gamma di Soft Skill si sia evoluta e arricchita nel tempo, per diventare sempre più ampia, articolata e complessa.

Il punto di partenza è segnato da Boyatzis, che nel 1982 individua le 10 skill possedute dai Manager di maggior successo (p.e. orientamento all’efficienza; fiducia in sé; gestione delle dinamiche di team, e così via). Nel tempo è emersa la necessità di ampliare i significati riferiti a quelle skills, in modo più dinamico e propositivo, accordando una crescente attenzione verso il contesto e le variabili esterne.

Negli elenchi delle capacità prioritarie proposte da Boyatzis (e poi da Spencer e Spencer), ci sono espressioni molto attuali e ancora dense di significato. Mancano però alcuni concetti chiave: imprenditorialità (intrapreneurship), leadership connettiva, internazionalità, velocità e flessibilità.

Una ricerca del World Economic Forum di Davos condotta nel 2016, ha inoltre posto l’attenzione sulle Soft Skill che saranno più richieste nel prossimo futuro: problem solving, pensiero critico e creatività.

Nell’opera Soft Skill che generano valore (2017), Marina Pezzoli sostiene che il filo rosso che lega velocità, flessibilità e interculturalità è costituito da una Soft Skill rara, ma di crescente importanza: la capacità di sfidare sé stessi. Secondo l’autrice questa capacità si fonda su due pilastri: la consapevolezza del proprio valore e il senso di apertura verso tutti i soggetti che possono portare nuove idee e opportunità.

Anche se ci sono molte definizioni di Soft Skill, possiamo comunque intenderle come l’insieme delle conoscenze e delle relative abilità/capacità personali applicate in determinate situazioni. In sintesi, potremo dire che le Hard Skill rappresentano che cosa facciamo, mentre le Soft Skill rappresentano come lo facciamo.

Nel Nuovo Dizionario di Psicologia, Galimberti definisce la Capacità (Ability) come un concetto ricorrente nella Psicologia Applicata, con riferimento alle tendenze innate e a quelle acquisite.

Le Soft Skill intese come capacità innate ed acquisite possono essere migliorate? O ancora, seguendo il filo rosso di Marina Pezzoli: si può sviluppare la capacità di sfidare sé stessi?

Questa capacità ed altre Soft Skill possono essere allenate attraverso le nuove metodologie immersive della formazione: Augmented Reality (AR), Virtual Reality (VR) e XR Extended Reality su tutte.

La Virtual Reality è una tecnologia che consente di immergersi, grazie ad un apposito visore, in un mondo creato (ri-creato) digitalmente, con cui si può interagire attraverso sensazioni, emozioni e valutazioni tipiche dell’interazione reale. Nella Virtual Reality immersiva, per mezzo di specifiche attrezzature (HMD, data gloves, sensor), si viene isolati dall’ambiente fisico e proiettati in una realtà ricreata al computer.

La tecnologia della Virtual Reality è meno recente di quanto si potrebbe supporre. Il primo sistema VR risale al 1962, quando Morton Heilig presentò un primo prototipo di simulatore multisensoriale chiamato Sensorama. L’introduzione dei simulatori di volo è stato uno dei precursori più importanti della Virtual Reality, poi introdotta nel grande pubblico nel 1989, in occasione di due fiere organizzate da AutoDesk e VPL Research, società coinvolte nei progetti di ricercar della NASA. Negli anni ’90, molti centri di ricerca hanno iniziato a lavorare su applicazioni di Virtual Reality in ambito educativo, formativo, medico, industriale, militare e di intrattenimento.

Il numero di attività umane che oggi trovano vantaggio dall’impiego della tecnologia VR è in costante aumento e ulteriori aspettative positive nascono dalla crescente diffusione di dispositives hardware wireless, con qualità grafica migliorata e con costi sempre più accessibili.

La formazione rappresenta certamente uno degli ambiti di maggiore applicazione della VR. Grazie alla VR è possibile offrire alle persone – in uno spazio protetto – una “palestra” di apprendimento e perfezionamento pratico su qualsiasi capacità, comprese le Soft Skill.

Le neuroscienze confermano che l’apprendimento è influenzato da componenti motivazionali ed emotive. È stato osservato che l’uso di sistemi di Virtual Reality come strumento per la formazione consente di aumentare notevolmente la capacità di memorizzare nozioni e comportamenti, di cui si è avuta esperienza immersiva. La Realtà Virtuale permette così di conoscere il mondo, mediante un apprendimento di tipo senso- motorio, più naturale per l’essere umano, rispetto all’apprendimento di tipo simbolico- ricostruttivo mediato dalla scrittura e dal linguaggio. La conoscenza si produce dal fare esperienza, e riflettere su di essa. L’utente passa da un ruolo di spettatore passivo, al ruolo di protagonista attivo. L’interfaccia della VR è definibile anche trasparente: l’attenzione non è dedicata al medium (la dimensione fisica di quest’ultimo diventa trasparente, invisibile). Questo la rende intuitiva, facilita e migliora la qualità di fruizione del soggetto.

Alcuni esempi di applicazione Soft Skill-Realtà virtuale:

  

  • puoi vivere un momento di simulazione, in un corso di Public Speaking. C’è una bella differenza tra alzarsi dalla propria sedia e parlare ai partecipanti e trovarsi, invece, a prendere la parola, in una Convention Virtuale;
  • se sei un Commerciale, puoi immergerti nel funzionamento di un Prodotto/Servizio comprenderlo e comunicarlo in modo efficace al tuo Cliente/Personas;
  • se sei un Analista, la AR sintetizza i dati e ti fornisce metodi e approcci per la condivisione delle informazioni, la risoluzione dei problemi e la presa di decisione;
  • quando ti alleni su una trattativa, puoi immergerti in una situazione negoziale,

superando pregiudizi e stereotipi di genere, generazionali e socioculturali;

  • se vuoi sfidare te stesso e mettere alla prova il tuo coraggio, puoi salire su un ascensore e camminare su una plank virtuale di un grattacielo, per migliorare la Perceived Self Efficacy in modo graduale e

Un mix di pensieri ed emozioni spingono le persone a vivere le situazioni come esperienze reali. Il coinvolgimento risulta essere totale. Alcune evidenze empiriche hanno dimostrato che le riflessioni post situazioni immersive in AR sono più immediate ed intuitive, l’apprendimento risulta essere più efficace e la percentuale di allenamento/applicazione nelle situazioni reali aumenta.

In conclusione, i vantaggi dell’Immersive Learning, in particolare per lo sviluppo e il miglioramento delle Soft Skill personali sono:

  • coinvolgimento emotivo
  • apprendere facendo
  • controllo delle variabili
  • supervisione diretta
  • divertimento

Ma la Virtual Reality è in grado di apportare molti altri benefici, e sarà quindi un obiettivo emergente prevenire l’analfabetizzazione relativa a questa tecnologia: bisognerà quindi avviare processi di sensibilizzazione culturale verso la Virtual Reality, perché diventi una tecnologia abilitante.

Il report Virtual & Augmented Reality, Understanding the race for the next computing platform, pubblicato all’inizio del 2016 da Goldman Sachs, prevede che le tecnologie immersive avranno un impatto paragonabile a quello dell’avvento dei Personal Computer. Secondo il Report, Realtà Virtuale e Realtà Aumentata hanno la potenzialità di diventare la nuova grande piattaforma digitale per lo sviluppo e la manutenzione delle Competenze/Soft Skill del futuro.

Conclusioni

L’evoluzione sociale e l’innovazione tecnologica hanno accelerato i processi di cambiamento, ma hanno anche mutato la percezione del futuro nelle persone, nelle organizzazioni e nella società. La digital trasformation ha offerto nuove prospettive. La maggiore facilità di accesso a sistemi tecnologici avanzati ha contribuito a far emergere la consapevolezza dell’importanza di acquisire nuove competenze (hard e soft skills), ma soprattutto nuove modalità di apprendimento, di crescita e di miglioramento personale.

Tutte le Survey analizzate (in particolare World Economic Forum, Manpower, Linkedin, Graduate Management Admission Council) evidenziano che saper esplorare, saper leggere in modo nuovo il contesto e i mercati e l’evoluzione dei bisogni dei clienti e saper gestire la complessità, stanno diventando le Soft Skill più apprezzate dalle aziende che hanno già intrapreso un percorso verso la digitalizzazione.

In particolare, secondo una ricerca tra le aziende realizzata da Enrico Cerni e Michelangelo Vianello (Passato, presente e futuro delle competenze trasversali), le Soft Skill che crescono di più – e ritenute più importanti nel futuro, rispetto al passato – sono nell’ordine: flessibilità, creatività, gestione dello stress, teamworking e orientamento al cliente. I risultati dell’indagine suggeriscono che le Soft Skill rappresenteranno un fattore critico nei lavori del 2020 e dovranno essere oggetto di preparazione specifica prima dell’ingresso nel mondo del lavoro, con programmi scolastici ed educativi dedicati, innovativi ed immersivi, per diventare materia di formazione continua nei programmi aziendali. Assolombarda (2018) prevede che entro il 2022 almeno il 54% di tutti i dipendenti richiederà una riqualificazione, in molti casi significativa. Di questi, circa il 35% dovrebbe richiedere ulteriore formazione fino a sei mesi; il 9% richiederà una ampia riqualificazione da sei a 12 mesi; il 10% richiederà formazione professionale aggiuntiva di oltre un anno.

È ancora troppo presto per delineare tutte le Soft Skill necessarie per operare con successo nel futuro digitale, ma oggi assistiamo già a sperimentazioni impossibili da immaginare solo qualche anno fa:

  • Robot meccatronici, Robot antropomorfi e collaborativi
  • Algorithmic management
  • Gamification e Virtual Reality

Siamo nel pieno di una nuova era geologica denominata Antropocene, un’era che abita lo scambio continuo tra ambiente, cultura, nuove tecnologie e persone. Avere una visione integrata Inside-out, costituisce un fattore che può determinare la qualità della vita delle persone, sia al lavoro, sia nella sfera privata.

22/06/2020 | Categorie: Ruolo ed Efficacia Firma: Giuliano Caggiano e Simone Barbato